I live in Vaccarizzo: prototipazione partita!

Con le “prove di prototipazione” di I live in Vaccarizzo abbiamo iniziato a scaldare i motori… Ora la comunità parte con la vera prototipazione!

Il racconto è ricco e merita di un po’ di tempo per la lettura: siete pronti?

CAPITOLO 7 

Prototyping

Lo schema di processo della Teoria U
La fase di prototipazione nello schema di processo della Teoria U per i cambiamenti sostenibili.

Comprendere i valori di una comunità: Il pellegrinaggio notturno da Vaccarizzo a Paola

Facilitare un percorso di comunità non è attività semplice. Entrare in empatia può avvenire spontaneamente con le singole persone ma la creazione di fiducia di un gruppo è ben altra sfida. In preparazione all’ultimo workshop abbiamo perciò deciso di immergerci più profondamente nel contesto, cercando di comprendere i valori profondi che guidano il senso di appartenenza della comunità. In Calabria la devozione cristiana è un fattore economico e culturale imprescindibile, un elemento di aggregazione straordinario che non potevamo ignorare. 

Il 3 maggio abbiamo perciò ripreso il volo per Vaccarizzo per partecipare alla festa dedicata a San Francesco da Paola. Tradizione locale è fare durante la notte tra il 3 e il 4 maggio un pellegrinaggio a piedi che parte da Vaccarizzo di Montalto fino a Paola. Si parte alle 4:00 del mattino e in piena notte, dotati di torce, si sale verso il bosco. C’è chi per devozione fa tutt’oggi questo percorso in mezzo al bosco scalzo. 

Inizio del pellegrinaggio notturno verso Paola
Inizio del pellegrinaggio notturno verso Paola.
foto satellitare strada da Vaccarizzo a Paola
Foto satellitare della strada nel bosco che collega Vaccarizzo a Paola

Il percorso è lungo circa 20 Km, di cui i primi 7,5 in salita, immersi in un bosco che passa da profumatissimi alberi di acacia in fiore ai castagni per arrivare in cima al primo santuario dedicato a San Francesco immersi tra frassini secolari. La luce dell’alba piano piano arriva portando con sé bagliori e colori che rendono le foglie appena nate e le cortecce dei tronchi di un verde chiaro brillantissimo. 

L’atmosfera è sospesa nel tempo, gli uccellini iniziano a cantare e tutto sembra risvegliarsi in un alone di magia. Ti guardi intorno pensando che prima o poi sbucheranno da dietro gli alberi fate, folletti, elfi e troll. La compagnia composta da una trentina di eroi, che hanno deciso di partire nonostante le previsioni meteo pessime, inizia a chiacchierare allegramente pensando al primo falò che avrebbero potuto preparare in cima alla montagna.

Immagini del cammino nel bosco di faggi secolari per arrivare al primo luogo di preghiera dedicato a San Francesco da Paola.
Immagini del cammino nel bosco di faggi secolari per arrivare al primo luogo di preghiera dedicato a San Francesco da Paola.

Dopo circa 3 ore di cammino si arriva al primo punto di preghiera: un altare bianco, semplice dietro il quale si innalza la scultura di San Francesco da Paola adornata di fiori freschi. Il tempo di qualche preghiera, voto e pensiero donato al cielo che gli uomini più attrezzati iniziano a preparare il fuoco e a distendere improvvisate tovaglie in plastica per affettare soppressate, salsicce e formaggi con cui ricaricare le batterie. C’è chi tira fuori bottiglie di vino fatto in casa e thermos con caffè ancora caldo.

Si rimane in sosta una buona mezz’ora raccontando aneddoti degli scherzi che gli anziani facevano loro da bambini le prime volte che li portavano in pellegrinaggio per aumentare il senso miracoloso dell’azione del Santo.

