L’esperienza di feedback dei “Cantieri Aperti”

La collaborazione di BRIT con il Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per le Marche per la creazione dell’esperienza di feedback dei visitatori agli eventi dei “Cantieri Aperti” del progetto OPHERA.

Durante il #BRITTour2021 Renzo Provedel ed io abbiamo esplorato territori dove lo spopolamento è stato attivato in prevalenza da fenomeni di migrazione economica, dovuta a repentini cambiamenti del mercato locale. I feedback raccolti dalle comunità, ci hanno mostrato come le scelte di spostamento verso altre città italiane, europee ed extra-europee, siano dipese da questioni private familiari. Tuttavia, fra le varie cause scatenanti che possono attivare lo spopolamento di un territorio, troviamo anche le catastrofi naturali come alluvioni, incendi, terremoti e frane.

Nel 2022 abbiamo esplorato e approfondito queste casistiche, che presentano matrici emozionali e dinamiche sociali completamente differenti, in quanto la fuga degli abitanti è forzata da fattori esterni.

Ricostruzione post sisma e rischio spopolamento

In caso di calamità naturali, il processo di spopolamento diventa irreversibile, non tanto a causa dell’evento in sé e della gestione dei primi mesi di emergenza, ma a seguito del prolungarsi del periodo di allontanamento dei residenti dalle proprie case. Dopo i primi sei mesi, infatti, le famiglie iniziano a crearsi nuovi equilibri altrove, a iscrivere i figli in nuove scuole, a lavorare in nuove strutture, a frequentare nuovi gruppi di persone.

Questo è quello che sta accadendo nelle zone del cratere del terremoto avvenuto tra il 2016 e il 2017 tra Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio nelle zone della valle del Tronto, i Monti Sibillini, i Monti della Laga e i monti dell’Alto Aterno.

Questo terremoto ha prodotto 41.000 sfollati, 388 feriti e 303 morti ed ha coinvolto i territori di 140 Comuni.

Mappa dei comuni del cratere del sisma 2016.
Mappa dei comuni del cratere del Sisma 2016-2017
(Fonte: http://osservatoriosisma.it/comuni-del-cratere/ )

Nella sola Regione Marche, il territorio più colpito dal sisma, il Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per le Marche ha rilevato che 1664 chiese storiche tutelate e 1223 edifici tutelati (tra cui castelli, palazzi, aree archeologiche) sono stati danneggiati o distrutti. Da questi edifici tutelati sono stati rimossi e conservati in depositi temporanei oltre 13000 opere mobili con diversi livelli di danno. In termini di impatto paesaggistico, 285 centri storici sono stati danneggiati.

Una perdita enorme non solo in termini materiali ma di tessuto sociale e comunitario.

Edifici messi in sicurezza nelle zone rosse di Visso e Pieve Torina (MC). Foto maggio 2022.

Il Progetto OPHERA

Nel 2018 il Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per le Marche, consapevole che il restauro di questo patrimonio culturale e la riconnessione tra comunità e territorio sono processi a lungo termine, ha avviato grazie ad un cofinanziamento del Programma Creative Europe dell’Unione Europea il progetto “OPHERA – Apertura del patrimonio culturale alle comunità durante il processo di restauro post-sisma 2016: tecnologie digitali e nuove competenze per gli operatori culturali”.

L’idea di base del progetto è quella “di rendere accessibile parte del patrimonio culturale danneggiato e del patrimonio storico-artistico durante tutte le fasi di restauro mediante l’utilizzo di metodi e strumenti interattivi tradizionali e avanzati.”

Un contesto sfidante

La sfida di questo progetto parte dalla scelta del linguaggio da utilizzare per far dialogare un ambito complesso, multidisciplinare, tecnico e sofisticato come quello del restauro con la comunità locale.

Gran parte dei processi che riguardano la salvaguardia dei beni tutelati sono infatti intangibili e invisibili. Rilievi, strategie di intervento, analisi, diagnosi, progetti sono tutte attività che si svolgono lontano dagli sguardi degli abitanti. Queste fasi di lavoro possono durare anni, soprattutto in situazioni in cui interi sistemi urbani vanno considerati come un unico corpo.

Nelle aree del cratere sono presenti ancora delle “zone rosse” inaccessibili ai civili. Gli abitanti di questi centri storici, che non hanno trovato alternative abitative altrove, sono stati trasferiti nelle nuove zone attrezzate con case prefabbricate, le cosiddette SAE – Strutture Abitative di Emergenza.

Abitazioni, spazi commerciali e servizi temporanei a Visso e Pive Torina (MC). Foto maggio 2022.

Molte famiglie vivono in queste strutture da almeno 2-3 anni, un tempo sufficientemente lungo per adattare le nuove abitazioni ai propri ritmi e trovare un nuovo equilibrio. Un tempo molto lungo che in parallelo genera impazienza e sentimenti di sfiducia, frustrazione, impotenza e sconforto. Il legame con le case danneggiate e i luoghi della vita sociale precedente è ancora fortissimo e il desiderio di ritornare a viverci presto accompagna i loro pensieri quotidianamente.

Questo è il contesto emozionale in cui professionisti, amministratori e imprese si trovano a lavorare da allora. 

Gli obiettivi

La creazione di un dialogo disteso e trasparente con gli abitanti del territorio, l’attivazione di processi di ascolto autentico e fattuale e la condivisione pubblica delle visioni e delle strategie di ricostruzione sono mezzi per riuscire collettivamente a superare gli ostacoli e la tensione generale che serpeggia in questi ambienti.

Il progetto OPHERA si inserisce in questo scenario proponendo i “Cantieri Aperti”, un insieme di format di eventi culturali che permettano ai cittadini di tornare in contatto con i luoghi in cui vivevano, di conoscere i progetti e le tempistiche dei lavori di ricostruzione:

visite guidate ai cantieri, mostre dei progetti di restauro, laboratori interattivi di restauro e di lavorazione del Travertino, gara di fotografia per ragazzi dai 9 ai 14 anni.

Team e staff progetto Ophera con Sindaco di Pieve Torina.
Team e staff del Progetto Ophera insieme al sindaco di Pieve Torina.

Il Contributo di BRIT: Progettare l’esperienza di feedback dei “Cantieri Aperti”

In seno al progetto Ophera noi di BRIT siamo stati chiamati a creare il sistema di raccolta dei feedback dei partecipanti sull’aspetto emozionale e sul livello di trasferimento dei contenuti tecnici degli eventi organizzati per il 28-29 maggio e l’11-12 giugno 2022 in queste località: Pieve Torina (MC), Visso (MC), Monte San Martino (MC), Ascoli Piceno, Castel di Luco (AP).

L’aspetto più sfidante della progettazione di un processo di feedback di un evento culturale, è quello di scegliere che cosa chiedere ai visitatori e come farlo, per renderlo un momento di connessione e ascolto autentico dei partecipanti.  Subito apparve chiaro che i requisiti di progettazione dovevano tenere conto dei loro “profili” e delle attese informative del Segretariato.

Le priorità da rispettare

I visitatori attesi nelle quattro giornate, sulla base delle prenotazioni on-line, erano 600, un numero importante che necessita di una strategia per la gestione della quantità di dati che avremmo raccolto e analizzato.

Sulla base di queste priorità, abbiamo progettato il processo di feedback tenendo conto di questi fattori:

–   profilo dei partecipanti destinatari degli eventi:

  • gli abitanti dei comuni del cratere del sisma prossimi ai siti dei cantieri aperti;
  • architette/i e ingegnere/i interessate/i ad approfondire i progetti e gli interventi di recupero sismico e restauro, provenienti soprattutto dalla Regione Marche e da Regioni vicine;
  • i giovani del territorio;

–   format delle attività proposte:

  • visite guidate ai cantieri di restauro;
  • mostre espositive con pannelli e video per illustrare i progetti di restauro e miglioramento sismico degli edifici;
  • laboratori di restauro e lavorazione del travertino;
  • concorso fotografico;

–   integrazione del feedback nel processo complessivo di visita:

  • includendo i visitatori che avrebbero dovuto riflettere su come era andata la loro visita personale e l’eventuale esperienza di laboratorio;
  • integrando lo staff della Soprintendenza nella presentazione dell’attività di feedback al momento iniziale della visita.

Le attività strategiche

Al fine di rendere la restituzione dei feedback un’esperienza piacevole e semplice da gestire sia per i visitatori sia per lo staff, abbiamo dedicato molta attenzione a queste attività :

  • come “intercettare” fisicamente le persone a valle dell’esperienza, in quanto la loro mobilità ed estemporaneità di movimento poteva diventare un problema da risolvere;
  • come registrare le loro risposte, ossia quanto e come impegnarle in una raccolta dati cartacea o digitale col telefonino;
  • quali altri canali utilizzare per raccogliere il feedback sull’esperienza vissuta.

Soluzioni e strumenti

L’intercettazione fisica dei visitatori è stata gestita collocando un tavolo di raccolta dei feedback in prossimità degli altri tavoli di accoglienza, in una posizione adatta a monitorare i visitatori alla fine della loro visita al cantiere. 

La registrazione dei feedback è stata impostata sia con mezzi digitali (questionari on line creati con Google Form e un Qr Code da inquadrare con il telefonino) sia con un questionario cartaceo anonimo. Con nostra grande sorpresa ha prevalso il cartaceo!

Abbiamo usato anche altri due strumenti per raccogliere i feedback

  • il libro delle “dediche”, ove le persone potevano lasciare un loro commento sull’evento, anche un disegno…i ragazzi/e e i bimbi hanno preferito disegnare!
  • la lavagna con i post-it per raccogliere i feedback dei minorenni che non potevano compilare i questionari ufficiali. Questa modalità è stata utilizzata in particolare a Monte San Martino per la gara di fotografia.

La struttura e i contenuti dei questionari

Per ogni evento abbiamo creato un questionario ad hoc composto da tre sezioni:

una sezione “anagrafica”, per conoscere le caratteristiche della popolazione partecipante sulla base di questi indicatori di interesse per il Segretariato:

  • la provenienza geografica;
  • la classe d’età;
  • il livello d’istruzione;
  • il canale con cui si erano informati;
  • la scelta o meno di voler essere informati degli sviluppi successivi;

–   una sezione di valutazione qualitativa della visita o del laboratorio, dove abbiamo usato 6 domande strutturate, proponendo una valutazione del livello di soddisfazione delle aspettative del visitatore da 1 (non soddisfacente) a 5 (molto soddisfacente) su questi sei indicatori:

  • accoglienza;
  • narrazione dei contenuti;
  • sicurezza;
  • durata;
  • interattività;
  • chiusura;

–   una sezione “aperta”, per far esprimere liberamente i partecipanti su questi due argomenti:

  • che cosa ti è piaciuto di più;
  • quali miglioramenti ci consigli.

Esperienza di Feedback #1:

I questionari per le visite guidate “Voci di cantiere”

I cantieri inseriti nel programma di visita sono stati:

  • Chiesa e Convento di Sant’Agostino a Pieve Torina (MC);
  • Collegiata Santa Maria e Palazzo dei Priori a Visso (MC);
  • Palazzo Saladini di Rovetino ad Ascoli Piceno (AP), Palazzo di proprietà privata, socio di ADSI – Associazione Dimore Storiche Italiane sezione Marche;
Visita a Castel di Luco con la guida dell'architetto che ha progettato gli interventi di restauro.

Le narrazioni dei progetti di restauro sono state studiate ed eseguite in modo corale dai vari protagonisti coinvolti: proprietari dei beni, progettisti, imprese esecutrici, studenti universitari, ricercatori, restauratori e funzionari del Segretariato delle Marche.

Lo scopo era quello di mostrare alla comunità la numerosità e varietà di soggetti e competenze che è necessario integrare per un progetto di ricostruzione post sisma.

Importanti sono stati anche i contributi di Associazioni e scuole locali. A Visso, ad esempio, l’accompagnamento dei visitatori da un sito di visita all’altro, è stato guidato da figuranti in abiti medievali dell’Associazione “Torneo delle Guaite”, mentre ad Ascoli Piceno, a Palazzo Saladini di Rovetino, il racconto è stato arricchito da stacchi musicali degli studenti dell’Istituto Musicale Gaspare Spontini. La loro presenza ha trasformato le visite in performance teatrali, rendendo l’atmosfera generale poetica, festosa e leggera.

I suggerimenti dei partecipanti su punti di forza

Dalla lettura dei feedback, sono emerse risposte sorprendenti soprattutto nella parte di commenti liberi. Inizialmente, leggendo ciascuna risposta singolarmente, ci sembrava di aver raccolto delle “ovvietà”, perché molte risposte erano generiche: bello, utile, interessante e così via. Poi, adottando il principio di “affinità”, ovvero raccogliendo le risposte con significati simili e distillando le parole chiave ripetute, abbiamo scoperto che i messaggi che ci venivano inviati erano assolutamente pregnanti e ricchi di senso.

Le tabelle che seguono raccontano il risultato di questo lavoro di “affinità” per le visite ai cantieri.

