L’esperienza di feedback dei “Cantieri Aperti”

La collaborazione di BRIT con il Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per le Marche per la creazione dell’esperienza di feedback dei visitatori agli eventi dei “Cantieri Aperti” del progetto OPHERA.

Durante il #BRITTour2021 Renzo Provedel ed io abbiamo esplorato territori dove lo spopolamento è stato attivato in prevalenza da fenomeni di migrazione economica, dovuta a repentini cambiamenti del mercato locale. I feedback raccolti dalle comunità, ci hanno mostrato come le scelte di spostamento verso altre città italiane, europee ed extra-europee, siano dipese da questioni private familiari. Tuttavia, fra le varie cause scatenanti che possono attivare lo spopolamento di un territorio, troviamo anche le catastrofi naturali come alluvioni, incendi, terremoti e frane.

Nel 2022 abbiamo esplorato e approfondito queste casistiche, che presentano matrici emozionali e dinamiche sociali completamente differenti, in quanto la fuga degli abitanti è forzata da fattori esterni.

Ricostruzione post sisma e rischio spopolamento

In caso di calamità naturali, il processo di spopolamento diventa irreversibile, non tanto a causa dell’evento in sé e della gestione dei primi mesi di emergenza, ma a seguito del prolungarsi del periodo di allontanamento dei residenti dalle proprie case. Dopo i primi sei mesi, infatti, le famiglie iniziano a crearsi nuovi equilibri altrove, a iscrivere i figli in nuove scuole, a lavorare in nuove strutture, a frequentare nuovi gruppi di persone.

Questo è quello che sta accadendo nelle zone del cratere del terremoto avvenuto tra il 2016 e il 2017 tra Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio nelle zone della valle del Tronto, i Monti Sibillini, i Monti della Laga e i monti dell’Alto Aterno.

Questo terremoto ha prodotto 41.000 sfollati, 388 feriti e 303 morti ed ha coinvolto i territori di 140 Comuni.

Mappa dei comuni del cratere del sisma 2016.
Mappa dei comuni del cratere del Sisma 2016-2017
(Fonte: http://osservatoriosisma.it/comuni-del-cratere/ )

Nella sola Regione Marche, il territorio più colpito dal sisma, il Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per le Marche ha rilevato che 1664 chiese storiche tutelate e 1223 edifici tutelati (tra cui castelli, palazzi, aree archeologiche) sono stati danneggiati o distrutti. Da questi edifici tutelati sono stati rimossi e conservati in depositi temporanei oltre 13000 opere mobili con diversi livelli di danno. In termini di impatto paesaggistico, 285 centri storici sono stati danneggiati.

Una perdita enorme non solo in termini materiali ma di tessuto sociale e comunitario.

Edifici messi in sicurezza nelle zone rosse di Visso e Pieve Torina (MC). Foto maggio 2022.

Il Progetto OPHERA

Nel 2018 il Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per le Marche, consapevole che il restauro di questo patrimonio culturale e la riconnessione tra comunità e territorio sono processi a lungo termine, ha avviato grazie ad un cofinanziamento del Programma Creative Europe dell’Unione Europea il progetto “OPHERA – Apertura del patrimonio culturale alle comunità durante il processo di restauro post-sisma 2016: tecnologie digitali e nuove competenze per gli operatori culturali”.

L’idea di base del progetto è quella “di rendere accessibile parte del patrimonio culturale danneggiato e del patrimonio storico-artistico durante tutte le fasi di restauro mediante l’utilizzo di metodi e strumenti interattivi tradizionali e avanzati.”

Un contesto sfidante

La sfida di questo progetto parte dalla scelta del linguaggio da utilizzare per far dialogare un ambito complesso, multidisciplinare, tecnico e sofisticato come quello del restauro con la comunità locale.

Gran parte dei processi che riguardano la salvaguardia dei beni tutelati sono infatti intangibili e invisibili. Rilievi, strategie di intervento, analisi, diagnosi, progetti sono tutte attività che si svolgono lontano dagli sguardi degli abitanti. Queste fasi di lavoro possono durare anni, soprattutto in situazioni in cui interi sistemi urbani vanno considerati come un unico corpo.

Nelle aree del cratere sono presenti ancora delle “zone rosse” inaccessibili ai civili. Gli abitanti di questi centri storici, che non hanno trovato alternative abitative altrove, sono stati trasferiti nelle nuove zone attrezzate con case prefabbricate, le cosiddette SAE – Strutture Abitative di Emergenza.

Abitazioni, spazi commerciali e servizi temporanei a Visso e Pive Torina (MC). Foto maggio 2022.

Molte famiglie vivono in queste strutture da almeno 2-3 anni, un tempo sufficientemente lungo per adattare le nuove abitazioni ai propri ritmi e trovare un nuovo equilibrio. Un tempo molto lungo che in parallelo genera impazienza e sentimenti di sfiducia, frustrazione, impotenza e sconforto. Il legame con le case danneggiate e i luoghi della vita sociale precedente è ancora fortissimo e il desiderio di ritornare a viverci presto accompagna i loro pensieri quotidianamente.

Questo è il contesto emozionale in cui professionisti, amministratori e imprese si trovano a lavorare da allora. 

Gli obiettivi

La creazione di un dialogo disteso e trasparente con gli abitanti del territorio, l’attivazione di processi di ascolto autentico e fattuale e la condivisione pubblica delle visioni e delle strategie di ricostruzione sono mezzi per riuscire collettivamente a superare gli ostacoli e la tensione generale che serpeggia in questi ambienti.

Il progetto OPHERA si inserisce in questo scenario proponendo i “Cantieri Aperti”, un insieme di format di eventi culturali che permettano ai cittadini di tornare in contatto con i luoghi in cui vivevano, di conoscere i progetti e le tempistiche dei lavori di ricostruzione:

visite guidate ai cantieri, mostre dei progetti di restauro, laboratori interattivi di restauro e di lavorazione del Travertino, gara di fotografia per ragazzi dai 9 ai 14 anni.

Team e staff progetto Ophera con Sindaco di Pieve Torina.
Team e staff del Progetto Ophera insieme al sindaco di Pieve Torina.

Il Contributo di BRIT: Progettare l’esperienza di feedback dei “Cantieri Aperti”

In seno al progetto Ophera noi di BRIT siamo stati chiamati a creare il sistema di raccolta dei feedback dei partecipanti sull’aspetto emozionale e sul livello di trasferimento dei contenuti tecnici degli eventi organizzati per il 28-29 maggio e l’11-12 giugno 2022 in queste località: Pieve Torina (MC), Visso (MC), Monte San Martino (MC), Ascoli Piceno, Castel di Luco (AP).

L’aspetto più sfidante della progettazione di un processo di feedback di un evento culturale, è quello di scegliere che cosa chiedere ai visitatori e come farlo, per renderlo un momento di connessione e ascolto autentico dei partecipanti.  Subito apparve chiaro che i requisiti di progettazione dovevano tenere conto dei loro “profili” e delle attese informative del Segretariato.

Le priorità da rispettare

I visitatori attesi nelle quattro giornate, sulla base delle prenotazioni on-line, erano 600, un numero importante che necessita di una strategia per la gestione della quantità di dati che avremmo raccolto e analizzato.

Sulla base di queste priorità, abbiamo progettato il processo di feedback tenendo conto di questi fattori:

–   profilo dei partecipanti destinatari degli eventi:

  • gli abitanti dei comuni del cratere del sisma prossimi ai siti dei cantieri aperti;
  • architette/i e ingegnere/i interessate/i ad approfondire i progetti e gli interventi di recupero sismico e restauro, provenienti soprattutto dalla Regione Marche e da Regioni vicine;
  • i giovani del territorio;

–   format delle attività proposte:

  • visite guidate ai cantieri di restauro;
  • mostre espositive con pannelli e video per illustrare i progetti di restauro e miglioramento sismico degli edifici;
  • laboratori di restauro e lavorazione del travertino;
  • concorso fotografico;

–   integrazione del feedback nel processo complessivo di visita:

  • includendo i visitatori che avrebbero dovuto riflettere su come era andata la loro visita personale e l’eventuale esperienza di laboratorio;
  • integrando lo staff della Soprintendenza nella presentazione dell’attività di feedback al momento iniziale della visita.

Le attività strategiche

Al fine di rendere la restituzione dei feedback un’esperienza piacevole e semplice da gestire sia per i visitatori sia per lo staff, abbiamo dedicato molta attenzione a queste attività :

  • come “intercettare” fisicamente le persone a valle dell’esperienza, in quanto la loro mobilità ed estemporaneità di movimento poteva diventare un problema da risolvere;
  • come registrare le loro risposte, ossia quanto e come impegnarle in una raccolta dati cartacea o digitale col telefonino;
  • quali altri canali utilizzare per raccogliere il feedback sull’esperienza vissuta.

Soluzioni e strumenti

L’intercettazione fisica dei visitatori è stata gestita collocando un tavolo di raccolta dei feedback in prossimità degli altri tavoli di accoglienza, in una posizione adatta a monitorare i visitatori alla fine della loro visita al cantiere. 

La registrazione dei feedback è stata impostata sia con mezzi digitali (questionari on line creati con Google Form e un Qr Code da inquadrare con il telefonino) sia con un questionario cartaceo anonimo. Con nostra grande sorpresa ha prevalso il cartaceo!

Abbiamo usato anche altri due strumenti per raccogliere i feedback

  • il libro delle “dediche”, ove le persone potevano lasciare un loro commento sull’evento, anche un disegno…i ragazzi/e e i bimbi hanno preferito disegnare!
  • la lavagna con i post-it per raccogliere i feedback dei minorenni che non potevano compilare i questionari ufficiali. Questa modalità è stata utilizzata in particolare a Monte San Martino per la gara di fotografia.

La struttura e i contenuti dei questionari

Per ogni evento abbiamo creato un questionario ad hoc composto da tre sezioni:

una sezione “anagrafica”, per conoscere le caratteristiche della popolazione partecipante sulla base di questi indicatori di interesse per il Segretariato:

  • la provenienza geografica;
  • la classe d’età;
  • il livello d’istruzione;
  • il canale con cui si erano informati;
  • la scelta o meno di voler essere informati degli sviluppi successivi;

–   una sezione di valutazione qualitativa della visita o del laboratorio, dove abbiamo usato 6 domande strutturate, proponendo una valutazione del livello di soddisfazione delle aspettative del visitatore da 1 (non soddisfacente) a 5 (molto soddisfacente) su questi sei indicatori:

  • accoglienza;
  • narrazione dei contenuti;
  • sicurezza;
  • durata;
  • interattività;
  • chiusura;

–   una sezione “aperta”, per far esprimere liberamente i partecipanti su questi due argomenti:

  • che cosa ti è piaciuto di più;
  • quali miglioramenti ci consigli.

Esperienza di Feedback #1:

I questionari per le visite guidate “Voci di cantiere”

I cantieri inseriti nel programma di visita sono stati:

  • Chiesa e Convento di Sant’Agostino a Pieve Torina (MC);
  • Collegiata Santa Maria e Palazzo dei Priori a Visso (MC);
  • Palazzo Saladini di Rovetino ad Ascoli Piceno (AP), Palazzo di proprietà privata, socio di ADSI – Associazione Dimore Storiche Italiane sezione Marche;
Visita a Castel di Luco con la guida dell'architetto che ha progettato gli interventi di restauro.

