Sciacca e il Museo diffuso dei 5 sensi

Una comunità consapevole e responsabile per costruire il senso del possibile

BRITTour2021 Tappa#7

Dopo tre giorni immersi nel cortocircuito estetico ed emotivo innescato da Favara e dal Farm Cultural Park, il 19 agosto partiamo per l’ultima tappa del nostro viaggio (BRITTour2021 Tappa#7). Siamo andati a Sciacca, in provincia di Agrigento, una delle più antiche città termali della Sicilia, che conta circa 40.000 abitanti. Affacciata sul mare a sud, è protetta a est dal Monte Kronio (detto anche San Calogero), da cui provengono le sorgenti termali.

Sciacca è una città ricca di storia, vivace e con una comunità molto dinamica: sul territorio sono presenti ben 48 associazioni culturali e di promozione sociale.

Ha un’economia che si basa su pesca (pesce azzurro e gamberi in particolare), artigianato (maioliche, lavorazione dei coralli fossili e cartapesta per i carri allegorici del loro storico Carnevale), agricoltura (olio, vino, pistacchi, mandorle, ortaggi) e turismo.

Fino al 2010 il turismo locale era nutrito dalla presenza di importanti impianti termali che la Regione Sicilia decide di chiudere per il fallimento della società di gestione Terme di Sciacca Spa. La chiusura delle terme è stata per la comunità di Sciacca un trauma non ancora sanato. Gli immobili sono chiusi ed inaccessibili da sei anni. Solo la presenza di un custode agguerrito garantisce il rallentamento del degrado degli spazi inutilizzati.

Nel frattempo gli operatori economici del territorio si sono ritrovati a dover costruire su nuove fondamenta la narrazione dei loro valori identitari e delle loro risorse per scongiurare la desertificazione commerciale del centro storico.

La comunità si attiva per valorizzare il proprio territorio

Dal 2019 prende vita così un progetto di comunità focalizzato sulla valorizzazione turistica di Sciacca.

A guidare il gruppo è Viviana Rizzuto, una giovane program manager, rientrata da qualche anno dalla Svizzera dopo anni di esperienza presso delle multinazionali. Da questo mondo lei trasferisce le competenze di gestione della complessità delle organizzazioni, a cui unisce la sua sensibilità e la sua capacità di visione sistemica.

Dai primi laboratori emerge l’importanza del tema dell'”Economia della Bellezza”:
dal gennaio 2019, perciò, la comunità viene affiancata da Emilio Casalini, giornalista e scrittore, conduttore di #GenerazioneBellezza ed esperto di “narrazione”. Con loro struttura un racconto per prendere consapevolezza del valore delle risorse del proprio territorio e creare le esperienze per “i cittadini temporanei”.

Mappa dell’ecosistema che partecipa al progetto “Museo Diffuso dei 5 sensi”. (Fonte: https://www.sciacca5sensi.it/narrazione/#Cooperativa)

Nei primi due anni di lavoro dai laboratori di co-progettazione sono nati così:

  • l'”Eco-Museo Diffuso dei 5 sensi” con le sue 50 esperienze narrate per filiera;
  • la Cooperativa di Comunità “Identità e Bellezza” di Sciacca, la prima in Sicilia, come modello organizzativo;
  • i primi 10 Infopoint diffusi presso le attività commerciali del centro storico, trasformate in ambasciatrici del territorio;
  • la riapertura alle visite guidate delle “Grotte Vaporose” sul Monte Kronio, che in meno di un mese hanno ricevuto più di 2000 visitatori.

I punti chiave del progetto raccontati da Viviana Rizzuto

Nei 6 video che seguono, trovate l’intervista che abbiamo fatto a Viviana Rizzuto, presidente della Cooperativa di Comunità di Sciacca. Le abbiamo chiesto di raccontarci i punti chiave che hanno permesso alla comunità di Sciacca di generare questi risultati in soli due anni.

#1 Il Museo diffuso dei cinque sensi

Viviana Rizzuto in questo video descrive il progetto de “Il Museo diffuso dei cinque sensi” come “Lo spazio del possibile”: un luogo dove si parla di presente e futuro grazie ad un nuovo approccio alla gestione della complessità. La città è stata riletta e narrata secondo una visione ecosistemica che ha connesso persone, visioni e competenze per valorizzare il patrimonio materiale e immateriale di cui il territorio è custode.

BRITTour2021 Tappa#7 Sciacca

#2 Il modello di governance

Viviana è tornata a Sciacca dopo aver lavorato 15 anni per le multinazionali come program manager, una figura che entra in campo per gestire la complessità di un sistema. Lei ha trasferito le sue competenze nella gestione delle relazioni di comunità creando una governance su tre livelli: CDA, management board e supervisory board.

#3 Una comunità responsabile e custode dei beni comuni

Viviana Rizzuto condivide la ricetta contro la crisi sperimentata a Sciacca, dove gli abitanti si sentivano tutti eredi dei Luna e Perollo, famiglie in conflitto permanente. La ricetta parte dall’abbandono del vittimismo per passare al senso di responsabilità individuale, collettivo e di categoria. I primi due anni di lavoro sono stati investiti nella creazione del senso di comunità per passare da un approccio competitivo ad uno cooperativo, per scoprire il significato del “bene comune”, per passare dall’IO al NOI.

#4 La narrazione di filiera

Dal 27 gennaio 2019 la comunità di Sciacca è stata supportata da Emilio Casalini per creare una nuova narrazione del territorio e delle sue risorse. Emilio, lavorando con loro, è passato da “residente temporaneo” a Saccense (cittadino di Sciacca). È stato in grado di unire lo sguardo da esterno al cuore “da interno”, facendo emergere gli aspetti più interessanti e curiosi del territorio. Il recupero del saluto “Assabinidica” e la costruzione di esperienze che mostrano le filiere delle varie produzioni agricole e artigianali, nascono da questa fruttuosa collaborazione.

BRITTour2021 Tappa#7 Sciacca

#5 Narratori digitali

A Sciacca la narrazione del territorio è supportata dall’uso di due strumenti digitali innovativi:

  • Izi.travel, una piattaforma di audioguide create dagli abitanti;
  • Google Nest, un dispositivo vocale con traduttore istantaneo per aiutare il personale degli Infopoint diffusi a dialogare con gli ospiti stranieri.

La tecnologia è diventata supporto per l’accesso ai contenuti e l’abbattimento delle barriere linguistiche.

#6 Il consiglio di Viviana agli innovatori sociali

“Un progetto complesso, che coinvolge una comunità, deve includere fin dalle prime fasi il modello di gestione nel tempo”. Regole chiare e una buona organizzazione sono ingredienti indispensabili per la sostenibilità del processo, per una maggiore partecipazione e responsabilizzazione dei cittadini.

BRITTour2021 Tappa#7 Sciacca e le sue “esperienze”

Arrivando a Sciacca ti rendi conto che il primo grande tesoro di questa città sono le persone. Il loro amore per il territorio si esprime con l’orgoglio di essere saccensi, la passione per il loro lavoro, le competenze di pregio che si sono costruiti, la rabbia nei confronti di chi non fa la sua parte trasformata in energia e voglia di contribuire.
Le esperienze che hanno progettato sono il modo migliore per comprendere in profondità i valori in cui si identificano.

Di seguito trovate una galleria fotografica che da un piccolissimo assaggio di tutto quello che abbiamo vissuto con loro in tre intensissimi giorni. Gioia, commozione, fiducia, speranza, allegria, divertimento, piacere.

Un grazie di cuore a tutti per la calda e avvolgente accoglienza… e Assabinidica!

Favara e il Farm Cultural Park

La bellezza di un futuro possibile

BRITTour2021 Tappa#6

Dopo aver salutato la Calabria, il 16 agosto, con Cleopatra bella carica, sbarchiamo in Sicilia, con destinazione Favara, un comune di poco più di 30.000 abitanti della Provincia di Agrigento.