28 maggio 202229 maggio 202211 giugno 202212 giugno 2022
Pieve Torina (MC)Visso (MC)Ascoli PicenoCastel di Luco – Acquasanta Terme (AP)
NARRAZIONENARRAZIONENARRAZIONECONTATTO CON GLI EDIFICI
CONTATTO CON GLI EDIFICICONTATTO CON GLI EDIFICICONTATTO CON GLI EDIFICINARRAZIONE
ATMOSFERA / RAPPORTO CON GLI ORGANIZZATORIATMOSFERA / RAPPORTO CON GLI ORGANIZZATORIATMOSFERA / RAPPORTO CON GLI ORGANIZZATORIATMOSFERA / RAPPORTO CON GLI ORGANIZZATORI
PARTECIPAZIONEORGANIZZAZIONEORGANIZZAZIONEORGANIZZAZIONE
ORGANIZZAZIONE
Che cosa è piaciuto di più ai partecipanti.

Ciò che è piaciuto di più sono state in primis la narrazione dei contenuti, che ha fatto emergere la professionalità dei tecnici coinvolti e la passione dei proprietari, la possibilità di rientrare negli edifici chiusi da anni, l’atmosfera leggera e gioiosa, il rapporto amichevole con gli organizzatori, la partecipazione empatica dei presenti e l’organizzazione complessiva dell’evento.

I suggerimenti dei partecipanti sulle aree di miglioramento

28 maggio 202229 maggio 202211 giugno 202212 giugno 2022
Pieve Torina (MC) Visso (MC)Ascoli PicenoCastel di Luco – Acquasanta Terme (AP)
PROMOZIONE EVENTOTRASPARENZA VERSO I CITTADINI, AVANZAMENTO LAVORICONTINUITÀ E APPROFONDIMENTOPROMOZIONE EVENTO
ESPLORARE DI PIÙCONTINUITÀ E APPROFONDIMENTOPROMOZIONE EVENTOINTERATTIVITÀ VISITA
FUTURI POSSIBILIFUTURI POSSIBILIACUSTICATRASPARENZA VERSO I CITTADINI, AVANZAMENTO LAVORI
PRIMA AI CITTADINIORGANIZZAZIONE E SERVIZI
ESPLORARE DI PIÙNARRAZIONE
FUTURI POSSIBILI
Che cosa i partecipanti consigliano di migliorare.

Come mostra questa tabella, sul fronte del miglioramento possibile, troviamo ai primi posti la raccomandazione di promuovere eventi di questo tipo a una platea ancora più ampia di persone e con una forza comunicativa più densa. C’è il riconoscimento di un avvio di “trasparenza” verso i beneficiari e una richiesta, quella di “continuare” nella trasparenza, nell’informazione per aggiornare lo stato dell’arte dei lavori con i cittadini del territorio.

I messaggi dei fruitori sono forti e chiari.

Le valutazioni dei partecipanti

La tabella che segue riporta le valutazioni dei partecipanti e mostra una grande e generalizzata soddisfazione per l’esperienza vissuta. Il punteggio andava da 1 (insoddisfazione) a 5 (molto soddisfatto). Come potete notare, i valori sono tutti molto alti, compresi tra 4,2 e 4,9. Gli aspetti più apprezzati sono stati la sicurezza delle visite (rappresentata simbolicamente dalla fornitura di un casco da cantiere ad ogni partecipante) che ha ottenuto un voto di 4,9/5 in tre siti su quattro, e l’accoglienza, che ha ricevuto un punteggio con valori medi tra 4,5/5 e 4,9/5.

28 maggio29 maggio 11 giugno 12 giugno
Pieve Torina (MC)Visso
(MC)
Ascoli PicenoCastel di Luco
Acquasanta Terme (AP)
EVENTO NEL COMPLESSO4,44,24,54,7
ACCOGLIENZA4,74,54,64,9
NARRAZIONE DELL’INTERVENTO DI RESTAURO4,74,64,54,6
SICUREZZA VISITA4,64,94,94,9
DURATA DELLA VISITA4,64,24,5nd
CHIUSURA EVENTO4,74,54,5nd
INTERATTIVITÀ CONTENUTIndndnd4,6

Valutazioni dell’esperienza di visita

Esperienza di Feedback #2:

I questionari per i laboratori

I laboratori inseriti nel programma erano:

  • Laboratorio di restauro “Mani in arte” a Visso (MC), organizzato dall’Istituto Centrale del Restauro di Roma (ICR), dove adulti e bambini, sotto la guida della restauratrice Aspasia Formichetti, hanno potuto conoscere varie tecniche di restauro degli affreschi, di salvataggio e trasporto di opere d’arte danneggiate dal sisma;
  • “Travertino e componibilità” a Castel di Luco (AP), laboratorio organizzato da Terra Vettore APS e guidato dagli artisti Gianluca Staffolani e Alessandro Virgulti dove adulti e bambini hanno potuto realizzare con le loro mani dei gioielli in travertino e rame e delle costruzioni con piccoli blocchi di travertino;

© Foto di Terra Vettore APS ( Fonte: https://www.facebook.com/terravettore/)

  • “Materia e vuoti” a Castel di Luco (AP), laboratorio organizzato da Terra Vettore APS e guidato dagli artisti Antonio de Marini e Valentino Giampaoli, dove adulti e bambini hanno potuto stampare delle magliette utilizzando timbri di travertino;

© Foto di Terra Vettore APS ( Fonte: https://www.facebook.com/terravettore/)

  • “Trasformare Ascoltando” a Castel di Luco (AP), un laboratorio creativo, organizzato e guidato da Officina dei Sensi, dove adulti e bambini, anche ipovedenti e non vedenti, hanno potuto realizzare sculture con l’argilla.
Laboratorio di scultura con l'argilla di Officina dei Sensi.
© Foto di Terra Vettore APS ( Fonte: https://www.facebook.com/terravettore/)

La partecipazione a tutti i laboratori è stata alta anche se la concomitanza con le visite ai cantieri, ha reso talvolta l’intercettazione del pubblico difficile o impossibile. Nonostante tutto i posti disponibili, in totale 120, sono stati saturati e la soddisfazione alta degli utenti è mostrata nei volti attenti, divertiti e sorridenti dei partecipanti!

I suggerimenti dei partecipanti su punti di forza e aree di miglioramento

Come per le visite in cantiere, anche nei laboratori le risposte più interessanti sono state quelle libere.

Alla domanda “Che cosa è piaciuto di più?” in prima posizione troviamo la “narrazione” del laboratorio di restauro dell’ICR, a pari merito con l’esperienza di costruzione del gioiello di travertino e la relazione con i maestri artigiani che hanno guidato le attività.

Alla domanda “che cosa ci consigli di migliorare?” la risposta corale è stata….dateci più tempo! E poi la richiesta, altrettanto corale, è stata …”dateci ancora opportunità di laboratorio, come questa”.  

Lavorare con le proprie mani, creare e trasformare si è dimostrata una delle forme di coinvolgimento e apprendimento più efficaci per far sentire i visitatori protagonisti.

Chi ha partecipato? 

Ci sono stati due segmenti di popolazione piuttosto diversi: 

  • hanno partecipato molti bambini nella sezione della costruzione del gioiello (Travertino e componibilità), e in quella della stampa delle magliette (Materia e vuoti);
  • il secondo gruppo che vogliamo segnalare è costituito da persone ipovedenti e non vedenti che hanno partecipato alla sessione “Trasformare ascoltando”, e che fanno parte dell’associazione “Officina dei sensi”.

Esperienza di Feedback #3:

Il libro delle dediche

Non tutte le persone amano rispondere a domande molto strutturate. Perciò, per arricchire l’esperienza di feedback, accanto al questionario, è stato attivato anche il “libro delle dediche”: un librone a pagine bianche, ben rilegato, messo a disposizione dei visitatori per dare la possibilità di commentare liberamente l’esperienza vissuta e valorizzare differenti canali espressivi. Alcuni partecipanti, sia adulti che bambini, hanno così deciso di scrivere e disegnare su questo libro.

Il valore di questo strumento è quello di permettere alle emozioni di fluire spontaneamente. Di seguito trovate un esempio di alcune delle affermazioni trascritte, che dimostrano quanto i visitatori si siano sentiti a loro agio e abbiano potuto vivere intensamente la loro personale esperienza:

  • a Pieve Torina: “Emozionante il clima di amicizia…si sentiva la passione unita alla professionalità (Soprintendenza e tecnici)…ti fanno sentire a casa tua”;
  • a Visso: “Commozione”, “Emozionante!”
  • ad Ascoli Piceno: “Ascoli Piceno vede i contenitori pubblici e privati come le nuove fabbriche del futuro”; “ ci sono luoghi che più di altri ci restituiscono l’anima di un secolo”; “l’avventura comincia!!”;
  • a Castel di Luco: “posto magico”; “giornata da memoria”.

Il libro delle dediche ci trasmette la grande empatia che si è sviluppata in questi eventi e che ha emozionato classi di età molto diverse: dai bambini e giovani ragazzi (9-14 anni) agli adulti (la maggioranza dei partecipanti).

Esperienza di Feedback #4:

La lavagna con i post-it per il concorso fotografico per ragazzi

Il ricco programma dei “Cantieri Aperti” ha incluso anche un concorso fotografico, dedicato ai ragazzi dai 9 ai 14 anni e organizzato con il supporto delle scuole locali.

La competizione si è svolta il 29 maggio nel Comune di Monte San Martino (MC) ed ha visto ventiquattro studenti, suddivisi in otto squadre, gareggiare per esprimere, attraverso la fotografia, una loro re-interpretazione di edifici e monumenti della storia del loro Paese. Ha vinto il gruppo che ha ottenuto il maggior numero di “like” sulla pagina Facebook Ophera Project MiC, dove le loro foto sono state pubblicate.

Una delle foto del team vincitore del contest fotografico. Team 8 N-C-L
Una delle foto del team vincitore 8 N-C-L.

Al termine della gara, per raccogliere il feedback dei bambini, abbiamo utilizzato lo strumento del post-it, chiedendo loro come si sentivano dopo la competizione e riportando le loro risposte su una lavagna a fogli mobili. Abbiamo scelto questa soluzione per superare gli ostacoli dovuti alla timidezza e ai vincoli normativi legati alla privacy.

Come nelle domande aperte dei questionari, anche in questo caso, abbiamo svolto un’attività di “Affinity” tra le parole chiave ripetute nelle risposte. Lo scopo era quello di far emergere dai ragazzi gli aggettivi che potevano raccontare al meglio le loro emozioni durante il gioco. L’attributo più ricorrente è stato “divertente”, mentre gli altri sono stati: bellissimo, emozionante, fantastico, indimenticabile, faticoso, educativo, complicato, ottimo.

Lavagna con post-it usata a Monte San Martino (MC) per raccogliere i feedback al termine della competizione fotografica per ragazzi.

Conclusioni

A che cosa serve il feedback espresso dai fruitori

Il feedback dei fruitori di un evento è un risultato indispensabile di ogni progetto, se il committente vuole una verifica NON autoreferenziale dei risultati ottenuti. Acquisire i feedback di chi partecipa è da considerarsi un valore che DEVE esserci in ogni evento che organizziamo.

L’attività di raccolta delle opinioni e delle istanze dei visitatori, infatti, dona ai committenti vari benefici nelle tre fasi chiave del processo, prima dell’evento, ovvero durante la progettazione dell’esperienza di feedback, durante l’esecuzione delle attività con il pubblico, e dopo l’evento, ovvero durante la fase di debriefing.

Durante la progettazione, ad esempio, si portano in primo piano i destinatari dell’evento, si focalizzano i loro bisogni, i loro desideri e i contenuti chiave da raccogliere per apprendere dalle loro osservazioni. Durante l’esecuzione delle attività con il pubblico, invece, possiamo far sentire i partecipanti come “protagonisti”, chiedendo loro come hanno vissuto l’esperienza e, se vogliono, come possono aiutarci a migliorarla. Infine, dopo l’evento, si analizzano informazioni preziose per definire strategie di crescita ed evoluzione del proprio operato.

Misurare le proprie prestazioni nella gestione di un evento

La gestione di un evento è un processo complesso. Serve uno staff preparato e coerente, che abbia interiorizzato il senso e i significati dell’evento.

Per ottenere questo risultato è necessario che le persone dello staff siano empatiche e disponibili all’ascolto dei partecipanti, pronte alla soluzione in tempo reale di eventuali problemi che emergeranno, mostrino qualità di relazione congruenti con le aspettative dei partecipanti e siano capaci di aggiornare i programmi in caso di imprevisti che possono verificarsi come, ad esempio, il cambio delle condizioni meteorologiche.

Una squadra ben preparata ad operare sul campo, necessita di una buona guida che indichi la direzione comune verso cui andare insieme.

La verifica del proprio lavoro impone di inserire nei questionari domande capaci di misurare le prestazioni del team sia in termini di efficienza sia di efficacia sulla comunicazione e le modalità di relazione con i propri visitatori. Ogni riflessione che emergerà dall’analisi dei dati, permetterà di comprendere quali sono i propri punti di forza da valorizzare e le aree di miglioramento a cui dare attenzione per la preparazione di eventi successivi.