Le narrazioni dei progetti di restauro sono state studiate ed eseguite in modo corale dai vari protagonisti coinvolti: proprietari dei beni, progettisti, imprese esecutrici, studenti universitari, ricercatori, restauratori e funzionari del Segretariato delle Marche.

Lo scopo era quello di mostrare alla comunità la numerosità e varietà di soggetti e competenze che è necessario integrare per un progetto di ricostruzione post sisma.

Importanti sono stati anche i contributi di Associazioni e scuole locali. A Visso, ad esempio, l’accompagnamento dei visitatori da un sito di visita all’altro, è stato guidato da figuranti in abiti medievali dell’Associazione “Torneo delle Guaite”, mentre ad Ascoli Piceno, a Palazzo Saladini di Rovetino, il racconto è stato arricchito da stacchi musicali degli studenti dell’Istituto Musicale Gaspare Spontini. La loro presenza ha trasformato le visite in performance teatrali, rendendo l’atmosfera generale poetica, festosa e leggera.

I suggerimenti dei partecipanti su punti di forza

Dalla lettura dei feedback, sono emerse risposte sorprendenti soprattutto nella parte di commenti liberi. Inizialmente, leggendo ciascuna risposta singolarmente, ci sembrava di aver raccolto delle “ovvietà”, perché molte risposte erano generiche: bello, utile, interessante e così via. Poi, adottando il principio di “affinità”, ovvero raccogliendo le risposte con significati simili e distillando le parole chiave ripetute, abbiamo scoperto che i messaggi che ci venivano inviati erano assolutamente pregnanti e ricchi di senso.

Le tabelle che seguono raccontano il risultato di questo lavoro di “affinità” per le visite ai cantieri.

28 maggio 202229 maggio 202211 giugno 202212 giugno 2022
Pieve Torina (MC)Visso (MC)Ascoli PicenoCastel di Luco – Acquasanta Terme (AP)
NARRAZIONENARRAZIONENARRAZIONECONTATTO CON GLI EDIFICI
CONTATTO CON GLI EDIFICICONTATTO CON GLI EDIFICICONTATTO CON GLI EDIFICINARRAZIONE
ATMOSFERA / RAPPORTO CON GLI ORGANIZZATORIATMOSFERA / RAPPORTO CON GLI ORGANIZZATORIATMOSFERA / RAPPORTO CON GLI ORGANIZZATORIATMOSFERA / RAPPORTO CON GLI ORGANIZZATORI
PARTECIPAZIONEORGANIZZAZIONEORGANIZZAZIONEORGANIZZAZIONE
ORGANIZZAZIONE
Che cosa è piaciuto di più ai partecipanti.

Ciò che è piaciuto di più sono state in primis la narrazione dei contenuti, che ha fatto emergere la professionalità dei tecnici coinvolti e la passione dei proprietari, la possibilità di rientrare negli edifici chiusi da anni, l’atmosfera leggera e gioiosa, il rapporto amichevole con gli organizzatori, la partecipazione empatica dei presenti e l’organizzazione complessiva dell’evento.

I suggerimenti dei partecipanti sulle aree di miglioramento

28 maggio 202229 maggio 202211 giugno 202212 giugno 2022
Pieve Torina (MC) Visso (MC)Ascoli PicenoCastel di Luco – Acquasanta Terme (AP)
PROMOZIONE EVENTOTRASPARENZA VERSO I CITTADINI, AVANZAMENTO LAVORICONTINUITÀ E APPROFONDIMENTOPROMOZIONE EVENTO
ESPLORARE DI PIÙCONTINUITÀ E APPROFONDIMENTOPROMOZIONE EVENTOINTERATTIVITÀ VISITA
FUTURI POSSIBILIFUTURI POSSIBILIACUSTICATRASPARENZA VERSO I CITTADINI, AVANZAMENTO LAVORI
PRIMA AI CITTADINIORGANIZZAZIONE E SERVIZI
ESPLORARE DI PIÙNARRAZIONE
FUTURI POSSIBILI
Che cosa i partecipanti consigliano di migliorare.

Come mostra questa tabella, sul fronte del miglioramento possibile, troviamo ai primi posti la raccomandazione di promuovere eventi di questo tipo a una platea ancora più ampia di persone e con una forza comunicativa più densa. C’è il riconoscimento di un avvio di “trasparenza” verso i beneficiari e una richiesta, quella di “continuare” nella trasparenza, nell’informazione per aggiornare lo stato dell’arte dei lavori con i cittadini del territorio.

I messaggi dei fruitori sono forti e chiari.

Le valutazioni dei partecipanti

La tabella che segue riporta le valutazioni dei partecipanti e mostra una grande e generalizzata soddisfazione per l’esperienza vissuta. Il punteggio andava da 1 (insoddisfazione) a 5 (molto soddisfatto). Come potete notare, i valori sono tutti molto alti, compresi tra 4,2 e 4,9. Gli aspetti più apprezzati sono stati la sicurezza delle visite (rappresentata simbolicamente dalla fornitura di un casco da cantiere ad ogni partecipante) che ha ottenuto un voto di 4,9/5 in tre siti su quattro, e l’accoglienza, che ha ricevuto un punteggio con valori medi tra 4,5/5 e 4,9/5.

28 maggio29 maggio 11 giugno 12 giugno
Pieve Torina (MC)Visso
(MC)
Ascoli PicenoCastel di Luco
Acquasanta Terme (AP)
EVENTO NEL COMPLESSO4,44,24,54,7
ACCOGLIENZA4,74,54,64,9
NARRAZIONE DELL’INTERVENTO DI RESTAURO4,74,64,54,6
SICUREZZA VISITA4,64,94,94,9
DURATA DELLA VISITA4,64,24,5nd
CHIUSURA EVENTO4,74,54,5nd
INTERATTIVITÀ CONTENUTIndndnd4,6

Valutazioni dell’esperienza di visita

Esperienza di Feedback #2:

I questionari per i laboratori

I laboratori inseriti nel programma erano:

  • Laboratorio di restauro “Mani in arte” a Visso (MC), organizzato dall’Istituto Centrale del Restauro di Roma (ICR), dove adulti e bambini, sotto la guida della restauratrice Aspasia Formichetti, hanno potuto conoscere varie tecniche di restauro degli affreschi, di salvataggio e trasporto di opere d’arte danneggiate dal sisma;
  • “Travertino e componibilità” a Castel di Luco (AP), laboratorio organizzato da Terra Vettore APS e guidato dagli artisti Gianluca Staffolani e Alessandro Virgulti dove adulti e bambini hanno potuto realizzare con le loro mani dei gioielli in travertino e rame e delle costruzioni con piccoli blocchi di travertino;

© Foto di Terra Vettore APS ( Fonte: https://www.facebook.com/terravettore/)

  • “Materia e vuoti” a Castel di Luco (AP), laboratorio organizzato da Terra Vettore APS e guidato dagli artisti Antonio de Marini e Valentino Giampaoli, dove adulti e bambini hanno potuto stampare delle magliette utilizzando timbri di travertino;

© Foto di Terra Vettore APS ( Fonte: https://www.facebook.com/terravettore/)

  • “Trasformare Ascoltando” a Castel di Luco (AP), un laboratorio creativo, organizzato e guidato da Officina dei Sensi, dove adulti e bambini, anche ipovedenti e non vedenti, hanno potuto realizzare sculture con l’argilla.
Laboratorio di scultura con l'argilla di Officina dei Sensi.
© Foto di Terra Vettore APS ( Fonte: https://www.facebook.com/terravettore/)

La partecipazione a tutti i laboratori è stata alta anche se la concomitanza con le visite ai cantieri, ha reso talvolta l’intercettazione del pubblico difficile o impossibile. Nonostante tutto i posti disponibili, in totale 120, sono stati saturati e la soddisfazione alta degli utenti è mostrata nei volti attenti, divertiti e sorridenti dei partecipanti!

I suggerimenti dei partecipanti su punti di forza e aree di miglioramento

Come per le visite in cantiere, anche nei laboratori le risposte più interessanti sono state quelle libere.

Alla domanda “Che cosa è piaciuto di più?” in prima posizione troviamo la “narrazione” del laboratorio di restauro dell’ICR, a pari merito con l’esperienza di costruzione del gioiello di travertino e la relazione con i maestri artigiani che hanno guidato le attività.

Alla domanda “che cosa ci consigli di migliorare?” la risposta corale è stata….dateci più tempo! E poi la richiesta, altrettanto corale, è stata …”dateci ancora opportunità di laboratorio, come questa”.  

Lavorare con le proprie mani, creare e trasformare si è dimostrata una delle forme di coinvolgimento e apprendimento più efficaci per far sentire i visitatori protagonisti.

Chi ha partecipato? 

Ci sono stati due segmenti di popolazione piuttosto diversi: 

  • hanno partecipato molti bambini nella sezione della costruzione del gioiello (Travertino e componibilità), e in quella della stampa delle magliette (Materia e vuoti);
  • il secondo gruppo che vogliamo segnalare è costituito da persone ipovedenti e non vedenti che hanno partecipato alla sessione “Trasformare ascoltando”, e che fanno parte dell’associazione “Officina dei sensi”.

Esperienza di Feedback #3:

Il libro delle dediche

Non tutte le persone amano rispondere a domande molto strutturate. Perciò, per arricchire l’esperienza di feedback, accanto al questionario, è stato attivato anche il “libro delle dediche”: un librone a pagine bianche, ben rilegato, messo a disposizione dei visitatori per dare la possibilità di commentare liberamente l’esperienza vissuta e valorizzare differenti canali espressivi. Alcuni partecipanti, sia adulti che bambini, hanno così deciso di scrivere e disegnare su questo libro.

Il valore di questo strumento è quello di permettere alle emozioni di fluire spontaneamente. Di seguito trovate un esempio di alcune delle affermazioni trascritte, che dimostrano quanto i visitatori si siano sentiti a loro agio e abbiano potuto vivere intensamente la loro personale esperienza:

  • a Pieve Torina: “Emozionante il clima di amicizia…si sentiva la passione unita alla professionalità (Soprintendenza e tecnici)…ti fanno sentire a casa tua”;
  • a Visso: “Commozione”, “Emozionante!”
  • ad Ascoli Piceno: “Ascoli Piceno vede i contenitori pubblici e privati come le nuove fabbriche del futuro”; “ ci sono luoghi che più di altri ci restituiscono l’anima di un secolo”; “l’avventura comincia!!”;
  • a Castel di Luco: “posto magico”; “giornata da memoria”.

Il libro delle dediche ci trasmette la grande empatia che si è sviluppata in questi eventi e che ha emozionato classi di età molto diverse: dai bambini e giovani ragazzi (9-14 anni) agli adulti (la maggioranza dei partecipanti).

Esperienza di Feedback #4:

La lavagna con i post-it per il concorso fotografico per ragazzi

Il ricco programma dei “Cantieri Aperti” ha incluso anche un concorso fotografico, dedicato ai ragazzi dai 9 ai 14 anni e organizzato con il supporto delle scuole locali.