Qui nel 2010 è nato Farm Cultural Park, il primo progetto di “Rigenerazione Urbana” che ha fatto scuola a tutti gli innovatori sociali di oggi.

Prima di entrare nel cuore del racconto, per comprendere appieno il valore di questa operazione pionieristica e visionaria di Andrea Bartoli e Florinda Saieva, è necessaria una digressione sul contesto ambientale in cui hanno operato.

Il contesto urbano di Favara

A differenza delle località visitate fino ad ora, Favara è un Comune di medie dimensioni che, a leggere i dati demografici storici, non ha subìto flussi di spopolamento sino al 2010, anzi: dal settecento ad oggi la popolazione è cresciuta dai 4-5.000 abitanti sino a quasi 34.000, grazie alle attività estrattive e produttive legate allo zolfo.

Nonostante questa apparente “restanza”, l’ambiente urbano che ti si presenta davanti agli occhi oggi, ricorda i paesaggi urbani della Siria bombardata o della Beirut degli anni ’80:

edifici mai finiti, facciate cadenti, pilastri esposti, tetti sfondati, finestre rotte, balaustre di balconi sospese nel vuoto, immondizia abbandonata in ogni angolo di strada, auto e portoni bruciati, tombini per la raccolta delle acque piovane assenti e altre amenità difficili da descrivere a parole.

Le ragioni del degrado urbano

Per comprendere le dinamiche che hanno generato questo scempio abbiamo parlato con alcuni architetti del luogo che ci hanno messo in evidenza due fattori chiave:

  • il desiderio degli adulti del secondo dopoguerra di assicurare la “proprietà” di una casa ai loro figli e nipoti;
  • l’espressione “Mura e futtitinni“, in voga negli uffici comunali tra gli anni ’60 e ’80 del XX secolo.

Carmelo Antinoro, ex dirigente dell’Amministrazione Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, in un articolo del suo blog scrive:

“In meno di trent’anni il sacco è stato consumato; il centro abitato, di contorno al centro storico, si è allargato a macchia d’olio, senza forme, né colori. Per anni tutto è stato permesso e guai a reclamare abusi; chi reclamava abusi alle autorità competenti era un infame e poi, chi era nelle condizioni di reclamare e a chi?

Molti hanno realizzato casermoni, uno sopra l’altro, con l’intento di farli poi completare dai figli e, addirittura, dai nipoti, in modo da tenerli vicini come bastoni per la vecchiaia. Questi figli però sono cresciuti e sono andati fuori a studiare o a lavorare, mettendo radici altrove e acquisendo (per fortuna loro) una mentalità diversa dai genitori. Ma le “PROPRIETÀ” che i genitori hanno realizzato sono ancora lì; un ammasso di scheletri che fanno cattiva mostra, soprattutto per coloro che visitano per la prima volta la città, la cui sensazione è quella di una città fantasma.”

In trent’anni la città ha triplicato il parco immobiliare senza una reale domanda di abitazioni, senza presidio e manutenzione.

Foto aerea di Favara. Fonte: https://www.bing.com/maps

Come si può notare dalla foto aerea di Favara, ci troviamo in un contesto senza un disegno, senza una pianificazione urbana che avesse al centro la visione sistemica necessaria per garantire il benessere degli abitanti e il rispetto dell’ambiente.

Visione e valori di Farm Cultural Park

Nonostante tutto ciò, inoltrandosi nel centro storico, dal 2010, si respira una fresca aria di cambiamento.

Come un geode che offre a prima vista una pietra grezza e all’interno nasconde la meraviglia dei cristalli e dei colori dei minerali, tra le viuzze antiche emergono sette cortili dove l’arte contemporanea esprime un cambio di visione sulla città.

Cura degli spazi pubblici, luoghi di incontro e relazione, eventi di stimolo culturale e confronto, un’accoglienza orgogliosa ed efficiente creano un cortocircuito visuale e profondamente emozionale.

Capisci al primo sguardo che qui regnano fiducia nelle persone e nel futuro, amore per le radici e la propria casa, bellezza delle relazioni e della pulizia dei beni comuni.

In questa parte di città le regole di convivenza e sviluppo si basano su nuovi paradigmi e su un nuovo linguaggio espressivo.

Abbiamo intervistato Florinda Saieva, co-fondatrice di Farm Cultural Park, per farci raccontare la visione e i valori che hanno guidato le loro azioni.

#1 I pionieri della rigenerazione urbana

In questo primo video Florinda Saieva ci racconta come è nato il percorso di rigenerazione urbana nel centro storico di Favara (AG), attivato 12 anni fa lavorando con l’arte contemporanea.

#2 Leadership civica

Florinda Saieva racconta di SOU, scuola di architettura per bambini e Prime Minister, scuola di politica per giovani donne dai 14 ai 19 anni. Due progetti per formare una nuova leadership civica.

#3 SPAB – Società per Azioni Buone

Dal 14 maggio 2021 Farm Cultural Park è affiancata da SPAB – Società per Azioni Buone, una SPA Impresa sociale che ha lo scopo di raccogliere i risparmi dei favaresi, per reinvestirli in progetti di riqualificazione del territorio, caratterizzato da un patrimonio immobiliare ad alto potenziale trasformativo (60.000 abitazioni su 90.000 sono sottoutilizzate o abbandonate). Altro obiettivo è quello di innescare processi per trattenere o far rientrare i favaresi, con tutte le loro competenze, idee ed energia, contribuendo in modo attivo alla rigenerazione della città di Favara.

#4 Gli ostacoli al cambiamento

Florinda Saieva ci confessa quali sono stati gli ostacoli principali al loro percorso di rigenerazione e quali sono stati gli alleati che gli hanno permesso di conquistarsi la fiducia degli abitanti. Il tema chiave è la diffidenza generata dall’utilizzo di un linguaggio nuovo, di metodi sperimentali e strumenti inconsueti, che necessitavano di una “traduzione”. I bambini sono stati il driver che ha permesso loro di essere visti con occhi nuovi dagli adulti, superando la barriera di pensieri improduttivi come “Chissà perché lo stanno facendo… Che cosa c’è dietro?”.

#5 I nuovi progetti

Il futuro di Farm Cultural Park, dopo 11 anni di attività, è orientato ad un maggiore radicamento sul territorio favarese e all’avvio di progetti fuori dai confini locali. Hanno avviato l’apertura di “Ambasciate” in Sicilia e stretto relazioni a livello internazionale per generare processi di reciproca contaminazione positiva: partenariato con “New European Bauhaus”, partecipazione alla biennale “Countless cities”, scambio culturale con Detroit. Un asset culturale chiave è legato all’empowerment femminile su cui stanno sviluppando un progetto quadriennale.

#6 Un progetto di famiglia

Farm Cultural Park è un progetto che ha coinvolto tutta la famiglia di Florinda e Andrea. Le loro due figlie, Carla e Viola, si sono sviluppate in questo contesto dove la “Dimensione del possibile” è stata resa tangibile dall’incontro con persone di eccellenza in tante discipline e contesti culturali differenti. Florinda ed Andrea hanno permesso loro anche di sbagliare, trasformando gli errori in opportunità di apprendimento.

#7 Consigli per gli innovatori sociali

Abbiamo chiesto a Florinda Saieva quali consigli darebbe ad altri innovatori sociali che volessero attivare processi rigenerativi in altri territori delle aree interne o delle periferie urbane.

Ecco la sua ricetta in 3 punti:

  1. i LUOGHI su cui agire vanno vissuti e ABITATI perché a distanza le cose non succedono;
  2. trovare degli ALLEATI con cui crescere e condividere le idee;
  3. attivare le INTELLIGENZE COLLETTIVE, perché la diversità di pensiero, cultura e genere è fonte di ricchezza.

e… “se ce l’hanno fatta due giuristi, in un contesto complesso come Favara, 11 anni fa, ce la possono fare tutti!