Resoconto finale

Il caso studio che vi abbiamo descritto in questo articolo, dimostra come la buona pianificazione del processo e dell’esperienza di feedback – prima, durante e dopo gli eventi – abbia permesso di ottenere questi tre importanti risultati per i curatori:

  1. ha misurato le ottime valutazioni complessive sull’organizzazione e la gestione delle visite ai cantieri e dei laboratori da parte del Segretariato delle Marche;
  2. sono emerse le fasi critiche e i dettagli a cui dare più attenzione negli eventi futuri;
  3. gli organizzatori hanno preso consapevolezza del contributo attivo dei partecipanti che hanno mostrato, nelle sezioni delle domande libere, una grande capacità di fornire proposte e valutazioni di merito sui contenuti.

Renzo Provedel e Federica Benatti

Riattivare una comunità da remoto si può!

Riattivare una comunità da remoto

Riattivare una comunità da remoto si può?

Per molti è un missione impossibile ma noi ci abbiamo provato,
e possiamo confermarvi che riattivare una comunità da remoto si può, anche se nel gruppo sono presenti persone con poca confidenza con la tecnologia.

Che cosa ha fatto la differenza?

  • Una forte intenzione individuale e di gruppo;
  • i giusti metodi e format di lavoro collaborativo;
  • la presenza di un team di facilitatori.

Sei curioso di sapere come? Bene… questa è la nostra storia!

 

Questo 2020 si è rivelato un anno estremamente sfidante per tutti. Tuttavia, dietro la facciata delle difficoltà, ha fatto emergere delle opportunità straordinarie.

Come amiamo raccontare negli eventi di formazione, ciò che accade ha una natura neutra, è un fatto. Viverlo come un evento ad alto impatto (sia esso positivo o negativo) dipende dalle nostre prospettive personali. Permettere a un evento di cambiare le nostre vite, dipende dalle nostre scelte, dalle nostre decisioni e dalle nostre azioni.

I paletti imposti dal governo sugli spostamenti di persone e merci, per frenare la diffusione della pandemia, hanno portato ad una profonda trasformazione dei flussi delle persone sul territorio.

Hanno cambiato i bisogni e i desideri dei viaggiatori sulle destinazioni da esplorare, sulle attività da fare lontani da casa e le caratteristiche degli alloggi. Hanno trasformato i nostri comportamenti sul lavoro e le modalità di comunicazione con familiari, colleghi, clienti e amici.

Anche noi di BRIT, che abbiamo fondato il cuore del nostro lavoro sui laboratori in presenza per riattivare le famiglie proprietarie delle dimore storiche e le comunità dei borghi delle aree interne, abbiamo dovuto convertire tutti i format dei nostri eventi, per riuscire a facilitarli anche da remoto.

Trasformare le modalità di relazione con i clienti, i business partner, i fornitori, i soci è una scelta di sopravvivenza e di resilienza per le imprese.

Ma che cosa succede se le persone non sono così veloci ad adeguarsi ai cambiamenti strutturali che la vita ci mette di fronte?

È indispensabile fermarsi, rallentare e supportare tutti per garantire un allineamento fra le persone.

Serve imparare cose nuove, acquisire nuove competenze e trasmetterle affinché le idee possano circolare e creare valore per noi, le nostre famiglie e la comunità.

Fortunatamente BRIT è una società nata liquida. Il mio socio Renzo ed io, infatti, viviamo molto distanti e da quando ci conosciamo, dal lontano 2009, lavoriamo da remoto. Utilizziamo quotidianamente tutti gli strumenti per la videoconferenza e il lavoro collaborativo che il web ci mette a disposizione.

Zoom, Google Drive, Dropbox, Whatsapp, Google Meet, Streamyard, sono solo alcuni degli strumenti che abbiamo imparato ad usare, per gestire il lavoro da remoto: da marzo 2020 si sono dimostrati la nostra grande porta di accesso e di vicinanza alle persone.

 

Dal primo lockdown viviamo continuamente connessi: 8-10 ore al giorno a conoscere persone, ad ascoltare storie di spopolamento e di abbandono da tutte le parti d’Italia, che gli abitanti locali o famiglie stanche di vivere in città, vogliono impegnarsi a contrastare.

Si è diffuso un grande desiderio collettivo di rinascita, di cambiare ciò che non funziona più, di trovare soluzioni a problemi sistemici che ci affliggono da decenni e che non avevamo il tempo di riconoscere, vedere e prendercene cura.

Uno dei doni che le nuove regole di mobilità ci hanno portato, è il ritorno degli Italiani a visitare, esplorare e osservare con occhi nuovi l’Italia.

L’Italia sta tornando visibile, le aree interne sono tornate nel radar degli interessi della politica, dei cittadini e degli imprenditori italiani.

Chi ha creduto nel valore di questi territori e si è impegnato a promuoverli, si è trovato pronto a cogliere l’occasione per farsi conoscere e aggregare l’attenzione di tante persone sulla propria missione.

Da oggi iniziamo così il DIARIO di un nuovo percorso di comunità, di un nuovo LABORATORIO di TRASFORMAZIONE SOCIALE FATTO TUTTO DA REMOTO, che probabilmente non sarebbe nato senza le occasioni d’incontro da remoto stimolate dal blocco degli spostamenti.

*  *  *

Partiamo dall’inizio.

 

Torniamo al 12 giugno. Quel pomeriggio Paolo Fedi di ManagerItalia (https://www.linkedin.com/in/paolofedi/), mi invitò ad un suo corso di formazione sulla Teoria U, per raccontare ai partecipanti come la applichiamo al tema del ripopolamento dei Borghi delle aree interne.

In quella stessa occasione mostrai come trasformare i format delle Mappe 3D e delle Mappe 4D del Presencing Institute per riattivare le comunità da remoto. Descrissi passo dopo passo come creare gli scenari di sviluppo con oggetti “virtuali” e “giochi di ruolo da remoto”, utilizzando Zoom e gli strumenti gratuiti di Google Fogli e Google Disegni.

Come riattivare una comunità con la Teoria U
Schermata evento sull’applicazione della Teoria U al ripopolamento dei borghi.

Fra i partecipanti a quell’incontro c’era anche Federica Maino, ricercatrice dell’Istituto per lo Sviluppo Regionale di Eurac Research , uno dei centri di ricerca più importanti del nostro paese focalizzato su questi temi:

  • regioni dove si vive bene;
  • la diversità come valore;
  • una società sana.

BRIT e “Montagne Vitali”

Il 3 luglio ricevo una mail di Federica dove mi racconta che fa parte di un team di ricerca che sta sviluppando in Trentino un progetto con molte affinità con quello che facciamo noi.

Il progetto si chiama “Montagne Vitali” (http://www.montagnevitali.tk/): un percorso iniziato nel 2019 con l’obiettivo si definire un piano strategico per la valorizzazione e il ripopolamento del borgo di Montagne.

Tre Ville una comunità da riattivare
Vista satellitare del territorio di Tre Ville. Fonte: Google Earth

Montagne è un borgo composto dalle tre frazioni di Cort, Larzana e Binio. Si trova nelle aree più elevate del Comune di Tre Ville: un Comune della Provincia autonoma di Trento, nato nel 2016 dall’aggregazione di Montagne con Ragoli e Preore.

Comune di Tre Ville
Cartina di Tre Ville con i confini dei Comuni soppressi e dei Comuni limitrofi. (Fonte: https://www.tuttitalia.it/variazioni-amministrative/nuovo-comune-di-tre-ville/)

Si tratta di un territorio che, nonostante la vivacità culturale della comunità, non è esente da un lento e progressivo trasferimento degli abitanti verso le zone di valle.

Andamento demografico Tre Ville
Andamento della popolazione di Tre Ville dal 1921 al 2018; fonte: ISTAT; elaborazione: Istituto per lo sviluppo regionale, Eurac Research

Il Team di Eurac nel suo primo anno di progetto, ha svolto un importantissimo lavoro di analisi del territorio e di coinvolgimento della comunità. Ha fatto emergere tutti i punti di forza, le opportunità di sviluppo e le criticità sfidanti su cui investire una progettualità di comunità.

Analisi SWOT – I punti di forza del territorio, Elaborazione: Istituto per lo sviluppo regionale, Eurac Research, 2019

Analisi Swot. Le criticità attuali.
Analisi SWOT: le criticità attuali, Elaborazione: Istituto per lo sviluppo regionale, Eurac Research, 2019

Da questo lavoro è emerso come tema strategico la creazione di una rete di ospitalità diffusa sul territorio di Montagne.

 

Verificati gli obiettivi, i tempi e le risorse finanziarie disponibili, insieme ad Eurac, e in accordo con il Comune di Tre Ville, abbiamo avviato un percorso per la progettazione della rete di ospitalità diffusa. Il tutto coinvolgendo fin da subito, un gruppo di cittadini attivi della Comunità di Tre Ville.

Ecco che cosa faremo insieme nei prossimi mesi.

IL PERCORSO IN OTTO TAPPE

Trasformare una località poco conosciuta, in una destinazione turistica, è un progetto molto sfidante.

È un lavoro che comporta cambiamenti profondi della comunità locale. Identità, valori, comportamenti e ruoli consolidati nel tempo, potrebbero essere messi in discussione, facendo emergere paure e tenaci resistenze.

I cambiamenti sistemici necessitano perciò di tempo, pazienza e tanto ascolto. Cooperazione, investimento di risorse, acquisizione di nuove competenze, una profonda connessione fra le persone coinvolte nel processo sono la base.

La Teoria U ci ha insegnato che un percorso di cambiamento virtuoso si svolge in otto tappe, come rappresentato nello schema di colore giallo sottostante:

Percorso di cambiamento virtuoso vs distruttivo
Percorso di cambiamento virtuoso vs distruttivo. Fonte: Presencing Institute.

Le prime cinque tappe si possono compiere in 5-6 mesi, mentre le tappe della parte ascendente della U, variano in base alla complessità della sfida da affrontare e alla convergenza dei partecipanti.

Con la Comunità di Tre Ville per ora ci concentreremo sulle prime tre tappe del percorso, focalizzate su:

  • la creazione della squadra di cittadini attivi che parteciperanno al percorso;
  • l’emersione di una loro intenzione comune;
  • l’acquisizione di informazioni sul mercato dell’ospitalità locale;
  • l’allenamento all’ascolto profondo capace di generare una progettualità collettiva;
  • la creazione dello scenario futuro a cui desiderano contribuire insieme;
  • la comprensione dei bisogni, dei desideri e dei comportamenti dei clienti ideali a cui rivolgere i servizi di ospitalità.

Il percorso per riattivare la comunità di Tre Ville.
Schema del percorso che faremo con la comunità di Tre Ville.

Se volete sapere come riattivare una comunità da remoto rimanete sintonizzati… Ne vedrete delle belle!

*  *  *
Se desideri ricevere ulteriori informazioni in merito al metodo o al progetto scrivici qui:

I live in Vaccarizzo: prototipazione partita!

Con le “prove di prototipazione” di I live in Vaccarizzo abbiamo iniziato a scaldare i motori… Ora la comunità parte con la vera prototipazione!

Il racconto è ricco e merita di un po’ di tempo per la lettura: siete pronti?

CAPITOLO 7 

Prototyping

Lo schema di processo della Teoria U
La fase di prototipazione nello schema di processo della Teoria U per i cambiamenti sostenibili.

Comprendere i valori di una comunità: Il pellegrinaggio notturno da Vaccarizzo a Paola

Facilitare un percorso di comunità non è attività semplice. Entrare in empatia può avvenire spontaneamente con le singole persone ma la creazione di fiducia di un gruppo è ben altra sfida. In preparazione all’ultimo workshop abbiamo perciò deciso di immergerci più profondamente nel contesto, cercando di comprendere i valori profondi che guidano il senso di appartenenza della comunità. In Calabria la devozione cristiana è un fattore economico e culturale imprescindibile, un elemento di aggregazione straordinario che non potevamo ignorare. 

Il 3 maggio abbiamo perciò ripreso il volo per Vaccarizzo per partecipare alla festa dedicata a San Francesco da Paola. Tradizione locale è fare durante la notte tra il 3 e il 4 maggio un pellegrinaggio a piedi che parte da Vaccarizzo di Montalto fino a Paola. Si parte alle 4:00 del mattino e in piena notte, dotati di torce, si sale verso il bosco. C’è chi per devozione fa tutt’oggi questo percorso in mezzo al bosco scalzo. 

Inizio del pellegrinaggio notturno verso Paola
Inizio del pellegrinaggio notturno verso Paola.

foto satellitare strada da Vaccarizzo a Paola
Foto satellitare della strada nel bosco che collega Vaccarizzo a Paola

Il percorso è lungo circa 20 Km, di cui i primi 7,5 in salita, immersi in un bosco che passa da profumatissimi alberi di acacia in fiore ai castagni per arrivare in cima al primo santuario dedicato a San Francesco immersi tra frassini secolari. La luce dell’alba piano piano arriva portando con sé bagliori e colori che rendono le foglie appena nate e le cortecce dei tronchi di un verde chiaro brillantissimo. 

L’atmosfera è sospesa nel tempo, gli uccellini iniziano a cantare e tutto sembra risvegliarsi in un alone di magia. Ti guardi intorno pensando che prima o poi sbucheranno da dietro gli alberi fate, folletti, elfi e troll. La compagnia composta da una trentina di eroi, che hanno deciso di partire nonostante le previsioni meteo pessime, inizia a chiacchierare allegramente pensando al primo falò che avrebbero potuto preparare in cima alla montagna.