Unico momento che ha lasciato sgomento chi veniva da fuori della Calabria è stato quando, dopo la fine della colazione, le persone, anziché raccogliere bottiglie e bicchieri di plastica usati per metterli negli zaini e buttarli nei bidoni a valle, li hanno bruciati nel falò!!! Inconcepibile, soprattutto in un luogo di così grande bellezza ancora incontaminata. Su questo punto, legato alla sensibilità ambientale degli abitanti ci si dovrà lavorare molto seriamente.

Il cammino riprende e, nonostante sia tutto in discesa, le difficoltà aumentano: il terreno è ripidissimo, bagnato per le piogge dei giorni precedenti, molti sentieri sono smottati e i percorsi usuali vanno modificati affidandosi al senso di orientamento dei più esperti.

I sentieri sono spesso interrotti da rivoli d’acqua e la solidarietà intergenerazionale emerge potente.

La fatica si fa sentire ma il gruppo è motivato ad andare fino in fondo: gli uomini aiutano le donne, i giovani aiutano gli anziani. Si crea una catena umana che dialoga e si supporta con spirito di avventura, responsabilità e divertimento.

Il paesaggio ad un certo punto cambia all’improvviso: iniziano a vedersi felci, ginestre selvatiche in fiore, profumatissime e piene di spine, piante di asparago selvatico e l’odore di mare stuzzica le narici. Paola è all’orizzonte. Inizia ad intravedersi il Santuario di San Francesco. Alle 11:30 il gruppo compatto, stanchissimo ma felice, arriva sul piazzale della Chiesa in attesa di partecipare alla processione.

Arrivo al Santuario di San Francesco da Paola.
Arrivo dei pellegrini al Santuario di San Francesco da Paola.

Giusto il tempo di una foto di gruppo inizia a diluviare. Ci si rifugia in chiesa qualche minuto ma verso mezzogiorno si riprende il cammino per raggiungere la stazione dei treni e rientrare a Vaccarizzo.

La chiesa è gremita di gente: migliaia di persone da tutta la Calabria unite in preghiera. Il senso di devozione è tangibile e potente e fa comprendere quando potenziale ci sia nello sviluppo di servizi dedicati al turismo religioso in queste zone.

Alle 14:30 i pellegrini sono di nuovo al caldo delle proprie abitazioni, carichi dell’orgoglio di essere riusciti anche quest’anno nell’impresa.

È stata un’esperienza straordinaria che ci ha fatto capire quanto la tradizione di un pellegrinaggio sfidante come questo, aiuti a ricordarsi che la comunità esiste, che la sua forza e la sua capacità di supporto ai singoli ci siano sempre, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà. La solidarietà e l’appartenenza nascono dal condividere la fatica del percorso e la gioia dei risultati. È bastato scegliere di provarci che l’accoglienza è stata immediata, anche per chi come noi era di fatto un completo estraneo fino a poco tempo prima.

Nel pomeriggio arrivano a Vaccarizzo anche Michela e Renzo e abbiamo iniziato ad allestire la sala della scuola per il nuovo workshop.

Questa volta la scuola mostra una faccia nuova: tutto è pulito e ordinato.

Il bagno funziona e funziona bene pure l’impianto di videoproiezione, i microfoni, l’amplificatore. Vasi di piante in fiore abbelliscono l’ingresso e il corridoio.

La sala della scuola pulita e attrezzata.
La sala della scuola pulita e attrezzata.

Le azioni dei singoli piano piano mostrano risultati evidenti. Il processo di cura è partito. Si può cominciare!

Prove generali dei facilitatori Renzo e Michela.
Prove generali dei facilitatori Renzo e Michela.

Il workshop

Il 5 maggio alle 10:00 si da inizio al secondo workshop con la comunità di Vaccarizzo, con la consegna del nuovo manuale di lavoro.