La competizione si è svolta il 29 maggio nel Comune di Monte San Martino (MC) ed ha visto ventiquattro studenti, suddivisi in otto squadre, gareggiare per esprimere, attraverso la fotografia, una loro re-interpretazione di edifici e monumenti della storia del loro Paese. Ha vinto il gruppo che ha ottenuto il maggior numero di “like” sulla pagina Facebook Ophera Project MiC, dove le loro foto sono state pubblicate.

Una delle foto del team vincitore del contest fotografico. Team 8 N-C-L
Una delle foto del team vincitore 8 N-C-L.

Al termine della gara, per raccogliere il feedback dei bambini, abbiamo utilizzato lo strumento del post-it, chiedendo loro come si sentivano dopo la competizione e riportando le loro risposte su una lavagna a fogli mobili. Abbiamo scelto questa soluzione per superare gli ostacoli dovuti alla timidezza e ai vincoli normativi legati alla privacy.

Come nelle domande aperte dei questionari, anche in questo caso, abbiamo svolto un’attività di “Affinity” tra le parole chiave ripetute nelle risposte. Lo scopo era quello di far emergere dai ragazzi gli aggettivi che potevano raccontare al meglio le loro emozioni durante il gioco. L’attributo più ricorrente è stato “divertente”, mentre gli altri sono stati: bellissimo, emozionante, fantastico, indimenticabile, faticoso, educativo, complicato, ottimo.

Lavagna con post-it usata a Monte San Martino (MC) per raccogliere i feedback al termine della competizione fotografica per ragazzi.

Conclusioni

A che cosa serve il feedback espresso dai fruitori

Il feedback dei fruitori di un evento è un risultato indispensabile di ogni progetto, se il committente vuole una verifica NON autoreferenziale dei risultati ottenuti. Acquisire i feedback di chi partecipa è da considerarsi un valore che DEVE esserci in ogni evento che organizziamo.

L’attività di raccolta delle opinioni e delle istanze dei visitatori, infatti, dona ai committenti vari benefici nelle tre fasi chiave del processo, prima dell’evento, ovvero durante la progettazione dell’esperienza di feedback, durante l’esecuzione delle attività con il pubblico, e dopo l’evento, ovvero durante la fase di debriefing.

Durante la progettazione, ad esempio, si portano in primo piano i destinatari dell’evento, si focalizzano i loro bisogni, i loro desideri e i contenuti chiave da raccogliere per apprendere dalle loro osservazioni. Durante l’esecuzione delle attività con il pubblico, invece, possiamo far sentire i partecipanti come “protagonisti”, chiedendo loro come hanno vissuto l’esperienza e, se vogliono, come possono aiutarci a migliorarla. Infine, dopo l’evento, si analizzano informazioni preziose per definire strategie di crescita ed evoluzione del proprio operato.

Misurare le proprie prestazioni nella gestione di un evento

La gestione di un evento è un processo complesso. Serve uno staff preparato e coerente, che abbia interiorizzato il senso e i significati dell’evento.

Per ottenere questo risultato è necessario che le persone dello staff siano empatiche e disponibili all’ascolto dei partecipanti, pronte alla soluzione in tempo reale di eventuali problemi che emergeranno, mostrino qualità di relazione congruenti con le aspettative dei partecipanti e siano capaci di aggiornare i programmi in caso di imprevisti che possono verificarsi come, ad esempio, il cambio delle condizioni meteorologiche.

Una squadra ben preparata ad operare sul campo, necessita di una buona guida che indichi la direzione comune verso cui andare insieme.

La verifica del proprio lavoro impone di inserire nei questionari domande capaci di misurare le prestazioni del team sia in termini di efficienza sia di efficacia sulla comunicazione e le modalità di relazione con i propri visitatori. Ogni riflessione che emergerà dall’analisi dei dati, permetterà di comprendere quali sono i propri punti di forza da valorizzare e le aree di miglioramento a cui dare attenzione per la preparazione di eventi successivi.

Resoconto finale

Il caso studio che vi abbiamo descritto in questo articolo, dimostra come la buona pianificazione del processo e dell’esperienza di feedback – prima, durante e dopo gli eventi – abbia permesso di ottenere questi tre importanti risultati per i curatori:

  1. ha misurato le ottime valutazioni complessive sull’organizzazione e la gestione delle visite ai cantieri e dei laboratori da parte del Segretariato delle Marche;
  2. sono emerse le fasi critiche e i dettagli a cui dare più attenzione negli eventi futuri;
  3. gli organizzatori hanno preso consapevolezza del contributo attivo dei partecipanti che hanno mostrato, nelle sezioni delle domande libere, una grande capacità di fornire proposte e valutazioni di merito sui contenuti.

Renzo Provedel e Federica Benatti

Sciacca e il Museo diffuso dei 5 sensi

Una comunità consapevole e responsabile per costruire il senso del possibile

BRITTour2021 Tappa#7

Dopo tre giorni immersi nel cortocircuito estetico ed emotivo innescato da Favara e dal Farm Cultural Park, il 19 agosto partiamo per l’ultima tappa del nostro viaggio (BRITTour2021 Tappa#7). Siamo andati a Sciacca, in provincia di Agrigento, una delle più antiche città termali della Sicilia, che conta circa 40.000 abitanti. Affacciata sul mare a sud, è protetta a est dal Monte Kronio (detto anche San Calogero), da cui provengono le sorgenti termali.

Sciacca è una città ricca di storia, vivace e con una comunità molto dinamica: sul territorio sono presenti ben 48 associazioni culturali e di promozione sociale.

Ha un’economia che si basa su pesca (pesce azzurro e gamberi in particolare), artigianato (maioliche, lavorazione dei coralli fossili e cartapesta per i carri allegorici del loro storico Carnevale), agricoltura (olio, vino, pistacchi, mandorle, ortaggi) e turismo.

Fino al 2010 il turismo locale era nutrito dalla presenza di importanti impianti termali che la Regione Sicilia decide di chiudere per il fallimento della società di gestione Terme di Sciacca Spa. La chiusura delle terme è stata per la comunità di Sciacca un trauma non ancora sanato. Gli immobili sono chiusi ed inaccessibili da sei anni. Solo la presenza di un custode agguerrito garantisce il rallentamento del degrado degli spazi inutilizzati.

Nel frattempo gli operatori economici del territorio si sono ritrovati a dover costruire su nuove fondamenta la narrazione dei loro valori identitari e delle loro risorse per scongiurare la desertificazione commerciale del centro storico.

La comunità si attiva per valorizzare il proprio territorio

Dal 2019 prende vita così un progetto di comunità focalizzato sulla valorizzazione turistica di Sciacca.

A guidare il gruppo è Viviana Rizzuto, una giovane program manager, rientrata da qualche anno dalla Svizzera dopo anni di esperienza presso delle multinazionali. Da questo mondo lei trasferisce le competenze di gestione della complessità delle organizzazioni, a cui unisce la sua sensibilità e la sua capacità di visione sistemica.

Dai primi laboratori emerge l’importanza del tema dell'”Economia della Bellezza”:
dal gennaio 2019, perciò, la comunità viene affiancata da Emilio Casalini, giornalista e scrittore, conduttore di #GenerazioneBellezza ed esperto di “narrazione”. Con loro struttura un racconto per prendere consapevolezza del valore delle risorse del proprio territorio e creare le esperienze per “i cittadini temporanei”.

Mappa dell’ecosistema che partecipa al progetto “Museo Diffuso dei 5 sensi”. (Fonte: https://www.sciacca5sensi.it/narrazione/#Cooperativa)

Nei primi due anni di lavoro dai laboratori di co-progettazione sono nati così:

  • l'”Eco-Museo Diffuso dei 5 sensi” con le sue 50 esperienze narrate per filiera;
  • la Cooperativa di Comunità “Identità e Bellezza” di Sciacca, la prima in Sicilia, come modello organizzativo;
  • i primi 10 Infopoint diffusi presso le attività commerciali del centro storico, trasformate in ambasciatrici del territorio;
  • la riapertura alle visite guidate delle “Grotte Vaporose” sul Monte Kronio, che in meno di un mese hanno ricevuto più di 2000 visitatori.

I punti chiave del progetto raccontati da Viviana Rizzuto

Nei 6 video che seguono, trovate l’intervista che abbiamo fatto a Viviana Rizzuto, presidente della Cooperativa di Comunità di Sciacca. Le abbiamo chiesto di raccontarci i punti chiave che hanno permesso alla comunità di Sciacca di generare questi risultati in soli due anni.

#1 Il Museo diffuso dei cinque sensi

Viviana Rizzuto in questo video descrive il progetto de “Il Museo diffuso dei cinque sensi” come “Lo spazio del possibile”: un luogo dove si parla di presente e futuro grazie ad un nuovo approccio alla gestione della complessità. La città è stata riletta e narrata secondo una visione ecosistemica che ha connesso persone, visioni e competenze per valorizzare il patrimonio materiale e immateriale di cui il territorio è custode.

BRITTour2021 Tappa#7 Sciacca

#2 Il modello di governance

Viviana è tornata a Sciacca dopo aver lavorato 15 anni per le multinazionali come program manager, una figura che entra in campo per gestire la complessità di un sistema. Lei ha trasferito le sue competenze nella gestione delle relazioni di comunità creando una governance su tre livelli: CDA, management board e supervisory board.

#3 Una comunità responsabile e custode dei beni comuni

Viviana Rizzuto condivide la ricetta contro la crisi sperimentata a Sciacca, dove gli abitanti si sentivano tutti eredi dei Luna e Perollo, famiglie in conflitto permanente. La ricetta parte dall’abbandono del vittimismo per passare al senso di responsabilità individuale, collettivo e di categoria. I primi due anni di lavoro sono stati investiti nella creazione del senso di comunità per passare da un approccio competitivo ad uno cooperativo, per scoprire il significato del “bene comune”, per passare dall’IO al NOI.

#4 La narrazione di filiera

Dal 27 gennaio 2019 la comunità di Sciacca è stata supportata da Emilio Casalini per creare una nuova narrazione del territorio e delle sue risorse. Emilio, lavorando con loro, è passato da “residente temporaneo” a Saccense (cittadino di Sciacca). È stato in grado di unire lo sguardo da esterno al cuore “da interno”, facendo emergere gli aspetti più interessanti e curiosi del territorio. Il recupero del saluto “Assabinidica” e la costruzione di esperienze che mostrano le filiere delle varie produzioni agricole e artigianali, nascono da questa fruttuosa collaborazione.

BRITTour2021 Tappa#7 Sciacca

#5 Narratori digitali

A Sciacca la narrazione del territorio è supportata dall’uso di due strumenti digitali innovativi:

  • Izi.travel, una piattaforma di audioguide create dagli abitanti;
  • Google Nest, un dispositivo vocale con traduttore istantaneo per aiutare il personale degli Infopoint diffusi a dialogare con gli ospiti stranieri.

La tecnologia è diventata supporto per l’accesso ai contenuti e l’abbattimento delle barriere linguistiche.

#6 Il consiglio di Viviana agli innovatori sociali

“Un progetto complesso, che coinvolge una comunità, deve includere fin dalle prime fasi il modello di gestione nel tempo”. Regole chiare e una buona organizzazione sono ingredienti indispensabili per la sostenibilità del processo, per una maggiore partecipazione e responsabilizzazione dei cittadini.