Immagini del cammino nel bosco di faggi secolari per arrivare al primo luogo di preghiera dedicato a San Francesco da Paola.
Immagini del cammino nel bosco di faggi secolari per arrivare al primo luogo di preghiera dedicato a San Francesco da Paola.

Dopo circa 3 ore di cammino si arriva al primo punto di preghiera: un altare bianco, semplice dietro il quale si innalza la scultura di San Francesco da Paola adornata di fiori freschi. Il tempo di qualche preghiera, voto e pensiero donato al cielo che gli uomini più attrezzati iniziano a preparare il fuoco e a distendere improvvisate tovaglie in plastica per affettare soppressate, salsicce e formaggi con cui ricaricare le batterie. C’è chi tira fuori bottiglie di vino fatto in casa e thermos con caffè ancora caldo.

Si rimane in sosta una buona mezz’ora raccontando aneddoti degli scherzi che gli anziani facevano loro da bambini le prime volte che li portavano in pellegrinaggio per aumentare il senso miracoloso dell’azione del Santo.

Unico momento che ha lasciato sgomento chi veniva da fuori della Calabria è stato quando, dopo la fine della colazione, le persone, anziché raccogliere bottiglie e bicchieri di plastica usati per metterli negli zaini e buttarli nei bidoni a valle, li hanno bruciati nel falò!!! Inconcepibile, soprattutto in un luogo di così grande bellezza ancora incontaminata. Su questo punto, legato alla sensibilità ambientale degli abitanti ci si dovrà lavorare molto seriamente.

Il cammino riprende e, nonostante sia tutto in discesa, le difficoltà aumentano: il terreno è ripidissimo, bagnato per le piogge dei giorni precedenti, molti sentieri sono smottati e i percorsi usuali vanno modificati affidandosi al senso di orientamento dei più esperti.

I sentieri sono spesso interrotti da rivoli d’acqua e la solidarietà intergenerazionale emerge potente.

La fatica si fa sentire ma il gruppo è motivato ad andare fino in fondo: gli uomini aiutano le donne, i giovani aiutano gli anziani. Si crea una catena umana che dialoga e si supporta con spirito di avventura, responsabilità e divertimento.

Il paesaggio ad un certo punto cambia all’improvviso: iniziano a vedersi felci, ginestre selvatiche in fiore, profumatissime e piene di spine, piante di asparago selvatico e l’odore di mare stuzzica le narici. Paola è all’orizzonte. Inizia ad intravedersi il Santuario di San Francesco. Alle 11:30 il gruppo compatto, stanchissimo ma felice, arriva sul piazzale della Chiesa in attesa di partecipare alla processione.

Arrivo al Santuario di San Francesco da Paola.
Arrivo dei pellegrini al Santuario di San Francesco da Paola.

Giusto il tempo di una foto di gruppo inizia a diluviare. Ci si rifugia in chiesa qualche minuto ma verso mezzogiorno si riprende il cammino per raggiungere la stazione dei treni e rientrare a Vaccarizzo.

La chiesa è gremita di gente: migliaia di persone da tutta la Calabria unite in preghiera. Il senso di devozione è tangibile e potente e fa comprendere quando potenziale ci sia nello sviluppo di servizi dedicati al turismo religioso in queste zone.

Alle 14:30 i pellegrini sono di nuovo al caldo delle proprie abitazioni, carichi dell’orgoglio di essere riusciti anche quest’anno nell’impresa.

È stata un’esperienza straordinaria che ci ha fatto capire quanto la tradizione di un pellegrinaggio sfidante come questo, aiuti a ricordarsi che la comunità esiste, che la sua forza e la sua capacità di supporto ai singoli ci siano sempre, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà. La solidarietà e l’appartenenza nascono dal condividere la fatica del percorso e la gioia dei risultati. È bastato scegliere di provarci che l’accoglienza è stata immediata, anche per chi come noi era di fatto un completo estraneo fino a poco tempo prima.

Nel pomeriggio arrivano a Vaccarizzo anche Michela e Renzo e abbiamo iniziato ad allestire la sala della scuola per il nuovo workshop.

Questa volta la scuola mostra una faccia nuova: tutto è pulito e ordinato.

Il bagno funziona e funziona bene pure l’impianto di videoproiezione, i microfoni, l’amplificatore. Vasi di piante in fiore abbelliscono l’ingresso e il corridoio.

La sala della scuola pulita e attrezzata.
La sala della scuola pulita e attrezzata.

Le azioni dei singoli piano piano mostrano risultati evidenti. Il processo di cura è partito. Si può cominciare!

Prove generali dei facilitatori Renzo e Michela.
Prove generali dei facilitatori Renzo e Michela.

Il workshop

Il 5 maggio alle 10:00 si da inizio al secondo workshop con la comunità di Vaccarizzo, con la consegna del nuovo manuale di lavoro.

Questa giornata di lavoro è stata suddivisa in tre fasi:

  1. Co-sensing: riflessione in gruppo su ciò che è avvenuto nel workshop di marzo, analizzando i vari passaggi insieme. Focus sugli stakeholder chiave che hanno attivato i processi di cambiamento. Formazione dei gruppi di prototipazione.
  2. Co-inspiring: Diario personale per allineare le proprie intenzioni agli obiettivi del prototipo che si vorrà seguire. Ci si focalizzerà sul proprio Sé futuro.
  3. Co-creating: ci si divide in gruppi, uno per prototipo e si approfondisce ogni progetto con una nuova mappa 4D.

Tutti pronti per cominciare.
Tutti pronti per cominciare!

facilitatori pronti per partire
anche i facilitatori…

Co-sensing

Fatte le presentazioni dei nuovi partecipanti, Michela ha fatto un ripasso dei 4 prototipi progettati nel workshop di marzo e un ripasso dei punti chiave emersi durante la mappa 4D. Federica ha completato la presentazione illustrando gli schemi di sintesi della scultura 1 e della scultura 2 e le dinamiche più rilevanti emerse durante l’esercizio.

Lavoro in plenaria.
Lavoro in plenaria.

Sulla base di queste mappe è stato chiesto ai partecipanti di segnalare le due relazioni più forti e strategiche che ha visto crearsi nella scultura 2.

Le scelte sono state riportate in una tavola chiamata “Le alleanze future”.

Le alleanze del futuro.
Le alleanze del futuro.

Le alleanze riconosciute chiave da più partecipanti sono state:

  • MADRE TERRA – RESIDENTI
  • INFRASTRUTTURA DIGITALE – MIGLIOR FUTURO POSSIBILE
  • ANZIANI – ADOLESCENTI+BAMBINI

Anche altri soggetti sono stati ritenuti rilevanti nell’ecosistema futuro, che sono:

  • gli artigiani del legno;
  • i proprietari di immobili abbandonati;
  • gli stranieri.

Durante l’esercizio sono emerse alcune riflessioni interessanti:

  • madre terra non è il passato ma è la base su cui ripartire, su cui progettare il futuro, anche con l’aiuto della tecnologia;
  • i residenti sono un punto di forza dell’ecosistema: tutti devono avere un ruolo;
  • importante potenziare l’infrastruttura digitale per non far allontanare i giovani;
  • i giovani dovranno fare proprie anche le tradizioni per tenere vivo un legame tra passato e futuro. Il rapporto tra giovani e anziani è chiave.

Dopo questa prima lettura abbiamo introdotto i 4 prototipi, ponendo l’attenzione sul ruolo dei 5 stakeholder che attivarono il processo di cambiamento dalla scultura 1 alla scultura 2. Abbiamo avviato una votazione che indicasse la rilevanza del ruolo di ogni stakeholder per l’attuazione dei progetti. Ciò che ne è emerso è un legame di interdipendenza tra madre terra e i residenti in tutti e 4 i prototipi, e la consapevolezza del proprio ruolo e della responsabilità individuale sull’avviamento delle attività.

Gli stakeholder chiave per i prototipi
Gli stakeholder chiave per i prototipi.

Finite le votazioni si è proceduto a creare 3 gruppi di lavoro sui tre prototipi più complessi, ovvero “la valorizzazione della montagna”, la “socializzazione” e “Vaccarizzo da assaggiare”. A questo punto si è andati in pausa e ne abbiamo approfittato per fare un pranzo in piedi a buffet nel corridoio della scuola. Ogni famiglia si è organizzata per allestire lo spazio e preparare qualche piatto speciale fatto in casa.

Buffet preparato dalle famiglie del borgo.
Buffet preparato dalle famiglie del borgo.

Co-inspiring: journaling

Verso le 14:00 il lavoro riprende in plenaria. Si lavora individualmente e in modo riservato con il proprio manuale, per rispondere ad una serie di 17 domande molto personali.

L’esplorazione è sul Sé passato, presente e futuro. Su ciò che ci rende felice e cosa ci frustra, cosa dovremo lasciare andare e imparare, su quale impronta vogliamo lasciare e quale futuro sentiamo stia emergendo.

Arrivati alla 10° domanda si fa una pausa per affrontare un percorso ancora più intimo e riflessivo, dove si abbandona la testa e si inizia ad ascoltare il corpo.

Renzo guida una sessione di Mindfulness per portare i partecipanti dall’ascolto di sé verso un viaggio nel loro futuro.

Carichi delle immagini visualizzate durante la meditazione si procede a rispondere alle ultime 6 domande che guidano i partecipanti a fissare sul manuale le proprie risorse, i 4 compagni di viaggio, gli obiettivi che ci si vuole portare a casa e i primi passi da compiere.

17 domande
Il gruppo impegnato a rispondere alle 17 domande.

Benché all’inizio si temesse un rifiuto di questo tipo di lavoro, i partecipanti hanno reagito in modo molto positivo, impegnandosi a fondo a rispondere. Questa modalità è stata seguita senza difficoltà da persone di ogni età, da Ugo Mattia, bimbo di 9 anni e mezzo, fino ai partecipanti adulti più maturi.

Co-creazione: approfondimento sui 3 prototipi

Svolto l’allineamento tra il Sé futuro e i prototipi per lo sviluppo del borgo, i tre gruppi si sono separati per lavorare sui prototipi.

Ogni gruppo ha dovuto ridefinire 8-10 stakeholder chiave per il proprio prototipo, partendo da quelli usati nella mappa 4D generale, profilandone meglio ruoli e competenze.

Si è proceduto così a rifare una mappa 4D per ogni singolo prototipo, partendo dalla configurazione di una scultura 1 che rappresentasse lo stato attuale, e guidando i partecipanti verso il cambiamento necessario per comporre una scultura 2 che rappresentasse il futuro desiderato.

Scultura 1 della mappa 4D del prototipo "Vaccarizzo da assaggiare".
Scultura 1 della mappa 4D del prototipo “Vaccarizzo da assaggiare”.

Scultura 2 della mappa 4D del prototipo "Vaccarizzo da assaggiare"
Scultura 2 della mappa 4D del prototipo “Vaccarizzo da assaggiare”.

Completate le sculture ci si è messi intorno al tavolo per analizzare questi punti:

  • le frasi dette in scultura 1 e scultura 2
  • chi si è mosso per primo
  • quali differenze c’erano tra scultura 1 e scultura 2

e sintetizzare questi elementi del progetto:

  • idea chiave da sviluppare
  • i perché, i credo forti che motivano l’idea proposta
  • le esigenze soddisfatte dal prototipo
  • gli stakeholder coinvolti

Momenti di confronto nel tavolo di prototipazione del team "Vaccarizzo da assaggiare".
Momenti di confronto nel tavolo di prototipazione del team “Vaccarizzo da assaggiare”.

Ogni gruppo ha poi dovuto scrivere un cartellone con i punti chiave della presentazione da fare in plenaria, definire i prossimi passi indicando le azioni da fare, il responsabile dell’attività e la scadenza entro cui eseguire il compito.

Momento di lavoro nei tavoli di prototipazione. Team "Socializzazione".
Momento di lavoro nei tavoli di prototipazione. Team “Socializzazione”.

Completati i cartelloni si è tornati tutti in plenaria per la presentazione dei prototipi ri-configurati e la raccolta dei feedback dal gruppo.

La ripetizione del processo della mappa 4D sui singoli progetti ha permesso di raggiungere un livello di dettaglio superiore e di far emergere nuove priorità su cui lavorare, quali:

  • alzare gli standard per rendere il borgo attraente per loro e i nuovi potenziali residenti;
  • individuare dei project manager per gestire i progetti;
  • profilare i clienti target dei progetti per comprendere meglio bisogni e desideri da soddisfare;
  • raccogliere informazioni su normative e competenze professionali diffuse sul territorio;
  • censire le risorse disponibili sul territorio da riconvertire;
  • censire le attività d’impresa presenti sul territorio da mettere in rete e da cui imparare a produrre in modo professionale;
  • gestire i progetti con una visione imprenditoriale per creare un’economia capace di far sviluppare il territorio.

Durante questo laboratorio la presenza di Ugo, il bambino, e di altri giovani ragazzi, ha permesso agli adulti di lavorare alla pari con loro e di comprendere che se li si tratta da adulti, anche loro sono in grado di contribuire in modo sostanziale e innovativo ai progetti. La capacità di visione, lo spirito critico e la progettualità non hanno età.

Lavoro di gruppo intergenerazionale!
Lavoro di gruppo intergenerazionale!