BRITTour2021 Tappa#6 Favara FarmCulturalPark

#8 Effetti collaterali

La nascita di Farm Cultural Park ha generato indirettamente un impatto importante sulla città, in termini di nascita di nuovi servizi e attività commerciali. Col tempo molte persone hanno creduto nel loro progetto e hanno iniziato ad investire dentro e fuori dai 7 cortili, ristrutturando immobili, creando valore economico e posti di lavoro. I posti letto disponibili a Favara sono passati dai 6 di 11 anni fa a oltre 250, solo per fare un esempio. Per scelta non è Farm ad accentrare tutti i servizi. Il loro desiderio infatti è che ogni abitante coltivi il proprio talento e diventi una risorsa per la città.

San Floro e il Nido di Seta

BRITTour2021 Tappa#5

Per la quinta tappa del BRIT Tour 2021 abbiamo continuato ad esplorare la Calabria alla ricerca di progetti imprenditoriali innovativi e ad alto impatto territoriale, avviati da giovani locali.

Siamo andati a San Floro, un piccolo borgo in provincia di Catanzaro, con poco più di 700 abitanti.

Il borgo attuale fu fondato dai monaci basiliani, in epoca bizantina, che lo scelsero per la sua posizione in cima alla collina e per il clima mite.

Il paese dal secondo dopoguerra ad oggi si è spopolato, perdendo più del 50% dei suoi residenti.

Nonostante tutto, la qualità della vita degli abitanti e la cura degli spazi comuni sono buoni.

In questo contesto è nato e cresciuto “Il Nido di seta”, una cooperativa che ha riavviato nel gelseto comunale la gelsibachicoltura per tornare a produrre e tessere la seta che rese Catanzaro famosa nel mondo.

Dietro questo progetto si nasconde una visione strategica più ampia: mantenere vivo il know how legato all’intera filiera di produzione della seta e attivare servizi turistici, culturali e sostenibili, per attrarre viaggiatori sul loro territorio.

I tre fondatori del Nido di Seta, Miriam, Giovanna e Domenico, hanno studiato in varie scuole tra Thailandia, India e Messico per ricostruire il know how perduto sulla produzione serica e le tinture naturali, e portare in Italia le innovazioni necessarie per rendere l’allevamento dei bachi sostenibile.

Nell’antico Castello Caracciolo, alle porte del paese, hanno creato il Museo della seta, narrando tutte le tappe della filiera in un percorso didattico esperienziale che attrae circa 6.000 turisti ogni anno.

Nei tre video che seguono potete vivere con noi una sintesi dell’esperienza di visita al museo.

#1 – La bachicoltura

Domenico Vivino, fondatore de “Il Nido di Seta”, si occupa della coltura dei gelsi e dell’allevamento dei bachi da seta. In questo video fatto al Museo della seta, presso il castello Caracciolo di San Floro ci racconta come avviene la bachicoltura.

BRITTour2021 Tappa#5 SanFloro NidodiSeta

#2 – La tintura naturale della seta

Domenico Vivino, fondatore del Nido di Seta di San Floro, racconta come viene fatta la tintura naturale della seta.

BRITTour2021 Tappa#5 SanFloro NidodiSeta

#3 – La filatura e la tessitura

Domenico Vivino del Nido di seta mostra come avviene la filatura della seta mentre il babbo Florino, ex sindaco del paese che acquistò il gelseto nel 1998 per conto del Comune, mostra e guida l’esperienza della tessitura con un antico telaio a 4 licci.

BRITTour2021 Tappa#5 SanFloro NidodiSeta

San Floro in fiamme

Tra il 9 e il 12 agosto 2021 le colline di San Floro sono state coinvolte da vari incendi aggravati dal forte vento. I terreni intorno al punto ristoro del Nido di Seta sono in parte distrutti dalle fiamme… in particolare il grande pino secolare che faceva da guardiano al punto accoglienza.

#4 – Il grande guardiano non c’è più

In questo video, girato due giorni dopo il tragico evento, vediamo l’albero abbattuto dai vigili del fuoco e l’ampiezza della devastazione causata dal fuoco.

Cosa possiamo fare

Il disastro ambientale non ha frenato la comunità dal riavviare le attività. Si è creata una catena di solidarietà che ha permesso la ricostruzione del punto ristoro in pochi giorni.

BRITTour2021 Tappa#5 SanFloro NidodiSeta Fonte: https://www.facebook.com/nidodiseta

In ogni caso questo evento ha colpito profondamente le attività della Cooperativa. Chi volesse supportare il loro progetto può farlo in due modi:

NIDO DI SETA SOCIETA’ COOPERATIVA AGRICOLA

IBAN: IT 30T05 38742 47000 00025 88330

Causale: Donazione per incendio, il vostro nome e numero di telefono.

I ragazzi non mancheranno di ringraziarvi adeguatamente.

Sognano di trasformare il tronco del Pino secolare in monumento alla nuova resistenza e incidere i nomi di chi ha contribuito sopra.
E noi gli facciamo un grandissimo in bocca al lupo!

Vaccarizzo due anni dopo

BRITTour2021 Tappa#4

La quarta tappa del BRIT Tour 2021 ci ha portati a Vaccarizzo di Montalto Uffugo (CS), il borgo dove due anni fa facilitammo il primo Laboratorio di Trasformazione Sociale.

Per rinfrescarsi la memoria ecco qui gli articoli con il Diario del lavoro svolto a Vaccarizzo nel 2019:

A questo link puoi scaricare la presentazione completa di “I live in Vaccarizzo Story”

Che cosa sarà successo in questi due anni?

I percorsi di riattivazione sociale sono lenti come la crescita di un albero.

Necessitano di terreno fertile, di un seme forte, acqua, luce, radici che scavino in profondità e il tempo necessario affinché il metabolismo di questo complesso ecosistema generi un germoglio che resista finché non diventa una pianta adulta.

Per uscire fuori di metafora, gli ingredienti di base della rigenerazione sono:

  • una comunità coesa e orgogliosa di sé, della propria storia e dei propri compaesani;
  • luoghi belli di cui prendersi cura;
  • servizi efficienti che rendano la vita fluida, allegra e sicura per chi ci risiede;
  • una governance capace di abilitare comportamenti virtuosi.

Come potete immaginare sono tutti fattori molto sfidanti, soprattutto per quei territori che hanno subito flussi di spopolamento e abbandono per decenni.

Due anni dalle prime attività di riattivazione sociale, con un fermo da Covid durato più di un anno, rappresentano un inizio. A Vaccarizzo, nonostante tutto, il processo di trasformazione è stato avviato.

Il nostro arrivo a sorpresa

Il 12 agosto a sorpresa ci siamo presentati alla porta della Putiga, il primo prototipo generato durante il percorso di co-progettazione con la comunità locale.

Arrivo a sorpresa alla Putiga.

Da allora, la neonata Cooperativa di Comunità I live in Vaccarizzo, si è impegnata nella creazione di nuovi servizi per gli abitanti e nello stimolare altri privati e la pubblica amministrazione ad accelerare l’avvio di altre attività chiave quali:

  • l’apertura dell’Ufficio Postale;
  • la ristrutturazione degli interni della scuola abbandonata;
  • l’apertura di un emporio dedicato a prodotti per la casa e la persona e servizi di ricarica telefonica;
  • il censimento degli immobili disponibili alla vendita e all’affitto (turistico e residenziale);
  • la ristrutturazione ed efficientamento energetico di vari immobili residenziali grazie al Bonus 110%;
  • il cambio di gestione del bar della piazza.