BRITTour2021 Tappa#7 Sciacca e le sue “esperienze”

Arrivando a Sciacca ti rendi conto che il primo grande tesoro di questa città sono le persone. Il loro amore per il territorio si esprime con l’orgoglio di essere saccensi, la passione per il loro lavoro, le competenze di pregio che si sono costruiti, la rabbia nei confronti di chi non fa la sua parte trasformata in energia e voglia di contribuire.
Le esperienze che hanno progettato sono il modo migliore per comprendere in profondità i valori in cui si identificano.

Di seguito trovate una galleria fotografica che da un piccolissimo assaggio di tutto quello che abbiamo vissuto con loro in tre intensissimi giorni. Gioia, commozione, fiducia, speranza, allegria, divertimento, piacere.

Un grazie di cuore a tutti per la calda e avvolgente accoglienza… e Assabinidica!

Favara e il Farm Cultural Park

La bellezza di un futuro possibile

BRITTour2021 Tappa#6

Dopo aver salutato la Calabria, il 16 agosto, con Cleopatra bella carica, sbarchiamo in Sicilia, con destinazione Favara, un comune di poco più di 30.000 abitanti della Provincia di Agrigento.

Qui nel 2010 è nato Farm Cultural Park, il primo progetto di “Rigenerazione Urbana” che ha fatto scuola a tutti gli innovatori sociali di oggi.

Prima di entrare nel cuore del racconto, per comprendere appieno il valore di questa operazione pionieristica e visionaria di Andrea Bartoli e Florinda Saieva, è necessaria una digressione sul contesto ambientale in cui hanno operato.

Il contesto urbano di Favara

A differenza delle località visitate fino ad ora, Favara è un Comune di medie dimensioni che, a leggere i dati demografici storici, non ha subìto flussi di spopolamento sino al 2010, anzi: dal settecento ad oggi la popolazione è cresciuta dai 4-5.000 abitanti sino a quasi 34.000, grazie alle attività estrattive e produttive legate allo zolfo.

Nonostante questa apparente “restanza”, l’ambiente urbano che ti si presenta davanti agli occhi oggi, ricorda i paesaggi urbani della Siria bombardata o della Beirut degli anni ’80:

edifici mai finiti, facciate cadenti, pilastri esposti, tetti sfondati, finestre rotte, balaustre di balconi sospese nel vuoto, immondizia abbandonata in ogni angolo di strada, auto e portoni bruciati, tombini per la raccolta delle acque piovane assenti e altre amenità difficili da descrivere a parole.

Le ragioni del degrado urbano

Per comprendere le dinamiche che hanno generato questo scempio abbiamo parlato con alcuni architetti del luogo che ci hanno messo in evidenza due fattori chiave:

  • il desiderio degli adulti del secondo dopoguerra di assicurare la “proprietà” di una casa ai loro figli e nipoti;
  • l’espressione “Mura e futtitinni“, in voga negli uffici comunali tra gli anni ’60 e ’80 del XX secolo.

Carmelo Antinoro, ex dirigente dell’Amministrazione Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, in un articolo del suo blog scrive:

“In meno di trent’anni il sacco è stato consumato; il centro abitato, di contorno al centro storico, si è allargato a macchia d’olio, senza forme, né colori. Per anni tutto è stato permesso e guai a reclamare abusi; chi reclamava abusi alle autorità competenti era un infame e poi, chi era nelle condizioni di reclamare e a chi?

Molti hanno realizzato casermoni, uno sopra l’altro, con l’intento di farli poi completare dai figli e, addirittura, dai nipoti, in modo da tenerli vicini come bastoni per la vecchiaia. Questi figli però sono cresciuti e sono andati fuori a studiare o a lavorare, mettendo radici altrove e acquisendo (per fortuna loro) una mentalità diversa dai genitori. Ma le “PROPRIETÀ” che i genitori hanno realizzato sono ancora lì; un ammasso di scheletri che fanno cattiva mostra, soprattutto per coloro che visitano per la prima volta la città, la cui sensazione è quella di una città fantasma.”

In trent’anni la città ha triplicato il parco immobiliare senza una reale domanda di abitazioni, senza presidio e manutenzione.

Foto aerea di Favara. Fonte: https://www.bing.com/maps

Come si può notare dalla foto aerea di Favara, ci troviamo in un contesto senza un disegno, senza una pianificazione urbana che avesse al centro la visione sistemica necessaria per garantire il benessere degli abitanti e il rispetto dell’ambiente.

Visione e valori di Farm Cultural Park

Nonostante tutto ciò, inoltrandosi nel centro storico, dal 2010, si respira una fresca aria di cambiamento.

Come un geode che offre a prima vista una pietra grezza e all’interno nasconde la meraviglia dei cristalli e dei colori dei minerali, tra le viuzze antiche emergono sette cortili dove l’arte contemporanea esprime un cambio di visione sulla città.

Cura degli spazi pubblici, luoghi di incontro e relazione, eventi di stimolo culturale e confronto, un’accoglienza orgogliosa ed efficiente creano un cortocircuito visuale e profondamente emozionale.

Capisci al primo sguardo che qui regnano fiducia nelle persone e nel futuro, amore per le radici e la propria casa, bellezza delle relazioni e della pulizia dei beni comuni.

In questa parte di città le regole di convivenza e sviluppo si basano su nuovi paradigmi e su un nuovo linguaggio espressivo.

Abbiamo intervistato Florinda Saieva, co-fondatrice di Farm Cultural Park, per farci raccontare la visione e i valori che hanno guidato le loro azioni.

#1 I pionieri della rigenerazione urbana

In questo primo video Florinda Saieva ci racconta come è nato il percorso di rigenerazione urbana nel centro storico di Favara (AG), attivato 12 anni fa lavorando con l’arte contemporanea.

#2 Leadership civica

Florinda Saieva racconta di SOU, scuola di architettura per bambini e Prime Minister, scuola di politica per giovani donne dai 14 ai 19 anni. Due progetti per formare una nuova leadership civica.

#3 SPAB – Società per Azioni Buone

Dal 14 maggio 2021 Farm Cultural Park è affiancata da SPAB – Società per Azioni Buone, una SPA Impresa sociale che ha lo scopo di raccogliere i risparmi dei favaresi, per reinvestirli in progetti di riqualificazione del territorio, caratterizzato da un patrimonio immobiliare ad alto potenziale trasformativo (60.000 abitazioni su 90.000 sono sottoutilizzate o abbandonate). Altro obiettivo è quello di innescare processi per trattenere o far rientrare i favaresi, con tutte le loro competenze, idee ed energia, contribuendo in modo attivo alla rigenerazione della città di Favara.

#4 Gli ostacoli al cambiamento

Florinda Saieva ci confessa quali sono stati gli ostacoli principali al loro percorso di rigenerazione e quali sono stati gli alleati che gli hanno permesso di conquistarsi la fiducia degli abitanti. Il tema chiave è la diffidenza generata dall’utilizzo di un linguaggio nuovo, di metodi sperimentali e strumenti inconsueti, che necessitavano di una “traduzione”. I bambini sono stati il driver che ha permesso loro di essere visti con occhi nuovi dagli adulti, superando la barriera di pensieri improduttivi come “Chissà perché lo stanno facendo… Che cosa c’è dietro?”.

#5 I nuovi progetti

Il futuro di Farm Cultural Park, dopo 11 anni di attività, è orientato ad un maggiore radicamento sul territorio favarese e all’avvio di progetti fuori dai confini locali. Hanno avviato l’apertura di “Ambasciate” in Sicilia e stretto relazioni a livello internazionale per generare processi di reciproca contaminazione positiva: partenariato con “New European Bauhaus”, partecipazione alla biennale “Countless cities”, scambio culturale con Detroit. Un asset culturale chiave è legato all’empowerment femminile su cui stanno sviluppando un progetto quadriennale.

#6 Un progetto di famiglia

Farm Cultural Park è un progetto che ha coinvolto tutta la famiglia di Florinda e Andrea. Le loro due figlie, Carla e Viola, si sono sviluppate in questo contesto dove la “Dimensione del possibile” è stata resa tangibile dall’incontro con persone di eccellenza in tante discipline e contesti culturali differenti. Florinda ed Andrea hanno permesso loro anche di sbagliare, trasformando gli errori in opportunità di apprendimento.

#7 Consigli per gli innovatori sociali

Abbiamo chiesto a Florinda Saieva quali consigli darebbe ad altri innovatori sociali che volessero attivare processi rigenerativi in altri territori delle aree interne o delle periferie urbane.

Ecco la sua ricetta in 3 punti:

  1. i LUOGHI su cui agire vanno vissuti e ABITATI perché a distanza le cose non succedono;
  2. trovare degli ALLEATI con cui crescere e condividere le idee;
  3. attivare le INTELLIGENZE COLLETTIVE, perché la diversità di pensiero, cultura e genere è fonte di ricchezza.

e… “se ce l’hanno fatta due giuristi, in un contesto complesso come Favara, 11 anni fa, ce la possono fare tutti!

BRITTour2021 Tappa#6 Favara FarmCulturalPark

#8 Effetti collaterali

La nascita di Farm Cultural Park ha generato indirettamente un impatto importante sulla città, in termini di nascita di nuovi servizi e attività commerciali. Col tempo molte persone hanno creduto nel loro progetto e hanno iniziato ad investire dentro e fuori dai 7 cortili, ristrutturando immobili, creando valore economico e posti di lavoro. I posti letto disponibili a Favara sono passati dai 6 di 11 anni fa a oltre 250, solo per fare un esempio. Per scelta non è Farm ad accentrare tutti i servizi. Il loro desiderio infatti è che ogni abitante coltivi il proprio talento e diventi una risorsa per la città.

San Floro e il Nido di Seta

BRITTour2021 Tappa#5

Per la quinta tappa del BRIT Tour 2021 abbiamo continuato ad esplorare la Calabria alla ricerca di progetti imprenditoriali innovativi e ad alto impatto territoriale, avviati da giovani locali.

Siamo andati a San Floro, un piccolo borgo in provincia di Catanzaro, con poco più di 700 abitanti.

Il borgo attuale fu fondato dai monaci basiliani, in epoca bizantina, che lo scelsero per la sua posizione in cima alla collina e per il clima mite.

Il paese dal secondo dopoguerra ad oggi si è spopolato, perdendo più del 50% dei suoi residenti.

Nonostante tutto, la qualità della vita degli abitanti e la cura degli spazi comuni sono buoni.

In questo contesto è nato e cresciuto “Il Nido di seta”, una cooperativa che ha riavviato nel gelseto comunale la gelsibachicoltura per tornare a produrre e tessere la seta che rese Catanzaro famosa nel mondo.

Dietro questo progetto si nasconde una visione strategica più ampia: mantenere vivo il know how legato all’intera filiera di produzione della seta e attivare servizi turistici, culturali e sostenibili, per attrarre viaggiatori sul loro territorio.

I tre fondatori del Nido di Seta, Miriam, Giovanna e Domenico, hanno studiato in varie scuole tra Thailandia, India e Messico per ricostruire il know how perduto sulla produzione serica e le tinture naturali, e portare in Italia le innovazioni necessarie per rendere l’allevamento dei bachi sostenibile.

Nell’antico Castello Caracciolo, alle porte del paese, hanno creato il Museo della seta, narrando tutte le tappe della filiera in un percorso didattico esperienziale che attrae circa 6.000 turisti ogni anno.