Questa giornata di lavoro è stata suddivisa in tre fasi:

  1. Co-sensing: riflessione in gruppo su ciò che è avvenuto nel workshop di marzo, analizzando i vari passaggi insieme. Focus sugli stakeholder chiave che hanno attivato i processi di cambiamento. Formazione dei gruppi di prototipazione.
  2. Co-inspiring: Diario personale per allineare le proprie intenzioni agli obiettivi del prototipo che si vorrà seguire. Ci si focalizzerà sul proprio Sé futuro.
  3. Co-creating: ci si divide in gruppi, uno per prototipo e si approfondisce ogni progetto con una nuova mappa 4D.
Tutti pronti per cominciare.
Tutti pronti per cominciare!
facilitatori pronti per partire
anche i facilitatori…

Co-sensing

Fatte le presentazioni dei nuovi partecipanti, Michela ha fatto un ripasso dei 4 prototipi progettati nel workshop di marzo e un ripasso dei punti chiave emersi durante la mappa 4D. Federica ha completato la presentazione illustrando gli schemi di sintesi della scultura 1 e della scultura 2 e le dinamiche più rilevanti emerse durante l’esercizio.

Lavoro in plenaria.
Lavoro in plenaria.

Sulla base di queste mappe è stato chiesto ai partecipanti di segnalare le due relazioni più forti e strategiche che ha visto crearsi nella scultura 2.

Le scelte sono state riportate in una tavola chiamata “Le alleanze future”.

Le alleanze del futuro.
Le alleanze del futuro.

Le alleanze riconosciute chiave da più partecipanti sono state:

  • MADRE TERRA – RESIDENTI
  • INFRASTRUTTURA DIGITALE – MIGLIOR FUTURO POSSIBILE
  • ANZIANI – ADOLESCENTI+BAMBINI

Anche altri soggetti sono stati ritenuti rilevanti nell’ecosistema futuro, che sono:

  • gli artigiani del legno;
  • i proprietari di immobili abbandonati;
  • gli stranieri.

Durante l’esercizio sono emerse alcune riflessioni interessanti:

  • madre terra non è il passato ma è la base su cui ripartire, su cui progettare il futuro, anche con l’aiuto della tecnologia;
  • i residenti sono un punto di forza dell’ecosistema: tutti devono avere un ruolo;
  • importante potenziare l’infrastruttura digitale per non far allontanare i giovani;
  • i giovani dovranno fare proprie anche le tradizioni per tenere vivo un legame tra passato e futuro. Il rapporto tra giovani e anziani è chiave.

Dopo questa prima lettura abbiamo introdotto i 4 prototipi, ponendo l’attenzione sul ruolo dei 5 stakeholder che attivarono il processo di cambiamento dalla scultura 1 alla scultura 2. Abbiamo avviato una votazione che indicasse la rilevanza del ruolo di ogni stakeholder per l’attuazione dei progetti. Ciò che ne è emerso è un legame di interdipendenza tra madre terra e i residenti in tutti e 4 i prototipi, e la consapevolezza del proprio ruolo e della responsabilità individuale sull’avviamento delle attività.

Gli stakeholder chiave per i prototipi
Gli stakeholder chiave per i prototipi.

Finite le votazioni si è proceduto a creare 3 gruppi di lavoro sui tre prototipi più complessi, ovvero “la valorizzazione della montagna”, la “socializzazione” e “Vaccarizzo da assaggiare”. A questo punto si è andati in pausa e ne abbiamo approfittato per fare un pranzo in piedi a buffet nel corridoio della scuola. Ogni famiglia si è organizzata per allestire lo spazio e preparare qualche piatto speciale fatto in casa.

Buffet preparato dalle famiglie del borgo.
Buffet preparato dalle famiglie del borgo.

Co-inspiring: journaling

Verso le 14:00 il lavoro riprende in plenaria. Si lavora individualmente e in modo riservato con il proprio manuale, per rispondere ad una serie di 17 domande molto personali.

L’esplorazione è sul Sé passato, presente e futuro. Su ciò che ci rende felice e cosa ci frustra, cosa dovremo lasciare andare e imparare, su quale impronta vogliamo lasciare e quale futuro sentiamo stia emergendo.