In questo scenario À Putiga svolge un ruolo fondamentale sia come servizio per beni alimentari, facilmente raggiungibile a piedi anche dalla popolazione più anziana, sia come luogo di ritrovo mattutino degli abitanti.

Ci siamo fatti raccontare da alcuni dei protagonisti di questo progetto, l’impatto che ha generato per i giovani della comunità e per gli utenti del servizio.

Ecco che cosa ci hanno raccontato!

#1 – À Putiga: alla cassa

Ida Parisano, socia della Cooperativa di Comunità “I live in Vaccarizzo“, è stata una delle giovani partecipanti al Laboratorio di Trasformazione Sociale che abbiamo facilitato nel 2019, e che ora lavora presso À Putiga, la prima bottega co-progettata dalla comunità e gestita dalla Cooperativa. Qui ci racconta la sua esperienza.

BRITTour2021 Tappa#4 Vaccarizzo due anni dopo

#2 – À Putiga da Circolo ACLI a bottega

Franca Adamo, era la proprietaria del Circolo ACLI di Vaccarizzo, un luogo di ritrovo molto amato dagli anziani del paese. Dopo 35 anni ha deciso di mettere a disposizione della Cooperativa di Comunità i locali del circolo per realizzare À Putiga. In questo video ci spiega perché.

BRITTour2021 Tappa#4 Vaccarizzo due anni dopo

#3 – Giovani in prima linea

Danilo Amelino, giovane residente di Vaccarizzo, ha fatto la scuola alberghiera e lavorato in Italia e all’estero per varie stagioni. Quando la Cooperativa di Comunità I live in Vaccarizzo ha lanciato sui social un annuncio per assumere del personale da far lavorare nella Putiga, lui ha risposto ed è tornato al suo paese natale. In questo video mostra con tutta la sua allegria e passione i prodotti locali freschi che prepara per i clienti.

BRITTour2021 Tappa#4 Vaccarizzo due anni dopo

#4 – À Putiga: come si guida

Franco Adamo, chiamato da tutti gli abitanti di Vaccarizzo “Zio Franco”, ha una vasta esperienza di gestione di supermercati in Calabria. Nella Cooperativa di Comunità ha messo a disposizione le sue competenze per avviare e gestire À Putiga come un vero e proprio mini market.

BRITTour2021 Tappa#4 Vaccarizzo due anni dopo

#5 – Nostalgia per il Circolo, tuttavia…

Sergio, migrante residente in Germania, ritorna a Vaccarizzo solo d’estate. Era un assiduo frequentatore del circolo Acli gestito da Franca Adamo, di cui parla con grande nostalgia. Nonostante tutto comprende il valore della Putiga come servizio per la comunità.

BRITTour2021 Tappa#4 Vaccarizzo due anni dopo

Galleria fotografica

Grottole laboratorio di cultura vivente

BRITTour2021 Tappa#3

La terza tappa del BRIT Tour 2021 si è svolta dal 9 all’11 agosto a Grottole, piccolo borgo di circa 2100 abitanti in provincia di Matera. Qui opera un’impresa sociale chiamata Wonder Grottole che tutto il mondo ha conosciuto nel 2019 per essere stata palcoscenico del progetto “Italian Sabbatical” sviluppato con AirBnb.

Wonder Grottole è nata nel 2013 dall’incontro tra Andrea Paoletti, vulcanico architetto di Biella trasferitosi a Matera, e Silvio Donadio, giovane residente di Grottole e delegato alla cultura del Comune. La scintilla è scoccata durante una “Netural walk”, camminata emozionale e antropologica organizzata da Casa Netural, co-living di Matera fondato da Andrea e dalla sua compagna Mariella Stella nel 2012.

Le attività di Wonder Grottole

Grottole oggi è un Borgo laboratorio di sperimentazione culturale e sociale, dove Andrea, Silvio e Marilù Campanelli, la loro tirocinante esperta di marketing territoriale, organizzano eventi, mostre, visite guidate, esperienze per i turisti, accoglienza per chiunque desideri vivere un rapporto di profonda relazione con la comunità locale.

La loro missione, fin dalle origini, è stata quella di riabitare il centro storico abbandonato, ricostruendo gli edifici e creando una “nuova comunità”, fatta dai locali e dai nuovi ospiti vissuti come residenti temporanei.

La comunità locale è guidata in un percorso di nuova Ri-conoscenza dei loro valori e delle loro risorse: storie personali, competenze e relazioni.

I protagonisti

Andrea guida il gruppo mantenendo la rotta con la sua visione strategica e applicando strumenti di facilitazione, progettazione partecipata e “Design delle relazioni”.

Silvio, l’unico locale del gruppo, mantiene il presidio costante sul territorio, misurando la “temperatura” delle connessioni del borgo e mantenendo vive le relazioni con i cittadini più attivi.

Marilù è l’anima organizzativa e operativa che tiene vive le relazioni con gli ospiti che arrivano a Grottole.

Mariella Stella, donna poliedrica e sempre sorridente, impegnata come funzionaria pubblica a Matera, imprenditrice sociale, compagna di Andrea e madre di tre figli, condivide con questa squadra idee, impegno, scambio e visioni che trasferisce in ogni ambito della sua vita.

Strategie ed obiettivi di Wonder Grottole

Il lavoro di questa impresa sociale ha avuto come impatto principale il “posizionamento del borgo” sia sulla mappa mondiale sia nella mente dei suoi abitanti.

La strategia dell’impresa si basa su 4 asset:

  • Agricoltura
  • Patrimonio edilizio abitativo e per eventi d’intrattenimento culturale
  • Comunità e imprese da generare nel borgo
  • Branding territoriale

Gli obiettivi sono di sistema:

  • dare nuova vita agli oltre seicento immobili abbandonati o sottoutilizzati censiti, individuando nuovi usi che vadano oltre al modello dell’albergo diffuso;
  • creare un Apiario di comunità;
  • arricchire e dare continuità al Living Culture festival.

Il principale messaggio del loro lavoro è “Dare valore a quello che già esiste… senza inventare nulla“!

BRIT, Wonder Grottole e gli attivisti di Grottole nella Chiesa Diruta (Foto di Renzo Provedel)

Le Interviste ai protagonisti

Abbiamo intervistato i quattro protagonisti del processo di innovazione sociale che sta avvenendo tra Grottole e Matera. Sono 10 brevi video dove Silvio, Marilù, Andrea e Mariella approfondiscono i temi che vi abbiamo sintetizzato sopra.

#1 – BRITTour2021 Tappa#3 Grottole

Silvio Donadio dell’impresa sociale Wonder Grottole racconta della Wonder Casa e della strategia di recupero di immobili diffusi nel rione Amedeo, un’area del centro storico di Grottole completamente abbandonata, per creare presidi che stimolano una nuova fruizione da parte dei visitatori.

Foto di copertina di Federica Benatti

#2 – BRITTour2021 Tappa#3 Grottole

Marilù Campanelli dell’impresa sociale Wonder Grottole racconta de “La fragile bellezza“, la mostra diffusa nel borgo di Grottole che mostra gli elaborati del concorso internazionale di architettura sul tema del riuso della Chiesa Diruta di Grottole.

Foto di copertina di Federica Benatti

#3 – BRITTour2021 Tappa#3 Grottole

Silvio Donadio mostra una delle grotte nascoste nella profondità delle colline del borgo. Questi spazi ipogei, creati scavando nell’arenaria, nacquero come abitazioni della popolazione locale. Oggi sono utilizzati prevalentemente come cantine. Wonder Grottole organizza in questi spazi degustazioni ed esperienze per i turisti che arrivano nel borgo.

Foto di copertina di Federica Benatti

#4 – BRITTour2021 Tappa#3 Grottole

Andrea Paoletti, fondatore di Wonder Grottole, racconta come è nata questa avventura e del perché hanno scelto di essere Impresa Sociale e non associazione.