Nei tre video che seguono potete vivere con noi una sintesi dell’esperienza di visita al museo.

#1 – La bachicoltura

Domenico Vivino, fondatore de “Il Nido di Seta”, si occupa della coltura dei gelsi e dell’allevamento dei bachi da seta. In questo video fatto al Museo della seta, presso il castello Caracciolo di San Floro ci racconta come avviene la bachicoltura.

BRITTour2021 Tappa#5 SanFloro NidodiSeta

#2 – La tintura naturale della seta

Domenico Vivino, fondatore del Nido di Seta di San Floro, racconta come viene fatta la tintura naturale della seta.

BRITTour2021 Tappa#5 SanFloro NidodiSeta

#3 – La filatura e la tessitura

Domenico Vivino del Nido di seta mostra come avviene la filatura della seta mentre il babbo Florino, ex sindaco del paese che acquistò il gelseto nel 1998 per conto del Comune, mostra e guida l’esperienza della tessitura con un antico telaio a 4 licci.

BRITTour2021 Tappa#5 SanFloro NidodiSeta

San Floro in fiamme

Tra il 9 e il 12 agosto 2021 le colline di San Floro sono state coinvolte da vari incendi aggravati dal forte vento. I terreni intorno al punto ristoro del Nido di Seta sono in parte distrutti dalle fiamme… in particolare il grande pino secolare che faceva da guardiano al punto accoglienza.

#4 – Il grande guardiano non c’è più

In questo video, girato due giorni dopo il tragico evento, vediamo l’albero abbattuto dai vigili del fuoco e l’ampiezza della devastazione causata dal fuoco.

Cosa possiamo fare

Il disastro ambientale non ha frenato la comunità dal riavviare le attività. Si è creata una catena di solidarietà che ha permesso la ricostruzione del punto ristoro in pochi giorni.

BRITTour2021 Tappa#5 SanFloro NidodiSeta Fonte: https://www.facebook.com/nidodiseta

In ogni caso questo evento ha colpito profondamente le attività della Cooperativa. Chi volesse supportare il loro progetto può farlo in due modi:

NIDO DI SETA SOCIETA’ COOPERATIVA AGRICOLA

IBAN: IT 30T05 38742 47000 00025 88330

Causale: Donazione per incendio, il vostro nome e numero di telefono.

I ragazzi non mancheranno di ringraziarvi adeguatamente.

Sognano di trasformare il tronco del Pino secolare in monumento alla nuova resistenza e incidere i nomi di chi ha contribuito sopra.
E noi gli facciamo un grandissimo in bocca al lupo!

Vaccarizzo due anni dopo

BRITTour2021 Tappa#4

La quarta tappa del BRIT Tour 2021 ci ha portati a Vaccarizzo di Montalto Uffugo (CS), il borgo dove due anni fa facilitammo il primo Laboratorio di Trasformazione Sociale.

Per rinfrescarsi la memoria ecco qui gli articoli con il Diario del lavoro svolto a Vaccarizzo nel 2019:

A questo link puoi scaricare la presentazione completa di “I live in Vaccarizzo Story”

Che cosa sarà successo in questi due anni?

I percorsi di riattivazione sociale sono lenti come la crescita di un albero.

Necessitano di terreno fertile, di un seme forte, acqua, luce, radici che scavino in profondità e il tempo necessario affinché il metabolismo di questo complesso ecosistema generi un germoglio che resista finché non diventa una pianta adulta.

Per uscire fuori di metafora, gli ingredienti di base della rigenerazione sono:

  • una comunità coesa e orgogliosa di sé, della propria storia e dei propri compaesani;
  • luoghi belli di cui prendersi cura;
  • servizi efficienti che rendano la vita fluida, allegra e sicura per chi ci risiede;
  • una governance capace di abilitare comportamenti virtuosi.

Come potete immaginare sono tutti fattori molto sfidanti, soprattutto per quei territori che hanno subito flussi di spopolamento e abbandono per decenni.

Due anni dalle prime attività di riattivazione sociale, con un fermo da Covid durato più di un anno, rappresentano un inizio. A Vaccarizzo, nonostante tutto, il processo di trasformazione è stato avviato.

Il nostro arrivo a sorpresa

Il 12 agosto a sorpresa ci siamo presentati alla porta della Putiga, il primo prototipo generato durante il percorso di co-progettazione con la comunità locale.

Arrivo a sorpresa alla Putiga.

Da allora, la neonata Cooperativa di Comunità I live in Vaccarizzo, si è impegnata nella creazione di nuovi servizi per gli abitanti e nello stimolare altri privati e la pubblica amministrazione ad accelerare l’avvio di altre attività chiave quali:

  • l’apertura dell’Ufficio Postale;
  • la ristrutturazione degli interni della scuola abbandonata;
  • l’apertura di un emporio dedicato a prodotti per la casa e la persona e servizi di ricarica telefonica;
  • il censimento degli immobili disponibili alla vendita e all’affitto (turistico e residenziale);
  • la ristrutturazione ed efficientamento energetico di vari immobili residenziali grazie al Bonus 110%;
  • il cambio di gestione del bar della piazza.

In questo scenario À Putiga svolge un ruolo fondamentale sia come servizio per beni alimentari, facilmente raggiungibile a piedi anche dalla popolazione più anziana, sia come luogo di ritrovo mattutino degli abitanti.

Ci siamo fatti raccontare da alcuni dei protagonisti di questo progetto, l’impatto che ha generato per i giovani della comunità e per gli utenti del servizio.

Ecco che cosa ci hanno raccontato!

#1 – À Putiga: alla cassa

Ida Parisano, socia della Cooperativa di Comunità “I live in Vaccarizzo“, è stata una delle giovani partecipanti al Laboratorio di Trasformazione Sociale che abbiamo facilitato nel 2019, e che ora lavora presso À Putiga, la prima bottega co-progettata dalla comunità e gestita dalla Cooperativa. Qui ci racconta la sua esperienza.

BRITTour2021 Tappa#4 Vaccarizzo due anni dopo

#2 – À Putiga da Circolo ACLI a bottega

Franca Adamo, era la proprietaria del Circolo ACLI di Vaccarizzo, un luogo di ritrovo molto amato dagli anziani del paese. Dopo 35 anni ha deciso di mettere a disposizione della Cooperativa di Comunità i locali del circolo per realizzare À Putiga. In questo video ci spiega perché.

BRITTour2021 Tappa#4 Vaccarizzo due anni dopo

#3 – Giovani in prima linea

Danilo Amelino, giovane residente di Vaccarizzo, ha fatto la scuola alberghiera e lavorato in Italia e all’estero per varie stagioni. Quando la Cooperativa di Comunità I live in Vaccarizzo ha lanciato sui social un annuncio per assumere del personale da far lavorare nella Putiga, lui ha risposto ed è tornato al suo paese natale. In questo video mostra con tutta la sua allegria e passione i prodotti locali freschi che prepara per i clienti.

BRITTour2021 Tappa#4 Vaccarizzo due anni dopo

#4 – À Putiga: come si guida

Franco Adamo, chiamato da tutti gli abitanti di Vaccarizzo “Zio Franco”, ha una vasta esperienza di gestione di supermercati in Calabria. Nella Cooperativa di Comunità ha messo a disposizione le sue competenze per avviare e gestire À Putiga come un vero e proprio mini market.

BRITTour2021 Tappa#4 Vaccarizzo due anni dopo

#5 – Nostalgia per il Circolo, tuttavia…

Sergio, migrante residente in Germania, ritorna a Vaccarizzo solo d’estate. Era un assiduo frequentatore del circolo Acli gestito da Franca Adamo, di cui parla con grande nostalgia. Nonostante tutto comprende il valore della Putiga come servizio per la comunità.

BRITTour2021 Tappa#4 Vaccarizzo due anni dopo

Galleria fotografica

Grottole laboratorio di cultura vivente

BRITTour2021 Tappa#3

La terza tappa del BRIT Tour 2021 si è svolta dal 9 all’11 agosto a Grottole, piccolo borgo di circa 2100 abitanti in provincia di Matera. Qui opera un’impresa sociale chiamata Wonder Grottole che tutto il mondo ha conosciuto nel 2019 per essere stata palcoscenico del progetto “Italian Sabbatical” sviluppato con AirBnb.

Wonder Grottole è nata nel 2013 dall’incontro tra Andrea Paoletti, vulcanico architetto di Biella trasferitosi a Matera, e Silvio Donadio, giovane residente di Grottole e delegato alla cultura del Comune. La scintilla è scoccata durante una “Netural walk”, camminata emozionale e antropologica organizzata da Casa Netural, co-living di Matera fondato da Andrea e dalla sua compagna Mariella Stella nel 2012.

Le attività di Wonder Grottole

Grottole oggi è un Borgo laboratorio di sperimentazione culturale e sociale, dove Andrea, Silvio e Marilù Campanelli, la loro tirocinante esperta di marketing territoriale, organizzano eventi, mostre, visite guidate, esperienze per i turisti, accoglienza per chiunque desideri vivere un rapporto di profonda relazione con la comunità locale.

La loro missione, fin dalle origini, è stata quella di riabitare il centro storico abbandonato, ricostruendo gli edifici e creando una “nuova comunità”, fatta dai locali e dai nuovi ospiti vissuti come residenti temporanei.

La comunità locale è guidata in un percorso di nuova Ri-conoscenza dei loro valori e delle loro risorse: storie personali, competenze e relazioni.

I protagonisti

Andrea guida il gruppo mantenendo la rotta con la sua visione strategica e applicando strumenti di facilitazione, progettazione partecipata e “Design delle relazioni”.

Silvio, l’unico locale del gruppo, mantiene il presidio costante sul territorio, misurando la “temperatura” delle connessioni del borgo e mantenendo vive le relazioni con i cittadini più attivi.

Marilù è l’anima organizzativa e operativa che tiene vive le relazioni con gli ospiti che arrivano a Grottole.

Mariella Stella, donna poliedrica e sempre sorridente, impegnata come funzionaria pubblica a Matera, imprenditrice sociale, compagna di Andrea e madre di tre figli, condivide con questa squadra idee, impegno, scambio e visioni che trasferisce in ogni ambito della sua vita.

Strategie ed obiettivi di Wonder Grottole

Il lavoro di questa impresa sociale ha avuto come impatto principale il “posizionamento del borgo” sia sulla mappa mondiale sia nella mente dei suoi abitanti.

La strategia dell’impresa si basa su 4 asset:

  • Agricoltura
  • Patrimonio edilizio abitativo e per eventi d’intrattenimento culturale
  • Comunità e imprese da generare nel borgo
  • Branding territoriale

Gli obiettivi sono di sistema:

  • dare nuova vita agli oltre seicento immobili abbandonati o sottoutilizzati censiti, individuando nuovi usi che vadano oltre al modello dell’albergo diffuso;
  • creare un Apiario di comunità;
  • arricchire e dare continuità al Living Culture festival.

Il principale messaggio del loro lavoro è “Dare valore a quello che già esiste… senza inventare nulla“!

BRIT, Wonder Grottole e gli attivisti di Grottole nella Chiesa Diruta (Foto di Renzo Provedel)

Le Interviste ai protagonisti

Abbiamo intervistato i quattro protagonisti del processo di innovazione sociale che sta avvenendo tra Grottole e Matera. Sono 10 brevi video dove Silvio, Marilù, Andrea e Mariella approfondiscono i temi che vi abbiamo sintetizzato sopra.