Arrivati alla 10° domanda si fa una pausa per affrontare un percorso ancora più intimo e riflessivo, dove si abbandona la testa e si inizia ad ascoltare il corpo.

Renzo guida una sessione di Mindfulness per portare i partecipanti dall’ascolto di sé verso un viaggio nel loro futuro.

Carichi delle immagini visualizzate durante la meditazione si procede a rispondere alle ultime 6 domande che guidano i partecipanti a fissare sul manuale le proprie risorse, i 4 compagni di viaggio, gli obiettivi che ci si vuole portare a casa e i primi passi da compiere.

17 domande
Il gruppo impegnato a rispondere alle 17 domande.

Benché all’inizio si temesse un rifiuto di questo tipo di lavoro, i partecipanti hanno reagito in modo molto positivo, impegnandosi a fondo a rispondere. Questa modalità è stata seguita senza difficoltà da persone di ogni età, da Ugo Mattia, bimbo di 9 anni e mezzo, fino ai partecipanti adulti più maturi.

Co-creazione: approfondimento sui 3 prototipi

Svolto l’allineamento tra il Sé futuro e i prototipi per lo sviluppo del borgo, i tre gruppi si sono separati per lavorare sui prototipi.

Ogni gruppo ha dovuto ridefinire 8-10 stakeholder chiave per il proprio prototipo, partendo da quelli usati nella mappa 4D generale, profilandone meglio ruoli e competenze.

Si è proceduto così a rifare una mappa 4D per ogni singolo prototipo, partendo dalla configurazione di una scultura 1 che rappresentasse lo stato attuale, e guidando i partecipanti verso il cambiamento necessario per comporre una scultura 2 che rappresentasse il futuro desiderato.

Scultura 1 della mappa 4D del prototipo "Vaccarizzo da assaggiare".
Scultura 1 della mappa 4D del prototipo “Vaccarizzo da assaggiare”.
Scultura 2 della mappa 4D del prototipo "Vaccarizzo da assaggiare"
Scultura 2 della mappa 4D del prototipo “Vaccarizzo da assaggiare”.

Completate le sculture ci si è messi intorno al tavolo per analizzare questi punti:

  • le frasi dette in scultura 1 e scultura 2
  • chi si è mosso per primo
  • quali differenze c’erano tra scultura 1 e scultura 2

e sintetizzare questi elementi del progetto:

  • idea chiave da sviluppare
  • i perché, i credo forti che motivano l’idea proposta
  • le esigenze soddisfatte dal prototipo
  • gli stakeholder coinvolti
Momenti di confronto nel tavolo di prototipazione del team "Vaccarizzo da assaggiare".
Momenti di confronto nel tavolo di prototipazione del team “Vaccarizzo da assaggiare”.

Ogni gruppo ha poi dovuto scrivere un cartellone con i punti chiave della presentazione da fare in plenaria, definire i prossimi passi indicando le azioni da fare, il responsabile dell’attività e la scadenza entro cui eseguire il compito.

Momento di lavoro nei tavoli di prototipazione. Team "Socializzazione".
Momento di lavoro nei tavoli di prototipazione. Team “Socializzazione”.

Completati i cartelloni si è tornati tutti in plenaria per la presentazione dei prototipi ri-configurati e la raccolta dei feedback dal gruppo.

La ripetizione del processo della mappa 4D sui singoli progetti ha permesso di raggiungere un livello di dettaglio superiore e di far emergere nuove priorità su cui lavorare, quali:

  • alzare gli standard per rendere il borgo attraente per loro e i nuovi potenziali residenti;
  • individuare dei project manager per gestire i progetti;
  • profilare i clienti target dei progetti per comprendere meglio bisogni e desideri da soddisfare;
  • raccogliere informazioni su normative e competenze professionali diffuse sul territorio;
  • censire le risorse disponibili sul territorio da riconvertire;
  • censire le attività d’impresa presenti sul territorio da mettere in rete e da cui imparare a produrre in modo professionale;
  • gestire i progetti con una visione imprenditoriale per creare un’economia capace di far sviluppare il territorio.