Fonte foto di copertina: https://www.wondergrottole.it/

#5 – BRITTour2021 Tappa#3 Grottole

Andrea Paoletti racconta quale sia stato fino ad ora l’impatto più importante portato alla comunità di Grottole dai loro progetti di recupero immobiliare, riattivazione sociale e “Relational design”.

Fonte foto di copertina: https://www.wondergrottole.it/

#6 – BRITTour2021 Tappa#3 Grottole

Andrea Paoletti racconta del futuro e dei nuovi progetti di Wonder Grottole. Parla dell’evoluzione avvenuta dopo il progetto “Italian Sabbatical” con AirBnb del 2019 e della contrazione gestita nel 2020 a seguito del Covid 19.

Fonte foto di copertina: https://www.wondergrottole.it/

#7 – BRITTour2021 Tappa#3 Grottole

Andrea Paoletti esprime la sua visione sul ruolo degli innovatori sociali: far emergere la bellezza di quello che c’è attraverso la cultura e trasmetterla ai bambini.

Fonte foto di copertina: https://www.wondergrottole.it/

#8 – BRITTour2021 Tappa#3 Grottole

Mariella Stella è la fondatrice di Casa Netural, il primo co-working rurale italiano nato a Matera nel 2012. Qui lei, Andrea e i loro ospiti sperimentano ogni giorno un nuovo modo di vivere e lavorare. È un “aggregatore” che mette in connessione persone e luoghi e permette di conciliare vita lavorativa e familiare.

Fonte foto di copertina: https://www.neturalwalk.com/

#9 – BRITTour2021 Tappa#3 Grottole

Mariella Stella, racconta la nascita di Wonder Grottole grazie alla scoperta del territorio fatta con le “Netural walks“, camminate antropologiche avviate nell’entroterra materano in seno a Casa Netural.

Fonte foto di copertina: https://www.neturalwalk.com/

#10 – BRITTour2021 Tappa#3 Grottole

Mariella Stella, dopo anni di esperienza in progetti di innovazione sociale con Casa Netural e Wonder Grottole, racconta la nascita di Netural Coop, una società di consulenza creata per supportare altri innovatori sociali che lavorano nei borghi delle aree interne.

Fonte foto di copertina: https://www.neturalwalk.com/

Condivisione di conoscenze con la comunità di Grottole

L’11 agosto Andrea Paoletti ha inserito nel Living Culture Festival anche un incontro con Federica per presentare ai Grottolesi il libro “Borghi e Dimore storiche nel mercato extralberghiero“, un manuale pratico della Collana Bed&Business edita da Dario Flaccovio Editore.
Andrea ha proposto un format innovativo: ha messo tutti in circolo ed ha abilitato un dialogo generativo sui temi della ricettività turistica nelle aree interne. Il libro è stato uno stimolo alla conversazione. I veri protagonisti sono stati gli abitanti di Grottole che hanno posto domande e raccontato le loro esperienze nei servizi di ospitalità.

Biccari borgo ospitale

BRITTour2021 Tappa#2

La seconda tappa del BRIT Tour 2021 ci ha portati il 7 e 8 agosto a Biccari (FG), un piccolo paese in via di spopolamento situato sui Monti Dauni, che oggi conta poco meno di 2700 abitanti.
Da dodici anni il borgo è amministrato da uno dei sindaci più giovani d’Italia, che nel giro di due mandati e mezzo sta abilitando la comunità locale, affinché i cittadini prendano in mano la guida dello sviluppo.

Siamo venuti a conoscere gli attivisti protagonisti di questo percorso di rigenerazione che sta facendo molto parlare di sé. Gli elementi chiave per questo incoraggiante risultato sono:

  • un grande investimento in comunicazione;
  • un uso creativo delle risorse esistenti;
  • la generazione di nuove connessioni nazionali ed internazionali, all’interno di circuiti di economia civile, sostenibilità e ospitalità.

Pubblichiamo qui 7 brevi video interviste che abbiamo fatto a Gianfilippo Mignogna, visionario sindaco di Biccari (FG), e a Lorenzo Bianco, giovane migrante di ritorno, agronomo, guida turistica e gestore del neonato B&B Nonna Rosa.

Buona visione!

Una comunità ospitale

Gianfilippo Mignogna racconta la strategia di rigenerazione basata su una nuova visione di ospitalità che parte dal benessere della comunità e dal cambiamento di prospettiva sulle risorse locali esistenti.
Un punto chiave è stata la valorizzazione del bosco, visto non più come risorsa produttiva, ma come luogo di intrattenimento e ispirazione a contatto con la natura.

La Cooperativa di Comunità

Il modello di gestione scelto per gestire i nuovi servizi di accoglienza e ospitalità, dopo un anno di ricerca, ascolto di buone pratiche e lavoro collettivo, è stato quello della Cooperativa di comunità, per superare l’approccio da associazione di volontariato e passare a comportamenti imprenditoriali, più responsabilizzanti.

Vendere la notte

Un territorio che ha pochi attrattori turistici deve investire su un nuovo posizionamento e una nuova narrazione delle sue peculiarità per riuscire a tenere i viaggiatori per almeno due notti.
Qui a Biccari hanno scelto di investire su una ospitalità creativa che ha puntato tutto su esperienze emozionanti da vivere nel bosco di giorno e di notte.

L’economia della Bellezza

Una comunità per essere ospitale, deve prima di tutto stare bene e sentirsi orgogliosa di essere cittadina del proprio territorio. Gianfilippo Mignogna ci ha illustrato quali sono state le priorità su cui ha lavorato nel suo primo mandato: agevolare la cura degli spazi pubblici, dalle pavimentazioni ai luoghi d’incontro sociale, dal piano del colore a progetti di street art, dall’installazione di nuovi arredi urbani e l’allestimento di luoghi di contemplazione del bellissimo paesaggio rurale circostante.

Abbassare il ponte levatoio

Una comunità per crescere ha bisogno di stimoli e prospettive provenienti dall’esterno dei confini locali.

Ospitare viaggiatori porta alla comunità un grande valore relazionale, di scambio e progettualità.

Case a 1 Euro versione Biccari

A Biccari stanno sperimentando un nuovo modello di reimmissione sul mercato delle seconde case inutilizzate:

il prezzo di vendita viene concordato con i proprietari e non c’è obbligo di residenza per i compratori.

Hanno creato una piattaforma bilingue per la promozione del patrimonio disponibile, che è stata presentata anche negli Stati Uniti, per attirare acquirenti internazionali che cercano un luogo dove cambiare stile di vita.

BRITTour2021 Tappa#2 Biccari ospitale

Giovani migranti ritornano

Un ruolo chiave per la rinascita dei borghi delle aree interne è rappresentato dai giovani che hanno studiato e lavorato lontano da casa e che hanno scelto di ritornare nei luoghi delle proprie radici.

Il desiderio è quello di trasferire nel proprio territorio di origine ciò che hanno appreso e preparare per i loro figli un contesto di maggiore benessere che li faccia rimanere a vivere vicino ai propri affetti.

BRITTour2021 Tappa#2 Biccari ospitale
Paesaggio rurale dopo la trebbiatura

BRIT Tour 2021

Il BRIT Tour è il primo “viaggio di apprendimento” che facciamo in Italia per approfondire sul campo approcci e strategie di rigenerazione e valorizzazione applicati da altri attivisti di comunità di borghi delle aree interne.

Dal 6 al 23 agosto saremo in viaggio con una bellissima Tesla BLU di nome Cleopatra e Tramontino il ColiBrit, la nostra mascotte.