#1 – BRITTour2021 Tappa#3 Grottole

Silvio Donadio dell’impresa sociale Wonder Grottole racconta della Wonder Casa e della strategia di recupero di immobili diffusi nel rione Amedeo, un’area del centro storico di Grottole completamente abbandonata, per creare presidi che stimolano una nuova fruizione da parte dei visitatori.

Foto di copertina di Federica Benatti

#2 – BRITTour2021 Tappa#3 Grottole

Marilù Campanelli dell’impresa sociale Wonder Grottole racconta de “La fragile bellezza“, la mostra diffusa nel borgo di Grottole che mostra gli elaborati del concorso internazionale di architettura sul tema del riuso della Chiesa Diruta di Grottole.

Foto di copertina di Federica Benatti

#3 – BRITTour2021 Tappa#3 Grottole

Silvio Donadio mostra una delle grotte nascoste nella profondità delle colline del borgo. Questi spazi ipogei, creati scavando nell’arenaria, nacquero come abitazioni della popolazione locale. Oggi sono utilizzati prevalentemente come cantine. Wonder Grottole organizza in questi spazi degustazioni ed esperienze per i turisti che arrivano nel borgo.

Foto di copertina di Federica Benatti

#4 – BRITTour2021 Tappa#3 Grottole

Andrea Paoletti, fondatore di Wonder Grottole, racconta come è nata questa avventura e del perché hanno scelto di essere Impresa Sociale e non associazione.

Fonte foto di copertina: https://www.wondergrottole.it/

#5 – BRITTour2021 Tappa#3 Grottole

Andrea Paoletti racconta quale sia stato fino ad ora l’impatto più importante portato alla comunità di Grottole dai loro progetti di recupero immobiliare, riattivazione sociale e “Relational design”.

Fonte foto di copertina: https://www.wondergrottole.it/

#6 – BRITTour2021 Tappa#3 Grottole

Andrea Paoletti racconta del futuro e dei nuovi progetti di Wonder Grottole. Parla dell’evoluzione avvenuta dopo il progetto “Italian Sabbatical” con AirBnb del 2019 e della contrazione gestita nel 2020 a seguito del Covid 19.

Fonte foto di copertina: https://www.wondergrottole.it/

#7 – BRITTour2021 Tappa#3 Grottole

Andrea Paoletti esprime la sua visione sul ruolo degli innovatori sociali: far emergere la bellezza di quello che c’è attraverso la cultura e trasmetterla ai bambini.

Fonte foto di copertina: https://www.wondergrottole.it/

#8 – BRITTour2021 Tappa#3 Grottole

Mariella Stella è la fondatrice di Casa Netural, il primo co-working rurale italiano nato a Matera nel 2012. Qui lei, Andrea e i loro ospiti sperimentano ogni giorno un nuovo modo di vivere e lavorare. È un “aggregatore” che mette in connessione persone e luoghi e permette di conciliare vita lavorativa e familiare.

Fonte foto di copertina: https://www.neturalwalk.com/

#9 – BRITTour2021 Tappa#3 Grottole

Mariella Stella, racconta la nascita di Wonder Grottole grazie alla scoperta del territorio fatta con le “Netural walks“, camminate antropologiche avviate nell’entroterra materano in seno a Casa Netural.

Fonte foto di copertina: https://www.neturalwalk.com/

#10 – BRITTour2021 Tappa#3 Grottole

Mariella Stella, dopo anni di esperienza in progetti di innovazione sociale con Casa Netural e Wonder Grottole, racconta la nascita di Netural Coop, una società di consulenza creata per supportare altri innovatori sociali che lavorano nei borghi delle aree interne.

Fonte foto di copertina: https://www.neturalwalk.com/

Condivisione di conoscenze con la comunità di Grottole

L’11 agosto Andrea Paoletti ha inserito nel Living Culture Festival anche un incontro con Federica per presentare ai Grottolesi il libro “Borghi e Dimore storiche nel mercato extralberghiero“, un manuale pratico della Collana Bed&Business edita da Dario Flaccovio Editore.
Andrea ha proposto un format innovativo: ha messo tutti in circolo ed ha abilitato un dialogo generativo sui temi della ricettività turistica nelle aree interne. Il libro è stato uno stimolo alla conversazione. I veri protagonisti sono stati gli abitanti di Grottole che hanno posto domande e raccontato le loro esperienze nei servizi di ospitalità.

Biccari borgo ospitale

BRITTour2021 Tappa#2

La seconda tappa del BRIT Tour 2021 ci ha portati il 7 e 8 agosto a Biccari (FG), un piccolo paese in via di spopolamento situato sui Monti Dauni, che oggi conta poco meno di 2700 abitanti.
Da dodici anni il borgo è amministrato da uno dei sindaci più giovani d’Italia, che nel giro di due mandati e mezzo sta abilitando la comunità locale, affinché i cittadini prendano in mano la guida dello sviluppo.

Siamo venuti a conoscere gli attivisti protagonisti di questo percorso di rigenerazione che sta facendo molto parlare di sé. Gli elementi chiave per questo incoraggiante risultato sono:

  • un grande investimento in comunicazione;
  • un uso creativo delle risorse esistenti;
  • la generazione di nuove connessioni nazionali ed internazionali, all’interno di circuiti di economia civile, sostenibilità e ospitalità.

Pubblichiamo qui 7 brevi video interviste che abbiamo fatto a Gianfilippo Mignogna, visionario sindaco di Biccari (FG), e a Lorenzo Bianco, giovane migrante di ritorno, agronomo, guida turistica e gestore del neonato B&B Nonna Rosa.

Buona visione!

Una comunità ospitale

Gianfilippo Mignogna racconta la strategia di rigenerazione basata su una nuova visione di ospitalità che parte dal benessere della comunità e dal cambiamento di prospettiva sulle risorse locali esistenti.
Un punto chiave è stata la valorizzazione del bosco, visto non più come risorsa produttiva, ma come luogo di intrattenimento e ispirazione a contatto con la natura.

La Cooperativa di Comunità

Il modello di gestione scelto per gestire i nuovi servizi di accoglienza e ospitalità, dopo un anno di ricerca, ascolto di buone pratiche e lavoro collettivo, è stato quello della Cooperativa di comunità, per superare l’approccio da associazione di volontariato e passare a comportamenti imprenditoriali, più responsabilizzanti.

Vendere la notte

Un territorio che ha pochi attrattori turistici deve investire su un nuovo posizionamento e una nuova narrazione delle sue peculiarità per riuscire a tenere i viaggiatori per almeno due notti.
Qui a Biccari hanno scelto di investire su una ospitalità creativa che ha puntato tutto su esperienze emozionanti da vivere nel bosco di giorno e di notte.

L’economia della Bellezza

Una comunità per essere ospitale, deve prima di tutto stare bene e sentirsi orgogliosa di essere cittadina del proprio territorio. Gianfilippo Mignogna ci ha illustrato quali sono state le priorità su cui ha lavorato nel suo primo mandato: agevolare la cura degli spazi pubblici, dalle pavimentazioni ai luoghi d’incontro sociale, dal piano del colore a progetti di street art, dall’installazione di nuovi arredi urbani e l’allestimento di luoghi di contemplazione del bellissimo paesaggio rurale circostante.

Abbassare il ponte levatoio

Una comunità per crescere ha bisogno di stimoli e prospettive provenienti dall’esterno dei confini locali.

Ospitare viaggiatori porta alla comunità un grande valore relazionale, di scambio e progettualità.

Case a 1 Euro versione Biccari

A Biccari stanno sperimentando un nuovo modello di reimmissione sul mercato delle seconde case inutilizzate:

il prezzo di vendita viene concordato con i proprietari e non c’è obbligo di residenza per i compratori.

Hanno creato una piattaforma bilingue per la promozione del patrimonio disponibile, che è stata presentata anche negli Stati Uniti, per attirare acquirenti internazionali che cercano un luogo dove cambiare stile di vita.

BRITTour2021 Tappa#2 Biccari ospitale

Giovani migranti ritornano

Un ruolo chiave per la rinascita dei borghi delle aree interne è rappresentato dai giovani che hanno studiato e lavorato lontano da casa e che hanno scelto di ritornare nei luoghi delle proprie radici.

Il desiderio è quello di trasferire nel proprio territorio di origine ciò che hanno appreso e preparare per i loro figli un contesto di maggiore benessere che li faccia rimanere a vivere vicino ai propri affetti.

BRITTour2021 Tappa#2 Biccari ospitale
Paesaggio rurale dopo la trebbiatura

BRIT Tour 2021

Il BRIT Tour è il primo “viaggio di apprendimento” che facciamo in Italia per approfondire sul campo approcci e strategie di rigenerazione e valorizzazione applicati da altri attivisti di comunità di borghi delle aree interne.

Dal 6 al 23 agosto saremo in viaggio con una bellissima Tesla BLU di nome Cleopatra e Tramontino il ColiBrit, la nostra mascotte.

Queste saranno le nostre tappe:

  • #1 – 6 agosto – Siponto / Manfredonia (FG)
  • #2 – 7/8 agosto – Biccari (FG)
  • #3 – 9/11 agosto – Grottole (MT)
  • #4 – 12 agosto – Vaccarizzo di Montalto (CS)
  • #5 – 13/15 agosto – San Floro (CZ)
  • #6 – 16/18 agosto – Favara (AG)
  • #7 – 19/21 agosto – Sciacca (AG)
  • #8 – 22 agosto – Gibellina (TP)

Giorno per giorno vi racconteremo il nostro viaggio.

Cominceremo da qui: BRITTour2021 Tappa#1 Siponto Tresoldi al Parco Archeologico di Santa Maria Maggiore

Seguiteci per scoprire le Buone Pratiche che esploreremo!

Federica, Renzo, Cleopatra e Tramontino porti per la partenza!

* * *

2021 08 06

BRITTour2021 Tappa#1 Siponto Tresoldi

La nostra prima tappa alla scoperta dei progetti più significativi in termini di valorizzazione e promozione del territorio, si è rivolta ad un progetto istituzionale che oggi è molto conosciuto e frequentato: “l’arte ricostruisce il tempo”, l’installazione artistica di Edoardo Tresoldi che dal 2015 da “corpo” e “anima” alla parte mancante della Basilica paleocristiana di Santa Maria Maggiore di Siponto (IV sec. d.C.).

Il regista di questa operazione è stato l’architetto Francesco Longobardi, direttore dei lavori di valorizzazione del parco archeologico di Siponto per conto del Segretariato Regionale del Mibact per la Puglia.

Il progetto, nonostante sia stato premiato come esempio di un nuovo linguaggio contemporaneo in grado di esaltare la parte intangibile di un bene storico, ha due importanti meriti dal punto di vista trasformativo.

Il primo per la comunità locale.

Prima dell’installazione il sito archeologico era visitato da sole 4 persone l’anno, mentre oggi, nonostante il Covid-19, risulta il sito più visitato della Puglia con oltre 40.000 presenze/anno. Prima del Covid aveva raggiunto punte di oltre 80.000 presenze in sei mesi nutrendo l’indotto turistico locale nonostante l’ingresso ad oggi risulti gratuito. Antonio, che ci ha accolti al suo ingresso, ci ha informati non solo sulla storia del sito ma anche sugli effetti che tale opera ha avuto sull’economia locale. Donato, che gestisce appartamenti turistici a Manfredonia, ci ha confessato che questa installazione ha permesso di portare in città turisti italiani e stranieri tutto l’anno, superando le difficoltà dovute alla stagionalità del turismo balneare.