Come in ogni seminario la giornata si è conclusa con la condivisione di ciò che ognuno si è portato a casa dalla giornata e con un ringraziamento.

Ora il futuro del borgo è tutto nelle loro mani e nella loro capacità di mantenere fede agli impegni presi con la comunità.

Forza Vaccarizzo!

Tutti in plenaria ad ascoltare le presentazioni dei tre prototipi.
Tutti in plenaria ad ascoltare le presentazioni dei tre prototipi.

PROTOTIPO: LA VALORIZZAZIONE DELLA MONTAGNA

 

Presentazione in plenaria del prototipo "Valorizzazione della montagna"
Presentazione in plenaria del prototipo “Valorizzazione della montagna”

Valorizzazione Montagna
Cartelloni del prototipo “La valorizzazione della montagna”

Valorizzazione montagna sintesi
Presentazione e sintesi del prototipo “Valorizzazione della montagna”

PROTOTIPO: SOCIALIZZAZIONE

 

Presentazione in plenaria del prototipo "Socializzazione"
Presentazione in plenaria del prototipo “Socializzazione”.

Cartelloni del prototipo "Socializzazione"
Cartelloni del prototipo “Socializzazione”

Presentazione e sintesi del prototipo "Socializzazione"
Presentazione e sintesi del prototipo “Socializzazione”

PROTOTIPO: VACCARIZZO DA ASSAGGIARE

 

Presentazione in plenaria del prototipo "Vaccarizzo da assaggiare"
Presentazione in plenaria del prototipo “Vaccarizzo da assaggiare”

Cartelloni del prototipo "Vaccarizzo da assaggiare"
Cartelloni del prototipo “Vaccarizzo da assaggiare”

Presentazione e sintesi del prototipo "Vaccarizzo da assaggiare"
Presentazione e sintesi del prototipo “Vaccarizzo da assaggiare”

I saluti finali

Applausi a chiusura delle presentazioni per il grande impegno e lavoro fatto insieme.
Applausi a chiusura delle presentazioni per il grande impegno e lavoro fatto insieme.

Foto di gruppo
Foto di gruppo.

Sei curioso di sapere come andrà a finire? 

Lo sviluppo dei prototipi ora è nelle loro mani. Anche senza la facilitazione diretta di BRIT la comunità è pronta per mettersi alla prova e guidare in autonomia il proprio processo di trasformazione.

Commetteranno errori? Probabilmente sì, ma fa parte del processo di apprendimento. Se non si arrenderanno davanti alle prime difficoltà, se avranno la forza di continuare a credere nella comunità e nell’impegno responsabile dei singoli, tutto potrà impattare in modi ora inimmaginabili.

Continuate a seguirci perché noi continueremo a seguirli per un po’, monitorando le attività operative… Quindi aspettatevi qualche altro capitolo del diario.

Nel frattempo, per sapere in tempo reale cosa fanno gli abitanti di Vaccarizzo  continuate a seguire la pagina Facebook I live in Vaccarizzo. Mai come ora rimanere in contatto servirà a far sentire la vicinanza di chi crede nel loro impegno.

Se sei interessato anche ad altre iniziative per la rinascita di borghi e dimore storiche a rischio abbandono, seguici sulla nostra Community BRIT – Save the building Make your business.

Infine, se vuoi saperne di più sul metodo di lavoro che abbiamo applicato, scrivici nel modulo qui sotto. Ti ri-contatteremo per conoscerci e rispondere a qualunque tua curiosità.

I live in Vaccarizzo: le prove di prototipazione

Nell’articolo del 18 giugno scorso, vi abbiamo sintetizzato la genesi dei primi “prototipi” su cui la comunità di Vaccarizzo ha scelto di investire per lo sviluppo dei futuri possibili del borgo:

  1. La valorizzazione della montagna

  2. La rifioritura di Vaccarizzo

  3. Socializzazione

  4. Vaccarizzo da assaggiare

In questo nuovo racconto condividiamo con voi il dietro le quinte delle “prove di prototipazione” di I live in Vaccarizzo: una fase importante di trasformazione attiva, dove la comunità ha messo in pratica nuovi comportamenti per elaborare le idee e  le consapevolezze emerse durante il primo workshop.

Cosa avranno architettato? Curiosi?

Buona lettura!

CAPITOLO 6

Prove di prototipazione

L’esplorazione delle risorse e delle criticità della montagna

Il workshop del 30 marzo ha attivato tanta energia fin dal primo istante: il 31 marzo infatti inizia subito l’esplorazione del parco naturale e la sperimentazione di nuovi usi dei luoghi urbani.

All’alba Franco Adamo accompagna Federica a vedere il parco naturale sulla montagna di Vaccarizzo.

Durante il percorso sono state avvistate:

  • mucche al pascolo libero nel bosco;
  • il bosco di castagno per la produzione di legname e pellet; 
  • il bosco dei faggi secolari;
  • le piante di vischio, viole e pervinche;
  • fonti con acqua di sorgente e i serbatoi di stoccaggio dell’acqua; 
  • il laghetto con esemplari vivi degli antichi tritoni;
  • il parco avventura, l’area picnic e barbecue, il parco giochi e l’anfiteatro abbandonati;
  • vari edifici abbandonati ma in posizioni dalla vista meravigliosa sulla vallata.

Unica nota distonica nel panorama: il pattume abbandonato vicino ai cassonetti e nei falò spontanei fatti dai pellegrini.

Il parco naturale
Le meraviglie del parco naturale nei dintorni di Vaccarizzo.

Questa esplorazione ha permesso di comprendere i punti di forza, le criticità e le opportunità di sviluppo delle tante risorse che il magico mondo del bosco mette a disposizione.

L’esplorazione delle risorse storiche e culturali da valorizzare

Alle 10:00 tutta la comunità si ritrova invece nella Chiesa di San Rocco, non per la messa domenicale, ma per assistere ad un concerto di musica classica dedicata a Ruggero Leoncavallo, compositore che trascorse nel vicino Montalto Uffugo gran parte della sua infanzia fino all’età adulta e dove compose la famosa opera “I Pagliacci”.

Con grande meraviglia si scopre l’idoneità di questo spazio sacro ad accogliere concerti grazie alla sua ottima acustica.

Concerto nella chiesa di San Rocco
Concerto nella chiesa di San Rocco dedicato alle arie più famose di Leoncavallo.

A fine mattinata Donna Letizia invita a pranzo nella sua dimora antica un gruppo di 50 persone del Touring Club, mostrando loro il piccolo museo che ha realizzato con i cimeli dell’attività di produzione di tessuti e velluti in seta che un tempo si svolgevano nella filanda di proprietà della famiglia del marito.

Casa museo di Donna Letizia
La dimora storica e il museo di famiglia di Donna Letizia.

L’esplorazione delle risorse e delle criticità dell’accessibilità e delle infrastrutture del territorio

Terminato il festoso pranzo domenicale siamo ripartiti verso Lamezia Terme per i voli di rientro. Questa è stata un’occasione per verificare i collegamenti e i servizi di accoglienza del territorio. Vaccarizzo di Montalto purtroppo dipende dalla disponibilità delle famiglie locali ad accompagnarti in auto all’aeroporto. Nessun mezzo pubblico serve il borgo e la stazione dei treni più vicina è a Castiglione Cosentino, a circa 20 Km.

Stazione di Castiglione Cosentino
Stazione di Castiglione Cosentino.

Arrivati a Lamezia si scopre con stupore che aeroporto e stazione dei treni sono ben collegati con una navetta ogni 15-20 minuti e che in prossimità della stazione è possibile trovare B&B dotati di servizi all’altezza del turismo internazionale.

Bed and Breakfast a Lamezia Terme.
Bed and Breakfast a Lamezia Terme con self check-in.

Aeroporto di Lamezia Terme
Aeroporto di Lamezia Terme.

Le prime attività di gruppo: comunicazione, storytelling e cura dello spazio urbano

Nonostante la nostra assenza fisica sul posto, la comunità ha iniziato ad organizzarsi per avviare i prototipi dando seguito alle azioni che avevano individuato nel prossimo passo.

La pagina Facebook è stata usata per raccontare ogni attività non solo alla comunità del borgo ma a tutti gli amici, parenti e sostenitori che li seguivano a distanza.

Durante il mese di aprile, approfittando delle vacanze pasquali, tanti passi sono stati fatti.

Un gruppo si è occupato del censimento degli immobili inutilizzati del borgo e ha iniziato a contattare i loro proprietari per verificare la disponibilità a metterli a reddito.

Il 16 aprile la trasmissione “Buongiorno Regione del Tg3 Calabria” ha mandato in missione un suo giornalista per andare a scoprire Vaccarizzo. La comunità si è organizzata per allestire nella piazzetta un’esposizione dei suoi prodotti tipici, dell’artigianato artistico e della musica popolare. https://www.facebook.com/piero.sciammarella/videos/10212968039215572/UzpfSTg0NDUxMzc2OTIxNzUyMTo4NjAxNjE0NTc2NTI3NTI/

TG 3 Calabria - Buongiorno Regione
La comunità radunata nella piazzetta per la trasmissione Buongiorno Regione del TG3 Calabria.

Artigiani di Vaccarizzo
Esposizione delle produzioni artigianali tipiche di Vaccarizzo.

Il 24 aprile, infine, un gruppo di volontari dell’Associazione culturale si è ritrovata per creare nuove aiuole piene di fiori, sia lungo le strade sia nei giardini delle abitazioni, per sperimentare una prima tappa della “Rifioritura di Vaccarizzo”. In uno degli incontri preparatori è nata la volontà degli abitanti di occuparsi personalmente della pulizia delle strade dalle erbacce una volta al mese, senza attendere che fosse una ditta mandata dal Comune farlo.

La rifioritura di Vaccarizzo
La “rifioritura” di Vaccarizzo realizzata dai suoi abitanti.

Come andrà a finire? Continua a seguirci.

Come avete capito energia ed aspettative crescono di pari passo giorno dopo giorno. L’azione guida altre azioni… Questa è la vera forza dei prototipi.

Siamo solo all’inizio. Il bello deve ancora arrivare, perciò se sei interessato a mantenerti aggiornato su quello che accade nel borgo di Vaccarizzo seguici qui nella pagina Facebook I live in Vaccarizzo.

Se invece sei interessato ad altre iniziative per la rinascita di borghi e dimore storiche a rischio abbandono, seguici sulla nostra Community BRIT – Save the building Make your business.

Infine, se sei interessato al metodo di lavoro che stiamo applicando, scrivici nel modulo qui sotto. Ti ri-contatteremo per conoscerci e rispondere a qualunque tua curiosità.

I live in Vaccarizzo: la generazione dei prototipi di sviluppo

Nell’articolo del 12 giugno vi abbiamo rivelato la Sfida di “I live in Vaccarizzo”: Immaginare e progettare insieme la Visione Futura del borgo.

Dopo le interviste e la prima esplorazione finalmente è arrivato il momento di lavorare insieme alla comunità per far emergere nuovi scenari di futuro e attivare la generazione di prototipi di sviluppo.

Ecco come è andata! Buona lettura

CAPITOLO 5

Il futuro che emerge: la generazione di prototipi di sviluppo con il Current Reality Movie e la mappa 4D

 

0. La preparazione

Ebbri di tutta l’attenzione ricevuta dai media abbiamo preparato il materiale per lavorare con la Comunità di Vaccarizzo.

Primo passo:

Abbiamo tradotto tutti i documenti del Presencing Institute Toolkit in Italiano per creare una manuale di lavoro da condividere con gli abitanti del paese e usare come guida.

Secondo passo:

abbiamo lavorato con gli attivisti del territorio per individuare i ruoli chiave con cui lavorare. Dopo lunghe riflessioni abbiamo scelto questi:

  1. RESIDENTE DEL BORGO
  2. LA “LOCANDIERA”
  3. IL PROPRIETARIO DEL BAR
  4. IL MEDICO DI PAESE
  5. BAMBINI 0-10
  6. ADOLESCENTI 11-18
  7. LA MAESTRA ELEMENTARE
  8. PRESIDENTE ASSOCIAZIONE VACCARIZZO
  9. ORGANIZZATORE FESTE E SAGRE LOCALI
  10. IL PROFESSIONISTA
  11. AGRICOLTORE
  12. ARTIGIANO DEL LEGNO
  13. L’EMIGRANTE DI RITORNO
  14. INFRASTRUTTURE PER LA MOBILITA’
  15. GESTORE DELLA RACCOLTA RIFIUTI
  16. INFRASTRUTTURA DIGITALE
  17. PROPRIETARIO DI IMMOBILE ABBANDONATO

Terzo passo:

è stato scelto l’unico luogo del borgo che avrebbe potuto ospitare 20-30 persone insieme. La scuola elementare abbandonata da 10 anni, oggi usata dall’Associazione culturale Vaccarizzo per le sue riunioni. Un luogo senza riscaldamento e senza acqua nei bagni, dotata solo di energia elettrica per attivare le luci e una stufetta elettrica. Nonostante le caratteristiche poco accoglienti della location, abbiamo preferito usare questa occasione per avviare con la nostra presenza una “prova di riuso” di uno spazio da rivitalizzare. I volontari dell’Associazione si sono organizzati per pulire gli spazi, portare la stufetta elettrica e delle taniche d’acqua per il bagno, recuperare tavoli, sedie e tutte le attrezzature necessarie per fare il workshop.