Queste saranno le nostre tappe:

  • #1 – 6 agosto – Siponto / Manfredonia (FG)
  • #2 – 7/8 agosto – Biccari (FG)
  • #3 – 9/11 agosto – Grottole (MT)
  • #4 – 12 agosto – Vaccarizzo di Montalto (CS)
  • #5 – 13/15 agosto – San Floro (CZ)
  • #6 – 16/18 agosto – Favara (AG)
  • #7 – 19/21 agosto – Sciacca (AG)
  • #8 – 22 agosto – Gibellina (TP)

Giorno per giorno vi racconteremo il nostro viaggio.

Cominceremo da qui: BRITTour2021 Tappa#1 Siponto Tresoldi al Parco Archeologico di Santa Maria Maggiore

Seguiteci per scoprire le Buone Pratiche che esploreremo!

Federica, Renzo, Cleopatra e Tramontino porti per la partenza!

* * *

2021 08 06

BRITTour2021 Tappa#1 Siponto Tresoldi

La nostra prima tappa alla scoperta dei progetti più significativi in termini di valorizzazione e promozione del territorio, si è rivolta ad un progetto istituzionale che oggi è molto conosciuto e frequentato: “l’arte ricostruisce il tempo”, l’installazione artistica di Edoardo Tresoldi che dal 2015 da “corpo” e “anima” alla parte mancante della Basilica paleocristiana di Santa Maria Maggiore di Siponto (IV sec. d.C.).

Il regista di questa operazione è stato l’architetto Francesco Longobardi, direttore dei lavori di valorizzazione del parco archeologico di Siponto per conto del Segretariato Regionale del Mibact per la Puglia.

Il progetto, nonostante sia stato premiato come esempio di un nuovo linguaggio contemporaneo in grado di esaltare la parte intangibile di un bene storico, ha due importanti meriti dal punto di vista trasformativo.

Il primo per la comunità locale.

Prima dell’installazione il sito archeologico era visitato da sole 4 persone l’anno, mentre oggi, nonostante il Covid-19, risulta il sito più visitato della Puglia con oltre 40.000 presenze/anno. Prima del Covid aveva raggiunto punte di oltre 80.000 presenze in sei mesi nutrendo l’indotto turistico locale nonostante l’ingresso ad oggi risulti gratuito. Antonio, che ci ha accolti al suo ingresso, ci ha informati non solo sulla storia del sito ma anche sugli effetti che tale opera ha avuto sull’economia locale. Donato, che gestisce appartamenti turistici a Manfredonia, ci ha confessato che questa installazione ha permesso di portare in città turisti italiani e stranieri tutto l’anno, superando le difficoltà dovute alla stagionalità del turismo balneare.

Il secondo per l’artista stesso.

Quando Edoardo Tresoldi ebbe questa opportunità, aveva solo 27 anni. In una intervista di qualche mese fa ha raccontato che la fiducia accordatagli dal direttore dei lavori, gli ha permesso di evolvere come artista trasformando in modo sostanziale tutto l’assetto del suo studio, in particolare su questi punti:

la tecnica di costruzione, la formazione della squadra, lo sviluppo del reparto di progettazione del suo studio, il saper affrontare progetti importanti, la possibilità di farlo in una dimensione istituzionale.

L’incontro e la collaborazione tra l’architetto e l’artista è stata la scintilla che ha reso possibile tutto questo.

Gli ingredienti chiave di questo processo virtuoso sono:

  • una committenza illuminata che ha visto il potenziale di un giovane artista contemporaneo, capace di tirare fuori l’anima di un sito archeologico e narrarlo in modo stupefacente;
  • un giovane artista che ha visto nel sito storico l’opportunità di esprimersi con il suo linguaggio;
  • un investimento lungimirante nella bellezza e nella cura dei luoghi della cultura, capace di creare orgoglio negli abitanti, trasformandoli nei primi ambasciatori del territorio;
  • un team di lavoro multidisciplinare, composto da architetti, artisti, paesaggisti e archeologi, che ha cooperato nella realizzazione del progetto.

Per i più curiosi ecco altri numeri del progetto:

  • Il costo dell’installazione è stato di 900.000 €, su un budget di 3,5 milioni di € per la sistemazione dell’intera area archeologica.
  • L’installazione in rete metallica pesa circa 7 tonnellate!
Brit Tour 2021 Tappa #1 Siponto Tresoldi
Brit Tour 2021 Tappa #1 Siponto Tresoldi
Brit Tour 2021 Tappa #1 Siponto Tresoldi
Brit Tour 2021 Tappa #1 Siponto Tresoldi
Installazione vista al tramonto

Nasce la collana “Bed&Business” per l’extralberghiero

Oggi nasce la Collana “Bed&Business” per l’extralberghiero!!!

È con grande emozione e orgoglio che finalmente sveliamo uno dei progetti cui abbiamo dedicato tanto tempo, passione ed energie durante l’ultimo anno.

“Bed&Business” è una collana composta da 40 manuali pratici per vivere di turismo, scritti dagli specialisti dell’extralberghiero.
Un progetto visionario nato dalla mente di Danilo Beltrante, fondatore della Vivere di Turismo Business School, per supportare e professionalizzare il settore della ricettività extralberghiera.

Un progetto ambizioso che nemmeno il Covid è riuscito a fermare, anzi: ha reso questo progetto ancora più forte e indispensabile per la rinascita del settore.

La nostra Federica Benatti ha accolto la grande sfida di Danilo ed è l’autrice di una delle opere monografiche che compongono il grande mosaico della collana “Bed&Business” per l’extralberghiero: “Borghi e Dimore storiche nel mercato extralberghiero”. Un manuale che raccoglie tutta l’esperienza di BRIT nella valorizzazione degli immobili situati nelle aree marginali del nostro paese.

Per leggere il suo libro dovrete aspettare febbraio 2021, ma nel frattempo vi aspettano altri contenuti strategici per avviare un’attività extralberghiera capace di resistere alle grandi sfide della contemporaneità.

Di seguito vi trasmettiamo il comunicato stampa che vi racconta nel dettaglio la collana e i protagonisti dei primi due libri in uscita:
“Self Check-in” di Patrizio Donnini Gallo, e “I segreti del customer care” di Gwendoline Brieux.

Accesso sicuro e caloroso a prova di TULPS e DPCM e cura delle relazioni con i clienti sono due competenze indispensabili che non avranno più segreti grazie al contributo di due professionisti e imprenditori esperti come Patrizio e Gwen.

Li trovate già su Amazon, e dal 5 novembre nelle migliori librerie!

BUONA LETTURA!!!

COMUNICATO STAMPA

 Nasce la collana “BED&BUSINESS”

Il primo progetto editoriale in Italia

interamente dedicato al  settore extralberghiero

 

curato da Danilo Beltrante 

 edito dalla casa editrice di Palermo

 Dario Flaccovio

Dal 5 novembre in libreria e on line

  

21 ottobre 2020. Come reazione al crollo delle prenotazioni innescato dalla pandemia, sono molti gli esperti del comparto turismo ad aver individuato nel ricorso al digitale e all’innovazione nel suo complesso, così come nella capacità di prendersi cura del viaggiatore, sempre e comunque, uno degli antidoti necessari per la ripartenza.

Agli occhi di chi già opera nel settore extralberghiero nelle sue varie accezioni (case vacanza e agriturismi), è oggi più chiara che mai la necessità di accrescere le proprie competenze e professionalizzarsi per sopravvivere al momento di crisi che la pandemia ha imposto ed essere pronti ad intercettare la ripresa, parzialmente già in atto.

Il progetto editoriale

Per rispondere a queste esigenze è nato un progetto editoriale inedito e ambizioso, articolato in ben 40 volumi pubblicati dalla casa editrice siciliana Dario Flaccovio: due uscite mensili previste a partire dal prossimo 5 novembre, con l’obiettivo di trasferire, attraverso un linguaggio semplice e fruibile anche per una platea di non addetti ai lavori, strategie concrete e di immediata applicazione.