Il secondo per l’artista stesso.

Quando Edoardo Tresoldi ebbe questa opportunità, aveva solo 27 anni. In una intervista di qualche mese fa ha raccontato che la fiducia accordatagli dal direttore dei lavori, gli ha permesso di evolvere come artista trasformando in modo sostanziale tutto l’assetto del suo studio, in particolare su questi punti:

la tecnica di costruzione, la formazione della squadra, lo sviluppo del reparto di progettazione del suo studio, il saper affrontare progetti importanti, la possibilità di farlo in una dimensione istituzionale.

L’incontro e la collaborazione tra l’architetto e l’artista è stata la scintilla che ha reso possibile tutto questo.

Gli ingredienti chiave di questo processo virtuoso sono:

  • una committenza illuminata che ha visto il potenziale di un giovane artista contemporaneo, capace di tirare fuori l’anima di un sito archeologico e narrarlo in modo stupefacente;
  • un giovane artista che ha visto nel sito storico l’opportunità di esprimersi con il suo linguaggio;
  • un investimento lungimirante nella bellezza e nella cura dei luoghi della cultura, capace di creare orgoglio negli abitanti, trasformandoli nei primi ambasciatori del territorio;
  • un team di lavoro multidisciplinare, composto da architetti, artisti, paesaggisti e archeologi, che ha cooperato nella realizzazione del progetto.

Per i più curiosi ecco altri numeri del progetto:

  • Il costo dell’installazione è stato di 900.000 €, su un budget di 3,5 milioni di € per la sistemazione dell’intera area archeologica.
  • L’installazione in rete metallica pesa circa 7 tonnellate!
Brit Tour 2021 Tappa #1 Siponto Tresoldi
Brit Tour 2021 Tappa #1 Siponto Tresoldi
Brit Tour 2021 Tappa #1 Siponto Tresoldi
Brit Tour 2021 Tappa #1 Siponto Tresoldi
Installazione vista al tramonto

Riattivare una comunità da remoto si può!

Riattivare una comunità da remoto

Riattivare una comunità da remoto si può?

Per molti è un missione impossibile ma noi ci abbiamo provato,
e possiamo confermarvi che riattivare una comunità da remoto si può, anche se nel gruppo sono presenti persone con poca confidenza con la tecnologia.

Che cosa ha fatto la differenza?

  • Una forte intenzione individuale e di gruppo;
  • i giusti metodi e format di lavoro collaborativo;
  • la presenza di un team di facilitatori.

Sei curioso di sapere come? Bene… questa è la nostra storia!

 

Questo 2020 si è rivelato un anno estremamente sfidante per tutti. Tuttavia, dietro la facciata delle difficoltà, ha fatto emergere delle opportunità straordinarie.

Come amiamo raccontare negli eventi di formazione, ciò che accade ha una natura neutra, è un fatto. Viverlo come un evento ad alto impatto (sia esso positivo o negativo) dipende dalle nostre prospettive personali. Permettere a un evento di cambiare le nostre vite, dipende dalle nostre scelte, dalle nostre decisioni e dalle nostre azioni.

I paletti imposti dal governo sugli spostamenti di persone e merci, per frenare la diffusione della pandemia, hanno portato ad una profonda trasformazione dei flussi delle persone sul territorio.

Hanno cambiato i bisogni e i desideri dei viaggiatori sulle destinazioni da esplorare, sulle attività da fare lontani da casa e le caratteristiche degli alloggi. Hanno trasformato i nostri comportamenti sul lavoro e le modalità di comunicazione con familiari, colleghi, clienti e amici.

Anche noi di BRIT, che abbiamo fondato il cuore del nostro lavoro sui laboratori in presenza per riattivare le famiglie proprietarie delle dimore storiche e le comunità dei borghi delle aree interne, abbiamo dovuto convertire tutti i format dei nostri eventi, per riuscire a facilitarli anche da remoto.

Trasformare le modalità di relazione con i clienti, i business partner, i fornitori, i soci è una scelta di sopravvivenza e di resilienza per le imprese.

Ma che cosa succede se le persone non sono così veloci ad adeguarsi ai cambiamenti strutturali che la vita ci mette di fronte?

È indispensabile fermarsi, rallentare e supportare tutti per garantire un allineamento fra le persone.

Serve imparare cose nuove, acquisire nuove competenze e trasmetterle affinché le idee possano circolare e creare valore per noi, le nostre famiglie e la comunità.

Fortunatamente BRIT è una società nata liquida. Il mio socio Renzo ed io, infatti, viviamo molto distanti e da quando ci conosciamo, dal lontano 2009, lavoriamo da remoto. Utilizziamo quotidianamente tutti gli strumenti per la videoconferenza e il lavoro collaborativo che il web ci mette a disposizione.

Zoom, Google Drive, Dropbox, Whatsapp, Google Meet, Streamyard, sono solo alcuni degli strumenti che abbiamo imparato ad usare, per gestire il lavoro da remoto: da marzo 2020 si sono dimostrati la nostra grande porta di accesso e di vicinanza alle persone.

 

Dal primo lockdown viviamo continuamente connessi: 8-10 ore al giorno a conoscere persone, ad ascoltare storie di spopolamento e di abbandono da tutte le parti d’Italia, che gli abitanti locali o famiglie stanche di vivere in città, vogliono impegnarsi a contrastare.

Si è diffuso un grande desiderio collettivo di rinascita, di cambiare ciò che non funziona più, di trovare soluzioni a problemi sistemici che ci affliggono da decenni e che non avevamo il tempo di riconoscere, vedere e prendercene cura.

Uno dei doni che le nuove regole di mobilità ci hanno portato, è il ritorno degli Italiani a visitare, esplorare e osservare con occhi nuovi l’Italia.

L’Italia sta tornando visibile, le aree interne sono tornate nel radar degli interessi della politica, dei cittadini e degli imprenditori italiani.

Chi ha creduto nel valore di questi territori e si è impegnato a promuoverli, si è trovato pronto a cogliere l’occasione per farsi conoscere e aggregare l’attenzione di tante persone sulla propria missione.

Da oggi iniziamo così il DIARIO di un nuovo percorso di comunità, di un nuovo LABORATORIO di TRASFORMAZIONE SOCIALE FATTO TUTTO DA REMOTO, che probabilmente non sarebbe nato senza le occasioni d’incontro da remoto stimolate dal blocco degli spostamenti.

*  *  *

Partiamo dall’inizio.

 

Torniamo al 12 giugno. Quel pomeriggio Paolo Fedi di ManagerItalia (https://www.linkedin.com/in/paolofedi/), mi invitò ad un suo corso di formazione sulla Teoria U, per raccontare ai partecipanti come la applichiamo al tema del ripopolamento dei Borghi delle aree interne.

In quella stessa occasione mostrai come trasformare i format delle Mappe 3D e delle Mappe 4D del Presencing Institute per riattivare le comunità da remoto. Descrissi passo dopo passo come creare gli scenari di sviluppo con oggetti “virtuali” e “giochi di ruolo da remoto”, utilizzando Zoom e gli strumenti gratuiti di Google Fogli e Google Disegni.

Come riattivare una comunità con la Teoria U
Schermata evento sull’applicazione della Teoria U al ripopolamento dei borghi.

Fra i partecipanti a quell’incontro c’era anche Federica Maino, ricercatrice dell’Istituto per lo Sviluppo Regionale di Eurac Research , uno dei centri di ricerca più importanti del nostro paese focalizzato su questi temi:

  • regioni dove si vive bene;
  • la diversità come valore;
  • una società sana.

BRIT e “Montagne Vitali”

Il 3 luglio ricevo una mail di Federica dove mi racconta che fa parte di un team di ricerca che sta sviluppando in Trentino un progetto con molte affinità con quello che facciamo noi.

Il progetto si chiama “Montagne Vitali” (http://www.montagnevitali.tk/): un percorso iniziato nel 2019 con l’obiettivo si definire un piano strategico per la valorizzazione e il ripopolamento del borgo di Montagne.

Tre Ville una comunità da riattivare
Vista satellitare del territorio di Tre Ville. Fonte: Google Earth

Montagne è un borgo composto dalle tre frazioni di Cort, Larzana e Binio. Si trova nelle aree più elevate del Comune di Tre Ville: un Comune della Provincia autonoma di Trento, nato nel 2016 dall’aggregazione di Montagne con Ragoli e Preore.

Comune di Tre Ville
Cartina di Tre Ville con i confini dei Comuni soppressi e dei Comuni limitrofi. (Fonte: https://www.tuttitalia.it/variazioni-amministrative/nuovo-comune-di-tre-ville/)

Si tratta di un territorio che, nonostante la vivacità culturale della comunità, non è esente da un lento e progressivo trasferimento degli abitanti verso le zone di valle.

Andamento demografico Tre Ville
Andamento della popolazione di Tre Ville dal 1921 al 2018; fonte: ISTAT; elaborazione: Istituto per lo sviluppo regionale, Eurac Research

Il Team di Eurac nel suo primo anno di progetto, ha svolto un importantissimo lavoro di analisi del territorio e di coinvolgimento della comunità. Ha fatto emergere tutti i punti di forza, le opportunità di sviluppo e le criticità sfidanti su cui investire una progettualità di comunità.

Analisi SWOT – I punti di forza del territorio, Elaborazione: Istituto per lo sviluppo regionale, Eurac Research, 2019

Analisi Swot. Le criticità attuali.
Analisi SWOT: le criticità attuali, Elaborazione: Istituto per lo sviluppo regionale, Eurac Research, 2019

Da questo lavoro è emerso come tema strategico la creazione di una rete di ospitalità diffusa sul territorio di Montagne.

 

Verificati gli obiettivi, i tempi e le risorse finanziarie disponibili, insieme ad Eurac, e in accordo con il Comune di Tre Ville, abbiamo avviato un percorso per la progettazione della rete di ospitalità diffusa. Il tutto coinvolgendo fin da subito, un gruppo di cittadini attivi della Comunità di Tre Ville.

Ecco che cosa faremo insieme nei prossimi mesi.

IL PERCORSO IN OTTO TAPPE

Trasformare una località poco conosciuta, in una destinazione turistica, è un progetto molto sfidante.

È un lavoro che comporta cambiamenti profondi della comunità locale. Identità, valori, comportamenti e ruoli consolidati nel tempo, potrebbero essere messi in discussione, facendo emergere paure e tenaci resistenze.

I cambiamenti sistemici necessitano perciò di tempo, pazienza e tanto ascolto. Cooperazione, investimento di risorse, acquisizione di nuove competenze, una profonda connessione fra le persone coinvolte nel processo sono la base.

La Teoria U ci ha insegnato che un percorso di cambiamento virtuoso si svolge in otto tappe, come rappresentato nello schema di colore giallo sottostante:

Percorso di cambiamento virtuoso vs distruttivo
Percorso di cambiamento virtuoso vs distruttivo. Fonte: Presencing Institute.