Quarto passo:

abbiamo preso “il volo” e siamo andati a Vaccarizzo!

 

La scuola abbandonata.
La scuola abbandonata di Vaccarizzo.

* * *

Sabato 30 marzo si svolge il primo workshop con gli abitanti di Vaccarizzo.

La curiosità, la voglia di contribuire, di esserci si è sentita fortissima. Si sono presentati alla scuola quasi 40 persone per partecipare, vedere, ascoltare. Su una comunità di 500 abitanti avevamo rappresentato l’8% della popolazione!

L’agenda della giornata:

Abbiamo programmato un lavoro suddiviso in tre fasi.

  1. La mattina abbiamo fatto una veloce introduzione dei principi base della teoria U e poi eseguito il CRM – Current Reality Movie.
  2. Nel pomeriggio abbiamo guidato la mappatura 4D e le sessioni in piccoli gruppi per lo sviluppo dei primi 4 prototipi.
  3. In conclusione abbiamo fatto un primo piano d’azione per avviare i prototipi.

Il riscaldamento:

La mattina, per scaldare il gruppo che ci vedeva per la prima volta e non conosceva i fondamenti su cui si basa la teoria U, abbiamo coinvolto tutti in una sessione di presentazioni reciproche per aneddoti brevi, e successivamente abbiamo chiesto loro quali soluzioni pratiche adottavano nella vita per spegnere le tre vocine sabotanti del Giudizio, del Cinismo e della Paura.

All’inizio le persone erano timide e sembravano aver timore nell’esprimersi. Piano piano i primi due hanno preso coraggio e hanno iniziato a parlare. Come in un domino uno alla volta anche gli altri hanno iniziato a fare lo stesso e si è rotto il ghiaccio, permettendo al gruppo in ascolto di comprendere che avevano già in mano tanti strumenti per seguire con consapevolezza e semplicità il percorso che avevamo preparato per loro.

presupposti teoria U
5 presupposti della teoria U per lavorare in modo proficuo in gruppo.

1. Il Current Reality Movie (CRM)

Finito il riscaldamento abbiamo iniziato il CRM, uno strumento che aiuta a comprendere la realtà attuale di un ecosistema, in particolare aiuta a descrivere come vedono la situazione i protagonisti coinvolti nella sfida.

Il gruppo è partito imbarazzato ma poco alla volta ha iniziato a comprendere il gioco di ruolo e a divertirsi.

Current Reality Movie
i partecipanti durante il Current Reality Movie.

 

Dall’esercizio sono emersi molti spunti di riflessione sui ruoli chiave dell’ecosistema locale, e sulle emozioni che guidano all’azione i cittadini.

Riflessioni sui ruoli:

Nessuno voleva fare il presidente dell’associazione di Vaccarizzo. Abbiamo capito che i ruoli di responsabilità fanno paura.

In tre donne si sono alzate per svolgere il ruolo degli adolescenti, esprimendo da una parte grande voglia di crescita e dall’altra la percezione che a Vaccarizzo non ci sia nulla da fare di interessante e che per divertirsi basta andare al McDonald in una città grande vicina.

Abbiamo scoperto che il medico è sempre irreperibile, che il barista è svogliato e non mette amore nel fare le cose. Il luogo di aggregazione più accogliente, sentito e vissuto è la locanda del circolo.

Arrivati alla fine dell’assegnazione dei ruoli base, i partecipanti hanno voluto introdurre un 18° ruolo: quello degli anziani del borgo, per loro importanti punti di riferimento per la memoria storica del paese.

Riflessioni sulle emozioni:

Per ciò che riguarda le emozioni vissute e trasmesse dai partecipanti, si è percepita una comunità che lotta tra due forze opposteda una parte emerge un grande senso di frustrazione, dall’altra una grande voglia di riscatto.

La mancanza di tutto, a partire da servizi per la mobilità, nutre il pessimismo, la rassegnazione a pensare di andare “fuori” per trovare un futuro, il senso di squallore guardandosi intorno per come hanno lasciato andare le cose, tristezza per l’assenza della vivacità che solo i bambini sanno dare. Si aspettano che sia il Comune a “dover” fare le cose e credono che senza l’avvallo dell’amministrazione non “possano fare nulla”.

Allo stesso tempo dimostrano un grande senso di appartenenza (“Vaccarizzo Nui”), la voglia di ricongiungersi alle proprie radici (“Home is where the heart is”), desiderano il riconoscimento delle proprie risorse ambientali, a partire dal legno di castagno, e la valorizzazione delle loro tradizioni. Comprendono il valore delle infrastrutture digitali e della mobilità per progettare il futuro e desiderano che l’efficienza arrivi anche da loro per riconnettersi al mondo.

* * *

Il valore delle pause:

Dopo il primo step, non poteva mancare il momento di pausa e condivisione fondamentale per ogni italiano: mangiare insieme i piatti tipici del luogo. Anche questa è cultura, identità, accoglienza e senso di comunità.

Cibo condiviso con la comunità
Momenti di condivisione del cibo con i membri della comunità.

Nel pomeriggio, nonostante la pancia piena e la digestione in atto, il lavoro è ripreso con grande energia, curiosità e desiderio di contribuire. 

2. La mappa 4D e la generazione dei prototipi

Abbiamo lavorato con uno strumento chiamato mappa 4D, una specie di gioco di ruolo che permette di “vedere” tre situazioni chiave:

  1. le dinamiche interne agli stakeholder coinvolti nella sfida OGGI;
  2. le dinamiche di trasformazione necessarie per trovare un nuovo equilibrio di sistema che generi energia, benessere, sviluppo, felicità diffusi;
  3. lo scenario FUTURO dell’ecosistema a sfida vinta.

Per chi fosse interessato ad approfondire il metodo trovate un video e la descrizione a questo link: 4D mapping.

Mindfulness
Momenti di mindfulness per concentrarsi e allinearsi.

Ritrovata la concentrazione abbiamo rivisto i ruoli e integrato “Il miglior futuro possibile”, “Madre terra” e assegnato il ruolo di “chi non ha voce” agli Adolescenti.

Per scelta NON abbiamo inserito il Sindaco, la figura che rappresenta la Pubblica amministrazione. La cosa ha creato all’inizio molto sconcerto fra i partecipanti, come se gli avessimo tolto un punto di riferimento. Abbiamo chiesto loro di fare uno sforzo, di uscire dalla loro area di comfort e vedere che cosa sarebbe successo senza quello stakeholder.

La vera sfida della mappa 4D: rivedere la comunità, i suoi equilibri, il suo potenziale e la progettualità che poteva creare in autonomia senza l’intervento del pubblico.

Gruppo di lavoro nella sala della scuola.
Il gruppo di lavoro al completo nella grande aula della scuola.

La prova ha dato risultati stupefacenti.

https://www.facebook.com/pg/IliveinVaccarizzo/photos/?tab=album&album_id=850615375274027

4D map. Scultura 1: Vaccarizzo Oggi
4D mapping – Costruzione della scultura 1: Vaccarizzo oggi.

Scultura in costruzione
I personaggi iniziano a muoversi e a collocarsi nello spazio.

4D mapping - Vaccarizoz futura
4D mapping – Costruzione Scultura 2: Vaccarizzo futura.

4D map: le frasi degli stakeholder
4D mapping: i pensieri degli stakeholder prima e dopo la trasformazione da scultura 1 a scultura 2.

Il Dialogo Generativo:

Il Dialogo Generativo guidato dopo la creazione delle sculture si è focalizzato sull’analisi delle dinamiche di trasformazione tra lo status quo e il miglior futuro possibile. Gli elementi chiave da far emergere erano chi ha attivato il processo di trasformazione e quando è avvenuto, le differenze tra la scultura 1 e la scultura 2, ciò che li aveva sorpresi e ciò che secondo loro non era stato detto. Ecco cosa hanno risposto.

Gli stakeholder che hanno avviato il processo di trasformazione dallo status quo (scultura 1) allo scenario futuro (scultura 2) sono stati in sequenza:

  1. madre terra
  2. gli adolescenti
  3. i residenti del borgo
  4. il presidente dell’Associazione Vaccarizzo
  5. i bambini

Il momento chiave che ha acceso il motore della trasformazione è stata la presa di consapevolezza che “il miglior futuro possibile” esistesse.

Avere una figura che incarnasse questo ruolo è stato fondamentale per far visualizzare un movimento verso il futuro. Alla parola “cambiate!” pronunciata dal facilitatore il flusso si è attivato.

Abbiamo visto che i bambini hanno la forza di andare verso il cambiamento quando si sentono sicuri e protetti.

Tutti gli stakeholder si sono accorti che l’ “unione fa la forza” e che “vedere il sistema” aiuta a capire cosa fare e come muoversi.

Le differenze sostanziali che i partecipanti hanno notato dalla scultura 1 alla scultura 2 riguardavano la forma, l’equilibrio fra le parti e le relazioni interne comunicate attraverso posizione dei soggetti nello spazio, la direzione degli sguardi e dei corpi, la vicinanza/lontananza tra i soggetti, il contatto con le braccia, la postura dei singoli e dei gruppi aggregati .

La scultura 1 rifletteva disomogeneità, casualità, inconsapevolezza, difficoltà, disgregazione.

La scultura 2 rifletteva un’immagine più ricercata, relazionale, trasmetteva unione, speranza, compattezza, una finalità, un progetto, una scelta, la consapevolezza dei ruoli, il senso di una rete, affinità fra ruoli di ambito, la consapevolezza della terra come risorsa, e che i giovani e “il miglior futuro possibile” sono due poli chiave dell’ecosistema.

4D mapping differenze tra scultura 1 e scultura 2
4D mapping – Schemi di posizionamento degli stakeholder nello spazio in Scultura 1 e Scultura 2.

Che cosa ha maggiormente sorpreso i partecipanti:

  • anziani e madre terra si sono sentiti importanti;
  • la forte relazione tra adolescenti e il futuro;
  • hanno sentito la voglia di migliorare le cose;
  • hanno sentito che mettendosi in discussione emerge il futuro;
  • si sono sentiti incitati a “vivere”, senza rassegnazione;
  • nella scultura 2 si è sentita un’apertura allo “straniero”, tema nuovo per Vaccarizzo;
  • chi svolgeva il ruolo di “colui che non ha voce”, in questo caso gli adolescenti, è stato il primo a muoversi e gli altri lo hanno seguito: ha fatto il leader.

E’ importante sottolineare anche che cosa non è stato detto durante la creazione dello scenario futuro:

  • la valorizzazione dei prodotti eno-gastronomici;
  • mancano le istituzioni, il sindaco, il ruolo pubblico;
  • connessione al divertimento;
  • l’unica figura che non si è mossa è “il miglior futuro possibile”;
  • il denaro.

Al termine di questa fase di riflessione su ciò che è accaduto, i partecipanti sono stati suddivisi in 4 gruppi. Ogni gruppo è stato invitato a riflettere e approfondire autonomamente ciò che ha vissuto durante l’esercizio della mappa 4D, per generare 4 progetti, 4 prototipi di azioni strategiche da attuare nel borgo per realizzare lo scenario futuro.

Tavoli di prototipazione
Tavoli di prototipazione.

tavoli di prototipazione
Tavoli di prototipazione.

Ecco una sintesi dei 4 prototipi generati:

1# La valorizzazione della montagna, 2# La rifioritura di Vaccarizzo, 3# Socializzazione, 4# Vaccarizzo da assaggiare.

* * *

PROTOTIPO #1

La valorizzazione della Montagna

Il prototipo ha messo al centro del progetto il recupero del parco naturale.

 

Valorizzazione della montagna
Presentazione prototipo “Valorizzazione della montagna”.

I partecipanti hanno individuato queste azioni chiave:

  • la valorizzazione di flora e fauna;
  • il recupero del parco giochi;
  • la creazione di piste ciclabili;
  • creazione di itinerari di trekking.

Per finalizzare questi obiettivi hanno evidenziato alcune azioni preparatorie necessarie:

  • recupero degli immobili esistenti nel parco;
  • prepararsi all’accoglienza turistica creando luoghi di soggiorno e riattivando la produzione di prodotti agro-alimentari locali;
  • ripopolare il borgo.

Queste attività porteranno alla creazione di lavoro e di un indotto economico in ambito agricolo, edile ed artigianale.

* * *

PROTOTIPO #2

La rifioritura di Vaccarizzo

Questo prototipo mette al centro madre terra. Il fiore e la rifioritura sono metafora di rinascita.

 

Presentazione prototipo "La rifioritura di Vaccarizzo"
Presentazione prototipo “La rifioritura di Vaccarizzo”

Gli abitanti vogliono partire con un gesto simbolico: creare nuove aiuole dove piantare fiori sia nelle proprie abitazioni sia negli spazi pubblici, rilanciando Vaccarizzo come “il Borgo più fiorito della Calabria”. Madre terra in questo progetto è declinata con la bellezza dei fiori: prendersi cura dello spazio pubblico e riportare bellezza diventeranno lo specchio di una rigenerazione tangibile.