Durante questo laboratorio la presenza di Ugo, il bambino, e di altri giovani ragazzi, ha permesso agli adulti di lavorare alla pari con loro e di comprendere che se li si tratta da adulti, anche loro sono in grado di contribuire in modo sostanziale e innovativo ai progetti. La capacità di visione, lo spirito critico e la progettualità non hanno età.

Lavoro di gruppo intergenerazionale!
Lavoro di gruppo intergenerazionale!

Come in ogni seminario la giornata si è conclusa con la condivisione di ciò che ognuno si è portato a casa dalla giornata e con un ringraziamento.

Ora il futuro del borgo è tutto nelle loro mani e nella loro capacità di mantenere fede agli impegni presi con la comunità.

Forza Vaccarizzo!

Tutti in plenaria ad ascoltare le presentazioni dei tre prototipi.
Tutti in plenaria ad ascoltare le presentazioni dei tre prototipi.

PROTOTIPO: LA VALORIZZAZIONE DELLA MONTAGNA

 

Presentazione in plenaria del prototipo "Valorizzazione della montagna"
Presentazione in plenaria del prototipo “Valorizzazione della montagna”
Valorizzazione Montagna
Cartelloni del prototipo “La valorizzazione della montagna”
Valorizzazione montagna sintesi
Presentazione e sintesi del prototipo “Valorizzazione della montagna”

PROTOTIPO: SOCIALIZZAZIONE

 

Presentazione in plenaria del prototipo "Socializzazione"
Presentazione in plenaria del prototipo “Socializzazione”.
Cartelloni del prototipo "Socializzazione"
Cartelloni del prototipo “Socializzazione”
Presentazione e sintesi del prototipo "Socializzazione"
Presentazione e sintesi del prototipo “Socializzazione”

PROTOTIPO: VACCARIZZO DA ASSAGGIARE

 

Presentazione in plenaria del prototipo "Vaccarizzo da assaggiare"
Presentazione in plenaria del prototipo “Vaccarizzo da assaggiare”
Cartelloni del prototipo "Vaccarizzo da assaggiare"
Cartelloni del prototipo “Vaccarizzo da assaggiare”
Presentazione e sintesi del prototipo "Vaccarizzo da assaggiare"
Presentazione e sintesi del prototipo “Vaccarizzo da assaggiare”

I saluti finali

Applausi a chiusura delle presentazioni per il grande impegno e lavoro fatto insieme.
Applausi a chiusura delle presentazioni per il grande impegno e lavoro fatto insieme.
Foto di gruppo
Foto di gruppo.

Sei curioso di sapere come andrà a finire? 

Lo sviluppo dei prototipi ora è nelle loro mani. Anche senza la facilitazione diretta di BRIT la comunità è pronta per mettersi alla prova e guidare in autonomia il proprio processo di trasformazione.

Commetteranno errori? Probabilmente sì, ma fa parte del processo di apprendimento. Se non si arrenderanno davanti alle prime difficoltà, se avranno la forza di continuare a credere nella comunità e nell’impegno responsabile dei singoli, tutto potrà impattare in modi ora inimmaginabili.

Continuate a seguirci perché noi continueremo a seguirli per un po’, monitorando le attività operative… Quindi aspettatevi qualche altro capitolo del diario.

Nel frattempo, per sapere in tempo reale cosa fanno gli abitanti di Vaccarizzo  continuate a seguire la pagina Facebook I live in Vaccarizzo. Mai come ora rimanere in contatto servirà a far sentire la vicinanza di chi crede nel loro impegno.

Se sei interessato anche ad altre iniziative per la rinascita di borghi e dimore storiche a rischio abbandono, seguici sulla nostra Community BRIT – Save the building Make your business.

Infine, se vuoi saperne di più sul metodo di lavoro che abbiamo applicato, scrivici nel modulo qui sotto. Ti ri-contatteremo per conoscerci e rispondere a qualunque tua curiosità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.