Il progetto si rivolge a tutte le persone che a vario titolo sono operative nel settore della cosiddetta ricettività alternativa e che vogliano accrescere le proprie competenze.

Vede la luce con la collana “Bed&Business” per l’extralberghiero, parole chiave scelte non a caso per indicare la necessità di coniugare sempre e comunque l’accoglienza alla professionalità. La collana è diretta da Danilo Beltrante (www.danilobeltrante.it), già autore per Dario Flaccovio del manuale “Vivere di turismo – Guadagna affittando immobili anche se non ne possiedi e non hai capitali, uscito nel 2018.

Beltrante è riconosciuto a livello nazionale come il formatore più accreditato nell’ambito del comparto extralberghiero. È ideatore dell’evento annuale del comparto “Vivere di Turismo 2020 – La Rinascita” che quest’anno si terrà dal 6 all’8 novembre con modalità live streaming HD, ed è il direttore della “Vivere di Turismo Business School”, un percorso di alta formazione per gli operatori del settore.

Danilo Beltrante
Danilo Beltrante

LA COLLANA “BED&BUSINESS” PER L’EXTRALBERGHIERO

Si tratta di un progetto editoriale nato per soddisfare le necessità formative degli operatori ed annovera tra gli autori esperti, docenti, formatori, coach, professionisti specializzati nelle singole materie trattate ed anche manager delle più grandi aziende italiane del settore.

I primi due volumi in uscita sono:

 “Self check-in” di Patrizio Donnini Gallo e

I segreti del customercare di Gwendoline Brieux, entrambi con focus sull’ospitalità.

Patrizio Donnini Gallo e Gwendoline Brieux
Patrizio Donnini Gallo e Gwendoline Brieux

 

Il primo è “Self check-in” di Patrizio Donnini Gallo, imprenditore e fondatore di Keesy, la startup italiana che ha ideato e realizzato il primo sistema di self check-in completo e totalmente automatizzato. un manuale pratico per gestire e ottimizzare la libera gestione dell’accoglienza degli ospiti con tanti esempi e consigli da mettere in pratica.

Il volume racconta come il self check-in, che unisce digitale e tecnologie di automazione, possa davvero rivoluzionare il mondo dell’ospitalità: il gestore ottimizza tempi e costi, mentre l’ospite può scegliere il momento migliore per accedere alla struttura, senza vincoli di orario, in tutta libertà e autonomia.

Copertina libro "Self Check-In" di Patrizio Donnini Gallo
Copertina libro “Self Check-In” di Patrizio Donnini Gallo

 

Il secondo testo è “I segreti del customer care” di Gwendoline Brieux, docente della “Vivere di Turismo Business School” e specializzata nell’ottimizzazione dei processi aziendali legati alla gestione del viaggiatore. Mostra come il customer care sia fondamentale per ogni struttura extralberghiera per riuscire a creare una relazione duratura e positiva con qualsiasi ospite.

Il testo offre numerosi suggerimenti pratici: dalle email preimpostate con schedulazione automatica al metodo per convertire i preventivi in prenotazioni dirette, passando per la gestione delle recensioni.

Copertina libro "I segreti del customer care" di Gwendoline Brieux
Copertina libro “I segreti del customer care” di Gwendoline Brieux

Gli specialisti dell’extralberghiero

«Abbiamo ribattezzato gli autori di questa collana gli “specialisti dell’extralberghiero” – spiega Danilo Beltrante – perché sono tutti professionisti che vivono di quello che scrivono all’interno del loro manuale e raccontano come superare con successo le difficoltà che loro stessi hanno affrontato.

Condividono con i lettori quali strumenti sia necessario padroneggiare, nelle diverse aree di competenza, per far crescere il proprio business a prescindere dalla tipologia della struttura ricettive che si gestisce.

La formazione è e resta la leva fondamentale per essere in grado di affrontare la complessità del presente e volgere a proprio favore gli eventi, anche quelli non previsti, che siamo costretti tutti ad affrontare».

Alcuni dei titoli dei manuali della collana “Bed&Business” per l’extralberghiero in uscita per i prossimi mesi, con i relativi autori:

Paola Gheis, “Posizionare con successo case di lusso nel mercato extra alberghiero

Golia Pezzulla, “Il carisma dell’host nel mercato extralberghiero

Giuseppe Murina, “Come fare Revenue Management nel mercato extralberghiero

Federico Mantuano, “Visual Brand identity nel mercato extralberghiero

Antonella Brugnola e Silvia Ghezzi, “Mettere a reddito la propria casa nel mercato extra alberghiero

Federica Benatti, “Borghi e dimore storiche nel mercato extralberghiero

Carmela Lerede, “Come aprire le tue porte agli Smart Worker

Alessio Venturi, “Prenotazioni dirette nel mercato extralberghiero

Cristina Baldi, “Ingrediente segreto: l’Italianità

Luca Sini, “Servizi ancillari: l’arma segreta dell’host

Gianluca Murgia, “Il manuale degli adempimenti

Davide Scarantino e Marco Celani “L’avventura Italianway

Patrizia Menchiari, “Customer experience per fare innamorare i tuoi ospiti

Alfredo Barbarisi, “La fiscalità nel settore extra alberghiero

Fosca de Luca, “Home staging per il turismo

Il direttore di collana

Danilo Beltrante è imprenditore, formatore e direttore della “Vivere di Turismo Business School”, la prima in Italia con focus esclusivo sul settore extralberghiero. Aiuta proprietari, property manager e gestori a massimizzare il profitto, con attenzione al giusto equilibrio tra lavoro e vita personale. Innamorato dell’Italia, crede che l’extralberghiero sia una delle leve fondamentali per rilanciare l’economia del nostro Paese. Già autore per la Dario Flaccovio del libro “Vivere di Turismo”, è curatore della neo collana “Bed&Business”.

Gli autori

Gwendoline Brieux. Nata in Francia, appassionata di scrittura e lingue straniere. La sua curiosità e l’amore per le culture straniere l’hanno portata, precocemente, a vivere in Inghilterra e in Italia. Dopo una laureata in storia e letteratura italiana, corsi professionali per agenti immobiliari e un master in counseling, si è avvicinata al turismo. Ha coltivato la sua passione specializzandosi nella gestione del customer care di aziende extralberghiere. Gwendoline Brieux si è specializzata nell’ottimizzazione dei processi aziendali legati alla gestione del viaggiatore, per consentire ai gestori di massimizzare i guadagni e liberare tempo prezioso. È docente della “Vivere di Turismo Business School”.

Patrizio Donnini Gallo, fiorentino classe 1975, è imprenditore e consulente di comunicazione. Da alcuni anni si occupa con successo di attività extralberghiere: prima come gestore di appartamenti per turisti e poi come fondatore di Keesy, la startup italiana che ha ideato e realizzato il primo sistema di self check-in completo e totalmente automatizzato.   

Alla scoperta di Vaccarizzo: esplorare e ascoltare per conoscere.

Nell’articolo del 7 maggio vi abbiamo anticipato che il passo successivo del percorso Ulab-S per la rinascita di Vaccarizzo, sarebbe stato quello di andare sul posto alla scoperta del borgo e dei suoi abitanti. Abbiamo mandato una nostra esploratrice per mettersi in ascolto con mente, cuore e volontà aperta, a raccogliere le prime informazioni e le prime sensazioni. Quali saranno i “diamanti” nascosti? Quali saranno le cose da migliorare?

Ora ve lo raccontiamo! Buona lettura.

CAPITOLO 3

Sensing Journey e Stakeholder interviews

 

La mappa 3D del 14 febbraio ci ha fatto capire quanto fosse importante andare sul posto a sentire il luogo e le persone per dare corpo e anima alle sensazioni emerse durante il laboratorio a distanza.