 

* * *

PROTOTIPO #3

Socializzazione

Il prototipo mette al centro il rapporto tra madre terra e i giovani, proponendo la creazione di luoghi di aggregazione innovativi che rispettino il territorio e ne valorizzino le risorse naturali e agricole.

 

Presentazione prototipo "Socializzazione"
Presentazione prototipo “Socializzazione”

 Ecco qualche esempio di attività proposto:

  • una fattoria didattica;
  • orti;
  • aree verdi;
  • una piscina per stare insieme;
  • aree pic-nic;
  • cinema.

Il progetto pone gli adolescenti come attuatori del processo di innovazione, mettendo a disposizione le loro competenze digitali per far conoscere il territorio e vendere le produzioni agricole locali.

* * *

PROTOTIPO #4

Vaccarizzo da assaggiare

Questo prototipo mette al centro la valorizzazione delle tradizioni eno-gastronomiche locali come driver per la promozione turistica integrata del territorio.

 

Presentazione prototipo "Vaccarizzo da Assaggiare"
Presentazione prototipo “Vaccarizzo da Assaggiare”

La gastronomia è vista come elemento identitario e come servizio che accomuna i bisogni di una ricettività diffusa e diversificata. 

Il suo sviluppo può infatti avere ricadute in tutti questi settori:

  • turismo religioso e naturalistico;
  • ristorazione diffusa;
  • produzione agricola alla base dei prodotti tipici locali;
  • artigianato legato alla trasformazione e conservazione degli alimenti;
  • recupero di patrimonio immobiliare fortemente caratterizzante per la creazione di luoghi di ristorazione, punti vendita di prodotti e albergo diffuso;
  • recupero e valorizzazione degli antichi ricettari tramandati nelle famiglie da generazioni;
  • formazione per la trasmissione di conoscenze e competenze alla nuove generazioni;
  • attività ricreative.

Le donne del borgo sono le protagoniste di questo prototipo in quanto custodi delle ricette storiche e delle abilità necessarie per la creazione di un protocollo che identifichi la tipicità e unicità dei piatti di Vaccarizzo.

3. Il Prossimo passo

Al termine delle presentazioni abbiamo scelto uno dei quattro prototipi per mostrare ai partecipanti come avviare la pianificazione del “Prossimo Passo” e dare corpo alle proposte prendendosi un impegno con se stessi e la comunità.

Definizione del prossimo passo tutti insieme in plenaria.
Definizione del prossimo passo tutti insieme in plenaria.

Abbiamo compilato insieme una tabella dove abbiamo riportato:

  • le azioni prioritarie da fare per l’avviamento del prototipo,
  • gli stakeholder che si sarebbero fatti carico del coordinamento delle attività;
  • le date entro cui avrebbero dovuto completare le attività.

Il prossimo passo del prototipo "Vaccarizzo da assaggiare".
Il prossimo passo del prototipo “Vaccarizzo da assaggiare”.

Ovviamente la giornata non si sarebbe potuta concludere senza la condivisione del cibo:

Cena tutti insieme nel bar del paese.
Cena tutti insieme nel bar del paese.

Mettersi in discussione smuove energie potenti.

Ora è tempo di metabolizzare tutte le ispirazioni avute durante questa intensissima giornata per far maturare le idee emerse nelle sessioni di prototipazione …

Stay tuned!!!

* * *

Se sei interessato a mantenerti aggiornato su quello che accade nel borgo di Vaccarizzo seguici qui nella pagina Facebook I live in Vaccarizzo.

Se sei interessato ad altre iniziative per la rinascita di borghi e dimore storiche a rischio abbandono seguici sulla nostra Community BRIT – Save the building Make your business.

Per qualunque informazione o approfondimento sul metodo di lavoro che stiamo applicando scrivici:

Vaccarizzo non è più invisibile grazie ai social e al Sole24Ore

Dopo la prima esplorazione del primo marzo abbiamo compreso quanto Vaccarizzo fosse invisibile e sconosciuto fuori dalla stretta cerchia delle famiglie locali.

Abbiamo così iniziato a lavorare su identità e relazioni: condividere ciò che si fa nel borgo sui social e la stampa è un’azione che permette  di fare entrambe le cose contemporaneamente.
Ecco cosa è accaduto…

CAPITOLO 4

La pagina Facebook e il rapporto con la stampa e i media

 

Subito dopo le Interviste agli abitanti è nata l’esigenza di coinvolgere la comunità nel progetto e dare un nome al percorso che avremmo intrapreso insieme.

Primo passo: allargare l’extended team includendo altre 4 persone del territorio.

Le new entry sono:

  • Concetta Porchia, presidente dell’associazione culturale Vaccarizzo;
  • Davide Lauria, giovane avvocato molto attivo sul territorio;
  • l’architetta olistica Giada Mete (http://www.animarchitettura.com/) di Soverato;
  • Alberto Mattei di NomadiDigitali (http://www.nomadidigitali.it/) che collabora attivamente con il Co-living di Roberta Caruso.

extended team
Concetta Porchia, Davide Lauria, Giada Mete, Alberto Mattei.

Secondo passo: Aprire una pagina Facebook amministrata da persone del borgo su cui condividere tutte le fasi del percorso.

Creato il primo video, con un bel lavoro di brainstorming del team è stato coniato il nome del progetto, “I live in Vaccarizzo”, e il 21 marzo è stata aperta la pagina Facebook:

Home page Community I live in Vaccarizzo
Home page della community Facebook I live in Vaccarizzo

La comunità ha iniziato a lavorare subito sulla pagina condividendo il video con tutti i loro amici e parenti lontani, portando in meno di una settimana quasi 1200 persone a seguire la pagina! Il primo video pubblicato ha raggiunto più di 26.000 persone ed è stato condiviso 210 volte.

Quando l’energia scorre si sente e la stampa ha iniziato ad accorgersi che stava succedendo qualcosa di interessante da seguire.

Giovedì 28 marzo “I live in Vaccarizzo”, grazie alla giornalista Donata Marrazzo, finisce in prima pagina sul Sole24Ore nazionale, il più importante quotidiano di economia e finanza italiano.

https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2019-03-28/i-live-in-vaccarizzo-ricetta-mit-boston-ripopolare-borgo-070457.shtml?uuid=ABo8rQiB

Articolo Sole24ore
Articolo del Sole24Ore del 28 marzo 2019.

La condivisione di questo articolo ha portato alla pagina Facebook un aumento esponenziale dei follower. Il post ha raggiunto quasi 8500 persone e circa 930 interazioni.

Da quel giorno qualcosa è cambiato. Tv locali e regionali, giornali, radio, web tv hanno iniziato a condividere la notizia che a Vaccarizzo si stava avviando un Laboratorio di Trasformazione Sociale… sotto la guida del MIT!

Oh mamma… ora si aspettano l’arrivo degli americani!?!?

Intervista di Rai3 Calabria
Roberta Caruso intervistata da Rai3 Calabria.

Abbiamo trascorso più tempo con i giornalisti a chiarire che connessione ci fosse tra Vaccarizzo, BRIT, la Teoria U, il Presencing Institute, Otto Scharmer e il MIT che a parlare del progetto. Inizialmente questo grande misunderstanding ci ha preoccupato ma abbiamo capito molte cose:

  • i giornalisti mettono in prima pagina solo ciò che per loro fa notizia. Senza il MIT di mezzo la notizia non c’era;
  • le informazioni di approfondimento vanno a pag.10;
  • meglio un titolo impreciso che fa notizia che rimanere nell’indifferenza totale.
  • con il digitale gli errori si propagano ad una velocità supersonica ed è impossibile contenerli… tanto vale cavalcare l’onda e spiegare come stanno le cose ogni volta che se ne ha la possibilità;

e soprattutto che

  • il tema del ripopolamento dei borghi storici è sentito da tantissime persone ed ha una grande rilevanza politica a livello nazionale. Abbiamo scoperto che sono in atto tanti esperimenti in varie parti d’Italia che stanno avanzando con più o meno successo e che la nostra modalità incuriosisce molto… Ci terranno d’occhio!

La comunità ha capito di non essere più invisibile.

La visibilità, essere i primi a fare qualcosa porta con sé delle grandi responsabilità: essere di esempio agli altri!

Da questo momento sono iniziate a cambiare le aspettative, si è accesa una fiamma negli abitanti che sta scaldando cuori e motori… Ne vedremo delle belle!

Alla scoperta di Vaccarizzo: esplorare e ascoltare per conoscere.

Nell’articolo del 7 maggio vi abbiamo anticipato che il passo successivo del percorso Ulab-S per la rinascita di Vaccarizzo, sarebbe stato quello di andare sul posto alla scoperta del borgo e dei suoi abitanti. Abbiamo mandato una nostra esploratrice per mettersi in ascolto con mente, cuore e volontà aperta, a raccogliere le prime informazioni e le prime sensazioni. Quali saranno i “diamanti” nascosti? Quali saranno le cose da migliorare?

Ora ve lo raccontiamo! Buona lettura.

CAPITOLO 3

Sensing Journey e Stakeholder interviews

 

La mappa 3D del 14 febbraio ci ha fatto capire quanto fosse importante andare sul posto a sentire il luogo e le persone per dare corpo e anima alle sensazioni emerse durante il laboratorio a distanza.

Michela Rossi da Roma è partita per raggiungere Roberta Caruso, la nostra “attivista” sul posto che ha iniziato a coinvolgere e mobilitare la comunità locale per la prima fase di ascolto.

Il primo di marzo 2019, con il supporto di un documentarista locale, Francesco Cristiano, sono state fatte le interviste agli abitanti e la visita esplorativa al borgo.

Ne è stato prodotto questo video racconto:

stakeholder interviews
Passeggiata esplorativa del borgo e interviste ai residenti di Vaccarizzo.

Michela ha raccolto questi spunti:

Le persone: le hanno dedicato una grande accoglienza e mostrato tanta voglia di condividere la loro esperienza.

I valori più forti emersi sono:

  • il senso della collettività e della comunione, elemento principale che li tiene uniti e non gli fa lasciare il luogo. La comunità è come una grande famiglia allargata. A testimonianza dell’unione e della forza della collettività sono i numerosi eventi e le iniziative che vengono organizzate dall’Associazione culturale di Vaccarizzo nei periodi festivi e che vedono tutta la collettività riunita.
  • La maggior parte delle persone lavora fuori, ma non pensano assolutamente di trasferirsi per il grande attaccamento al luogo e alle tradizioni.
  • Grande senso di identità e di radici. Alcune persone hanno vissuto anche all’estero e sono tornate in età di pensionamento.
  • Non c’è senso di rassegnazione, ma un forte amore per il territorio, che li unisce e li porta, anche tramite l’Associazione, a una consapevolezza dei punti deboli del territorio che vanno risolti.
  • Pur essendo un paese in spopolamento, cosa avvertita da tutti i cittadini, non è un paese morto, grazie alla vitalità di chi è rimasto.

Degustazione salsiccia artigianale
Cettina Porchia prepara una degustazione di salsiccia fatta in casa.

ritrovo in piazzetta a Vaccarizzo
Ritrovo degli abitanti nella piazzetta di Vaccarizzo, davanti all’unico bar rimasto aperto.

Il borgo:

Dal punto di vista paesaggistico si trova in una posizione di grande valore. Per raggiungere il borgo abbiamo attraversato il centro di Montalto e abbiamo percorso la strada che si affaccia sul Parco Naturale. Il borgo ha una vista privilegiata.

Borgo visto dal drone
Il borgo di Vaccarizzo visto dal drone.

Paesaggio naturale intorno a Vaccarizzo.
Vista sul paesaggio naturale che circonda Vaccarizzo.

pecora.
Animali da pascolo che vivono in prossimità del borgo.

Dal punto di vista architettonico gli elementi di forza sono:

– le due chiese, di origine molto antica, una delle quali è caratterizzata dalla presenza di un interessante coro ligneo creato dai Valdesi e dotata di un’acustica che la rende una sede adatta a concerti di musica lirica. Le chiese sono molto “vissute” ma necessitano di restauri sia sulle facciate esterne sia negli interni.

Coro della Chiesa di San Rocco.
Coro ligneo della Chiesa di San Rocco.

– l’ex filanda, che nonostante la sua bellezza e il suo valore è attualmente in uno stato di totale abbandono. Vi lavoravano negli anni ‘60 circa 40 persone, quasi tutte donne. Dopo la morte del proprietario i figli hanno intrapreso carriere diverse (uno medico e l’altro agronomo) e hanno scelto di chiuderla.

Ex-filanda abbandonata.
L’edificio dell’ex-filanda oggi in stato di abbandono.

– la struttura viaria del borgo stesso: è uno dei pochi borghi che ha un percorso ad anello che collega tutte le abitazioni, rendendo le connessioni interne molto fluide e sicure (https://youtu.be/aiRmcF3d7Fg ).

– il piccolo museo realizzato a casa di Donna Letizia con una collezione degli antichi strumenti per la lavorazione del miele, della filatura della seta, della spremitura delle olive, dei mezzi di trasporto (calessini), ma soprattutto dell’arte cestaia realizzata con il legno di castagno.

Museo famiglia Chimenti.
Piccolo museo della famiglia Chimenti: il calessino.

Cesto in legno di castagno.
Un tipico cesto in legno di castagno prodotto dai maestri cestai di Vaccarizzo.