Le prime cinque tappe si possono compiere in 5-6 mesi, mentre le tappe della parte ascendente della U, variano in base alla complessità della sfida da affrontare e alla convergenza dei partecipanti.

Con la Comunità di Tre Ville per ora ci concentreremo sulle prime tre tappe del percorso, focalizzate su:

  • la creazione della squadra di cittadini attivi che parteciperanno al percorso;
  • l’emersione di una loro intenzione comune;
  • l’acquisizione di informazioni sul mercato dell’ospitalità locale;
  • l’allenamento all’ascolto profondo capace di generare una progettualità collettiva;
  • la creazione dello scenario futuro a cui desiderano contribuire insieme;
  • la comprensione dei bisogni, dei desideri e dei comportamenti dei clienti ideali a cui rivolgere i servizi di ospitalità.

Il percorso per riattivare la comunità di Tre Ville.
Schema del percorso che faremo con la comunità di Tre Ville.

Se volete sapere come riattivare una comunità da remoto rimanete sintonizzati… Ne vedrete delle belle!

*  *  *
Se desideri ricevere ulteriori informazioni in merito al metodo o al progetto scrivici qui:

Nasce la collana “Bed&Business” per l’extralberghiero

Oggi nasce la Collana “Bed&Business” per l’extralberghiero!!!

È con grande emozione e orgoglio che finalmente sveliamo uno dei progetti cui abbiamo dedicato tanto tempo, passione ed energie durante l’ultimo anno.

“Bed&Business” è una collana composta da 40 manuali pratici per vivere di turismo, scritti dagli specialisti dell’extralberghiero.
Un progetto visionario nato dalla mente di Danilo Beltrante, fondatore della Vivere di Turismo Business School, per supportare e professionalizzare il settore della ricettività extralberghiera.

Un progetto ambizioso che nemmeno il Covid è riuscito a fermare, anzi: ha reso questo progetto ancora più forte e indispensabile per la rinascita del settore.

La nostra Federica Benatti ha accolto la grande sfida di Danilo ed è l’autrice di una delle opere monografiche che compongono il grande mosaico della collana “Bed&Business” per l’extralberghiero: “Borghi e Dimore storiche nel mercato extralberghiero”. Un manuale che raccoglie tutta l’esperienza di BRIT nella valorizzazione degli immobili situati nelle aree marginali del nostro paese.

Per leggere il suo libro dovrete aspettare febbraio 2021, ma nel frattempo vi aspettano altri contenuti strategici per avviare un’attività extralberghiera capace di resistere alle grandi sfide della contemporaneità.

Di seguito vi trasmettiamo il comunicato stampa che vi racconta nel dettaglio la collana e i protagonisti dei primi due libri in uscita:
“Self Check-in” di Patrizio Donnini Gallo, e “I segreti del customer care” di Gwendoline Brieux.

Accesso sicuro e caloroso a prova di TULPS e DPCM e cura delle relazioni con i clienti sono due competenze indispensabili che non avranno più segreti grazie al contributo di due professionisti e imprenditori esperti come Patrizio e Gwen.

Li trovate già su Amazon, e dal 5 novembre nelle migliori librerie!

BUONA LETTURA!!!

COMUNICATO STAMPA

 Nasce la collana “BED&BUSINESS”

Il primo progetto editoriale in Italia

interamente dedicato al  settore extralberghiero

 

curato da Danilo Beltrante 

 edito dalla casa editrice di Palermo

 Dario Flaccovio

Dal 5 novembre in libreria e on line

  

21 ottobre 2020. Come reazione al crollo delle prenotazioni innescato dalla pandemia, sono molti gli esperti del comparto turismo ad aver individuato nel ricorso al digitale e all’innovazione nel suo complesso, così come nella capacità di prendersi cura del viaggiatore, sempre e comunque, uno degli antidoti necessari per la ripartenza.

Agli occhi di chi già opera nel settore extralberghiero nelle sue varie accezioni (case vacanza e agriturismi), è oggi più chiara che mai la necessità di accrescere le proprie competenze e professionalizzarsi per sopravvivere al momento di crisi che la pandemia ha imposto ed essere pronti ad intercettare la ripresa, parzialmente già in atto.

Il progetto editoriale

Per rispondere a queste esigenze è nato un progetto editoriale inedito e ambizioso, articolato in ben 40 volumi pubblicati dalla casa editrice siciliana Dario Flaccovio: due uscite mensili previste a partire dal prossimo 5 novembre, con l’obiettivo di trasferire, attraverso un linguaggio semplice e fruibile anche per una platea di non addetti ai lavori, strategie concrete e di immediata applicazione.

Il progetto si rivolge a tutte le persone che a vario titolo sono operative nel settore della cosiddetta ricettività alternativa e che vogliano accrescere le proprie competenze.

Vede la luce con la collana “Bed&Business” per l’extralberghiero, parole chiave scelte non a caso per indicare la necessità di coniugare sempre e comunque l’accoglienza alla professionalità. La collana è diretta da Danilo Beltrante (www.danilobeltrante.it), già autore per Dario Flaccovio del manuale “Vivere di turismo – Guadagna affittando immobili anche se non ne possiedi e non hai capitali, uscito nel 2018.

Beltrante è riconosciuto a livello nazionale come il formatore più accreditato nell’ambito del comparto extralberghiero. È ideatore dell’evento annuale del comparto “Vivere di Turismo 2020 – La Rinascita” che quest’anno si terrà dal 6 all’8 novembre con modalità live streaming HD, ed è il direttore della “Vivere di Turismo Business School”, un percorso di alta formazione per gli operatori del settore.

Danilo Beltrante
Danilo Beltrante

LA COLLANA “BED&BUSINESS” PER L’EXTRALBERGHIERO

Si tratta di un progetto editoriale nato per soddisfare le necessità formative degli operatori ed annovera tra gli autori esperti, docenti, formatori, coach, professionisti specializzati nelle singole materie trattate ed anche manager delle più grandi aziende italiane del settore.

I primi due volumi in uscita sono:

 “Self check-in” di Patrizio Donnini Gallo e

I segreti del customercare di Gwendoline Brieux, entrambi con focus sull’ospitalità.

Patrizio Donnini Gallo e Gwendoline Brieux
Patrizio Donnini Gallo e Gwendoline Brieux

 

Il primo è “Self check-in” di Patrizio Donnini Gallo, imprenditore e fondatore di Keesy, la startup italiana che ha ideato e realizzato il primo sistema di self check-in completo e totalmente automatizzato. un manuale pratico per gestire e ottimizzare la libera gestione dell’accoglienza degli ospiti con tanti esempi e consigli da mettere in pratica.

Il volume racconta come il self check-in, che unisce digitale e tecnologie di automazione, possa davvero rivoluzionare il mondo dell’ospitalità: il gestore ottimizza tempi e costi, mentre l’ospite può scegliere il momento migliore per accedere alla struttura, senza vincoli di orario, in tutta libertà e autonomia.

Copertina libro "Self Check-In" di Patrizio Donnini Gallo
Copertina libro “Self Check-In” di Patrizio Donnini Gallo

 

Il secondo testo è “I segreti del customer care” di Gwendoline Brieux, docente della “Vivere di Turismo Business School” e specializzata nell’ottimizzazione dei processi aziendali legati alla gestione del viaggiatore. Mostra come il customer care sia fondamentale per ogni struttura extralberghiera per riuscire a creare una relazione duratura e positiva con qualsiasi ospite.

Il testo offre numerosi suggerimenti pratici: dalle email preimpostate con schedulazione automatica al metodo per convertire i preventivi in prenotazioni dirette, passando per la gestione delle recensioni.

Copertina libro "I segreti del customer care" di Gwendoline Brieux
Copertina libro “I segreti del customer care” di Gwendoline Brieux

Gli specialisti dell’extralberghiero

«Abbiamo ribattezzato gli autori di questa collana gli “specialisti dell’extralberghiero” – spiega Danilo Beltrante – perché sono tutti professionisti che vivono di quello che scrivono all’interno del loro manuale e raccontano come superare con successo le difficoltà che loro stessi hanno affrontato.

Condividono con i lettori quali strumenti sia necessario padroneggiare, nelle diverse aree di competenza, per far crescere il proprio business a prescindere dalla tipologia della struttura ricettive che si gestisce.

La formazione è e resta la leva fondamentale per essere in grado di affrontare la complessità del presente e volgere a proprio favore gli eventi, anche quelli non previsti, che siamo costretti tutti ad affrontare».

Alcuni dei titoli dei manuali della collana “Bed&Business” per l’extralberghiero in uscita per i prossimi mesi, con i relativi autori:

Paola Gheis, “Posizionare con successo case di lusso nel mercato extra alberghiero

Golia Pezzulla, “Il carisma dell’host nel mercato extralberghiero

Giuseppe Murina, “Come fare Revenue Management nel mercato extralberghiero

Federico Mantuano, “Visual Brand identity nel mercato extralberghiero

Antonella Brugnola e Silvia Ghezzi, “Mettere a reddito la propria casa nel mercato extra alberghiero

Federica Benatti, “Borghi e dimore storiche nel mercato extralberghiero

Carmela Lerede, “Come aprire le tue porte agli Smart Worker

Alessio Venturi, “Prenotazioni dirette nel mercato extralberghiero

Cristina Baldi, “Ingrediente segreto: l’Italianità

Luca Sini, “Servizi ancillari: l’arma segreta dell’host

Gianluca Murgia, “Il manuale degli adempimenti

Davide Scarantino e Marco Celani “L’avventura Italianway

Patrizia Menchiari, “Customer experience per fare innamorare i tuoi ospiti

Alfredo Barbarisi, “La fiscalità nel settore extra alberghiero

Fosca de Luca, “Home staging per il turismo

Il direttore di collana

Danilo Beltrante è imprenditore, formatore e direttore della “Vivere di Turismo Business School”, la prima in Italia con focus esclusivo sul settore extralberghiero. Aiuta proprietari, property manager e gestori a massimizzare il profitto, con attenzione al giusto equilibrio tra lavoro e vita personale. Innamorato dell’Italia, crede che l’extralberghiero sia una delle leve fondamentali per rilanciare l’economia del nostro Paese. Già autore per la Dario Flaccovio del libro “Vivere di Turismo”, è curatore della neo collana “Bed&Business”.

Gli autori

Gwendoline Brieux. Nata in Francia, appassionata di scrittura e lingue straniere. La sua curiosità e l’amore per le culture straniere l’hanno portata, precocemente, a vivere in Inghilterra e in Italia. Dopo una laureata in storia e letteratura italiana, corsi professionali per agenti immobiliari e un master in counseling, si è avvicinata al turismo. Ha coltivato la sua passione specializzandosi nella gestione del customer care di aziende extralberghiere. Gwendoline Brieux si è specializzata nell’ottimizzazione dei processi aziendali legati alla gestione del viaggiatore, per consentire ai gestori di massimizzare i guadagni e liberare tempo prezioso. È docente della “Vivere di Turismo Business School”.

Patrizio Donnini Gallo, fiorentino classe 1975, è imprenditore e consulente di comunicazione. Da alcuni anni si occupa con successo di attività extralberghiere: prima come gestore di appartamenti per turisti e poi come fondatore di Keesy, la startup italiana che ha ideato e realizzato il primo sistema di self check-in completo e totalmente automatizzato.