Dal punto di vista delle attività commerciali, produttive e artigiane la situazione è alquanto critica:

  • nel borgo si trova solo un piccolo bar. Il market, la banca, l’ufficio postale che c’erano hanno chiuso.
  • Le produzioni agricole tradizionali come quella del miele, delle olive e delle castagne, un tempo attività remunerative per gli abitanti del borgo, oggi sono utilizzate solo per il sostentamento familiare.
  • Per quanto riguarda l’arte cestaia, l’ultimo Mastro Cestaio è morto qualche anno fa, e con la sua morte si è spenta questa attività.
  • in paese resiste solo un’ultima famiglia di ebanisti.

Elemento di criticità sentito molto dalla collettività sta nei collegamenti con mezzi pubblici tra il borgo e le città principali limitrofe quali Montalto Uffugo, Paola, Rende, Cosenza e Lamezia terme. Per qualunque necessità gli abitanti si devono spostare in auto. Un turista che volesse arrivare in questi luoghi può farlo solo noleggiando un’auto o facendosi venire a prendere da un abitante del luogo.

Ciò che è emerso è una grande potenzialità dovuta non solo al territorio (storia, cultura eno-gastronomica, tradizioni) ma soprattutto alle persone che hanno grande voglia di tenere vivo questo luogo. Se sono piuttosto chiare a tutti le motivazioni che hanno portato all’abbandono del borgo, che sono principalmente dovute alla mancanza  di lavoro, alla domanda: “come vedete il vostro futuro e cosa immaginate per il futuro di Vaccarizzo”, la risposta univoca è stata che vedono il loro futuro lì, ad ogni costo, ma non c’è una visione chiara di come potrà essere Vaccarizzo. C’è la volontà, e forte, di esplorare e scoprire insieme a noi questo futuro.

La Sfida della Comunità:

Immaginare e progettare insieme la Visione Futura del Borgo

 

* * *

Se siete curiosi dello sviluppo del progetto o desiderate approfondire il metodo descritto, scriveteci:

Vaccarizzo è da ripopolare: Cominciamo!

MAPPANDO insieme il PRESENTE e il FUTURO della comunità.

Vi abbiamo lasciato il 30 aprile scorso con la scelta di Vaccarizzo di Montalto come borgo dove avviare il percorso di ripopolamento, sperimentando gli strumenti della Teoria U di Otto Scharmer.

Ora entriamo nel vivo del progetto!

* * *

Capitolo 2

La mappa 3D

Il primo passo del percorso ci ha visto sperimentare l’uso di una mappa 3D molto speciale: un gioco di ruolo, con oggetti da collocare nello spazio in modo collettivo, che rappresentino lo stato attuale e lo scenario di sviluppo futuro del borgo, da analizzare secondo 4 prospettive.

I punti di vista da tenere in considerazione sono:

  • Est – punto di vista dell’Amante – Focus su Sentimenti e Relazioni;
  • Sud – punto di vista del Guerriero – Focus su Verità e Azione;
  • Ovest – punto di vista del Mago – Focus sulle Prospettive;
  • Nord – punto di vista del Sovrano – Focus sullo Scopo.

Una regola del gioco è che ci si trovi con tutto il team in presenza, usando oggetti fisici.

Ma come fare a seguire il lavoro con un team di 10 persone sparpagliate su tutto il territorio nazionale?

La prima sfida di questa fase: trovare un modo per lavorare in modo proficuo a distanza.

Non potendo incontrarci dal vivo durante le live session del 14 febbraio e non volendo rinunciare a sperimentare le cose passo passo abbiamo creato uno spazio di lavoro comune su Google Drive dove poter scrivere e condividere documenti, e un gruppo di lavoro su Slack.

Ci siamo inventati un modo per riuscire a fare la mappa 3D a distanza in modo collettivo con Zoom e Google Drawings utilizzando emoticons, foto e simboli.

Eccone qui il risultato per il borgo di Vaccarizzo:

situazione corrente di partenza

mappa stato attuale del borgo di Vaccarizzo
3D map del Modello 1: lo stato attuale del borgo di Vaccarizzo.

situazione di arrivo, desiderata, nel futuro

mappa dello scenario futuro di Vaccarizzo
3D map del Modello 2: lo scenario futuro di Vaccarizzo.

Che cosa è emerso da questa lettura?

Il metodo prevede una lettura strutturata da fare in gruppo seguendo 5 step:

  1. Riflettere sul risultato: le differenze tra modello 1 e modello 2;
  2. Riflettere sul processo: i punti chiave e il primo cambiamento rilevante;
  3. Individuare i punti di leva per passare dal modello 1 al modello 2;
  4. Conversazione circolare di gruppo sulle leve da esplorare per lo sviluppo dei prototipi;
  5. Pianificare i passi successivi: Sensing Journey, Stakeholder interviews, Organizzazione del lavoro in team.

Ecco qui una breve sintesi di ciò che è emerso dal lavoro di lettura delle due mappe.

I punti salienti del modello corrente di partenza:

  • Evidenzia tristezza e nostalgia per i familiari che sono emigrati per trovare un futuro migliore. Il loro cuore è altrove.
  • Trasmette disordine, spreco di energia, fatica nel fare le cose.
  • Il modello 1 mostra la presenza di molte risorse che rappresentano la storia e l’identità della comunità.
  • La comunità si sente sola e isolata: non ci sono servizi, la scuola è chiusa e la maestra se ne è andata, nemmeno il Comune si occupa più delle manutenzioni ordinarie dei luoghi pubblici, dei servizi di trasporto, della manutenzione delle strade. I collegamenti sono difficili.
  • La gente ama il paese perché la qualità della vita è buona. C’è buon cibo, tanta natura e le relazioni fra chi è rimasto sono molto buone.
  • Nel modello si nota una grande distanza tra il borgo e il resto del mondo dove si percepisce siano la vita e le opportunità. Le risorse ci sono, le vedono ma sono scollegate fra di loro.
  • Nella loro identità c’è l’integrazione culturale perché fa parte della loro storia. Il territorio comprende comunità di minoranze etniche, culturali e religiose come la valdese e quella arbëreshë.

I punti salienti del modello del futuro:

  • Il secondo modello fa emergere la voglia di riconnettere il borgo al mondo, alle persone lontane ma che fanno parte della loro vita, dei loro affetti e della loro identità.
  • Si percepisce un disegno d’insieme. Le risorse sono connesse fra di loro. Si percepisce un livello di energia più alto, amore, inclusione e cura del luoghi, delle persone e delle relazioni.
  • Esprime unione, coesione, ordine, connessione.
  • Le persone residenti sono il cuore pulsante del processo. Chi è rimasto ha il ruolo e la responsabilità di rivedersi con occhi nuovi, di riconoscersi e raccontarsi al mondo.

Opera dedicata agli emigranti di Vaccarizzo
Opera dedicata agli emigranti di Vaccarizzo.

Prossimo passo:

Andare sul posto. Sentire il luogo, le persone e far lavorare la comunità su se stessa.

* * *

Se siete curiosi dello sviluppo del progetto o desiderate approfondire il metodo descritto, scriveteci:

La grande sfida del ripopolamento dei borghi storici italiani

La ricetta di BRIT che passa dal MIT e approda in un piccolo borgo della Calabria.

Come sapete BRIT è una start up innovativa che si occupa di valorizzazione di borghi e dimore storiche a rischio di abbandono.

La nostra missione più sfidante è trovare una “ricetta” per il ripopolamento dei borghi storici italiani.

Il perché di questa missione.

L’Italia dalla fine del XIX secolo ha vissuto 3 importanti flussi migratori che hanno portato ad un progressivo calo demografico delle aree collinari e montane del paese.

Le due guerre mondiali, l’industrializzazione e la crisi economica del 2008 in particolare hanno amplificato e accelerato questo processo che ha portato le famiglie ad espatriare (secondo una stima del Ministero degli Esteri gli oriundi italiani sono tra i 60 e gli 80 milioni di persone di cui il 66,3 % vive in America Latina, il 27,5 % in America del Nord e il 3,4 % in Europa) o a trasferirsi nelle aree metropolitane.

Distribuzione degli Oriundi italiani nel mondo. (fonte: http://www.emigrati.it/Emigrazione/DatiStatItalMondo.asp)

In Italia oggi ci troviamo con più di 2 milioni di immobili abbandonati: su una comunità composta da circa 60 milioni di abitanti è un numero sconcertante, che mette in evidenza un problema sociale enorme.

Dalla nostra esperienza di architetti sappiamo che lo stato di manutenzione del patrimonio immobiliare è lo specchio della qualità di vita e delle relazioni delle persone che lo posseggono e lo vivono.

Assenza di presidio umano e manutenzioni non eseguite con regolarità sono l’inizio di un processo di degrado fisico e sociale che non possiamo più permetterci.

Forti di questo credo, e motivati a dare il nostro contributo per trovare soluzioni che invertano il processo, abbiamo voluto partecipare ad Ulab-S, il primo Laboratorio di Trasformazione Sociale creato da Otto Scharmer , senior lecturer della MIT Management Sloan School, e dal suo team del Presencing Institute.

La ricetta di BRIT per il ripopolamento dei borghi
Mappa dei progetti di Trasformazione Sociale selezionati per Ulab-S 2019.

La ricetta di BRIT per il ripopolamento dei borghi
Core team di BRIT nel video di presentazione del contest lanciato dal Presencing Institute per partecipare ad Ulab-S.

Il nostro obiettivo: prototipare in un borgo in via di spopolamento un percorso di rinascita.

Come? Lo faremo applicando uno degli approcci al change making più innovativi e rivoluzionari: la Teoria U ed i suoi tools.

E’ un’avventura avvincente e molto sfidante che merita di essere raccontata passo passo.

Questa è la nostra storia.

* * *

Capitolo 1

Ingrediente #1: il giusto TEAM.

Il primo task assegnato dalle guide di Ulab-S è stato quello di scegliere un team di almeno dieci persone che avrebbe potuto investire cinque mesi di lavoro sul progetto, da gennaio a maggio 2019. La scelta del team è una fase molto delicata del processo perché condiziona in modo sostanziale la qualità dei risultati ottenuti.

Per rendere il lavoro efficace ed operativo fin da subito abbiamo deciso di comporre il team con persone con competenze diversificate e interessate all’argomento:

La ricetta di BRIT per il ripopolamento dei borghi
Membri dell’extended team: Laura Camellini, Giovanna Carpinello, Roberta Caruso, Sergio Farruggia, Angela Santi, Stefano Termanini

Ingrediente #2 : la COMUNITÀ con cui sviluppare il prototipo di ripopolamento.

Per scegliere una comunità in cui sperimentare il percorso,  abbiamo scelto di fare un concorso interno al team. Sapendo che S-lab sarebbe durato da Gennaio a Maggio 2019, la comunità con cui lavorare doveva avere alcune caratteristiche per riuscire in tempi brevi a dare dei risultati tangibili di cambiamento.

Gli indicatori di selezione che abbiamo usato comportavano la presenza di: 

  • un fenomeno di spopolamento in atto;
  • una comunità attiva sul luogo disposta a lavorare sul prototipo;
  • una figura leader disposta a partecipare al laboratorio attivamente;
  • attività commerciali, servizi o imprese sul territorio;
  • una forte valenza storica del luogo;
  • risorse attrattive del territorio;
  • varietà demografica;
  • una Pubblica Amministrazione supportiva;
  • precedenti tentativi per contrastare lo spopolamento.

Alla selezione hanno partecipato 8 borghi provenienti da varie Regioni d’Italia:

Pergine (TN), Carrega Ligure (AL), Calice Ligure (SV), Zeri (MS), Gatta di Castelnuovo nei monti (RE), Serramazzoni (MO), Castello di Monfestino (MO), Vaccarizzo di Montalto (CS).

La scelta è stata molto sofferta perché i casi proposti erano tutti molto interessanti e con vari gradi di urgenza di intervento. Dopo un lungo e appassionato dibattito, la scelta è andata su Vaccarizzo di Montalto, un borgo di 500 abitanti nel Comune di Montalto Uffugo in Provincia di Cosenza.

La ricetta di BRIT per il ripopolamento dei borghi
Vaccarizzo di Montalto, frazione di Montalto Uffugo (CS).

Che cosa ci ha fatto scegliere la comunità di Vaccarizzo?

Vaccarizzo ha vinto per due motivi: da una parte rispondeva ai criteri oggettivi di selezione che avevamo impostato e in secondo luogo la coesione e la presenza della comunità sono state percepite molto forti.

I fattori chiave sono stati la passione e l’energia della persona che ce lo ha presentato: Roberta Caruso. Lei ha saputo trasmettere in modo molto efficace una visione di sviluppo, ottime relazioni con i membri della comunità, amore, impegno e una forte volontà di far rinascere il borgo dove è nato suo padre. Ha dimostrato che avrebbe potuto coinvolgere facilmente la comunità ad investire tempo, energie, risorse e relazioni nel progetto.

La lezione che abbiamo imparato da questa selezione è che sono sempre le PERSONE a fare la differenza.

La ricetta di BRIT per il ripopolamento dei borghi
Roberta Caruso con alcuni abitanti attivi di Vaccarizzo.

Siete curiosi di sapere cosa abbiamo sperimentato con loro? Seguite i prossimi articoli!

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