Michela Rossi da Roma è partita per raggiungere Roberta Caruso, la nostra “attivista” sul posto che ha iniziato a coinvolgere e mobilitare la comunità locale per la prima fase di ascolto.

Il primo di marzo 2019, con il supporto di un documentarista locale, Francesco Cristiano, sono state fatte le interviste agli abitanti e la visita esplorativa al borgo.

Ne è stato prodotto questo video racconto:

stakeholder interviews
Passeggiata esplorativa del borgo e interviste ai residenti di Vaccarizzo.

Michela ha raccolto questi spunti:

Le persone: le hanno dedicato una grande accoglienza e mostrato tanta voglia di condividere la loro esperienza.

I valori più forti emersi sono:

  • il senso della collettività e della comunione, elemento principale che li tiene uniti e non gli fa lasciare il luogo. La comunità è come una grande famiglia allargata. A testimonianza dell’unione e della forza della collettività sono i numerosi eventi e le iniziative che vengono organizzate dall’Associazione culturale di Vaccarizzo nei periodi festivi e che vedono tutta la collettività riunita.
  • La maggior parte delle persone lavora fuori, ma non pensano assolutamente di trasferirsi per il grande attaccamento al luogo e alle tradizioni.
  • Grande senso di identità e di radici. Alcune persone hanno vissuto anche all’estero e sono tornate in età di pensionamento.
  • Non c’è senso di rassegnazione, ma un forte amore per il territorio, che li unisce e li porta, anche tramite l’Associazione, a una consapevolezza dei punti deboli del territorio che vanno risolti.
  • Pur essendo un paese in spopolamento, cosa avvertita da tutti i cittadini, non è un paese morto, grazie alla vitalità di chi è rimasto.

Degustazione salsiccia artigianale
Cettina Porchia prepara una degustazione di salsiccia fatta in casa.

ritrovo in piazzetta a Vaccarizzo
Ritrovo degli abitanti nella piazzetta di Vaccarizzo, davanti all’unico bar rimasto aperto.

Il borgo:

Dal punto di vista paesaggistico si trova in una posizione di grande valore. Per raggiungere il borgo abbiamo attraversato il centro di Montalto e abbiamo percorso la strada che si affaccia sul Parco Naturale. Il borgo ha una vista privilegiata.

Borgo visto dal drone
Il borgo di Vaccarizzo visto dal drone.

Paesaggio naturale intorno a Vaccarizzo.
Vista sul paesaggio naturale che circonda Vaccarizzo.

pecora.
Animali da pascolo che vivono in prossimità del borgo.

Dal punto di vista architettonico gli elementi di forza sono:

– le due chiese, di origine molto antica, una delle quali è caratterizzata dalla presenza di un interessante coro ligneo creato dai Valdesi e dotata di un’acustica che la rende una sede adatta a concerti di musica lirica. Le chiese sono molto “vissute” ma necessitano di restauri sia sulle facciate esterne sia negli interni.

Coro della Chiesa di San Rocco.
Coro ligneo della Chiesa di San Rocco.

– l’ex filanda, che nonostante la sua bellezza e il suo valore è attualmente in uno stato di totale abbandono. Vi lavoravano negli anni ‘60 circa 40 persone, quasi tutte donne. Dopo la morte del proprietario i figli hanno intrapreso carriere diverse (uno medico e l’altro agronomo) e hanno scelto di chiuderla.

Ex-filanda abbandonata.
L’edificio dell’ex-filanda oggi in stato di abbandono.

– la struttura viaria del borgo stesso: è uno dei pochi borghi che ha un percorso ad anello che collega tutte le abitazioni, rendendo le connessioni interne molto fluide e sicure (https://youtu.be/aiRmcF3d7Fg ).

– il piccolo museo realizzato a casa di Donna Letizia con una collezione degli antichi strumenti per la lavorazione del miele, della filatura della seta, della spremitura delle olive, dei mezzi di trasporto (calessini), ma soprattutto dell’arte cestaia realizzata con il legno di castagno.

Museo famiglia Chimenti.
Piccolo museo della famiglia Chimenti: il calessino.

Cesto in legno di castagno.
Un tipico cesto in legno di castagno prodotto dai maestri cestai di Vaccarizzo.

Dal punto di vista delle attività commerciali, produttive e artigiane la situazione è alquanto critica:

  • nel borgo si trova solo un piccolo bar. Il market, la banca, l’ufficio postale che c’erano hanno chiuso.
  • Le produzioni agricole tradizionali come quella del miele, delle olive e delle castagne, un tempo attività remunerative per gli abitanti del borgo, oggi sono utilizzate solo per il sostentamento familiare.
  • Per quanto riguarda l’arte cestaia, l’ultimo Mastro Cestaio è morto qualche anno fa, e con la sua morte si è spenta questa attività.
  • in paese resiste solo un’ultima famiglia di ebanisti.

Elemento di criticità sentito molto dalla collettività sta nei collegamenti con mezzi pubblici tra il borgo e le città principali limitrofe quali Montalto Uffugo, Paola, Rende, Cosenza e Lamezia terme. Per qualunque necessità gli abitanti si devono spostare in auto. Un turista che volesse arrivare in questi luoghi può farlo solo noleggiando un’auto o facendosi venire a prendere da un abitante del luogo.

Ciò che è emerso è una grande potenzialità dovuta non solo al territorio (storia, cultura eno-gastronomica, tradizioni) ma soprattutto alle persone che hanno grande voglia di tenere vivo questo luogo. Se sono piuttosto chiare a tutti le motivazioni che hanno portato all’abbandono del borgo, che sono principalmente dovute alla mancanza  di lavoro, alla domanda: “come vedete il vostro futuro e cosa immaginate per il futuro di Vaccarizzo”, la risposta univoca è stata che vedono il loro futuro lì, ad ogni costo, ma non c’è una visione chiara di come potrà essere Vaccarizzo. C’è la volontà, e forte, di esplorare e scoprire insieme a noi questo futuro.

La Sfida della Comunità:

Immaginare e progettare insieme la Visione Futura del Borgo

 

* * *

Se siete curiosi dello sviluppo del progetto o desiderate approfondire il metodo descritto, scriveteci:

Come rendere attraente un luogo “emarginato”

Home4creativity

Se sei proprietario di una dimora storica localizzata in un luogo distante dalla città e immersa in un ambiente naturale bello e silenzioso ti poni due domande molto pratiche se vuoi metterla a reddito:

  • una riguarda la sostanza del soggiorno: che cosa offro al Cliente perchè decida di venir qui  e resti molto soddisfatto, e magari faccia un bel passaparola!

  • una riguarda la viabilità: come posso integrare la segnaletica in modo che il Cliente arrivi senza perdersi mentre cerca la cartellonistica e la strada?

Queste sono le domande che tu, proprietario di un immobile in un luogo “emarginato”  ti poni.

Stavo pensando a questa situazione quando ho avuto una gran bella sorpresa: avrei incontrato la persona, si chiama Roberta, che aveva saputo dare delle risposte convincenti come “che cosa si poteva fare nella sua dimora”! Prima di raccontarti la storia di Roberta e fartela conoscere voglio condividere un breve ragionamento con te.

Intanto voglio immaginare chi sia il potenziale cliente di questa dimora, che cosa possa desiderare, quale profilo abbia. E’ una persona dai 30 ai 50 anni, a cui piace stare da solo o da sola, ma che vuole anche potersi relazionare con altre persone, fa un lavoro creativo (potrebbe essere un “nomade” digitale, un musicista, un illustratore, uno scrittore) che gli permette di lavorare anche da remoto, cerca il silenzio ma anche delle esperienze che gli facciano ampliare la sua comprensione del mondo. Cerca un servizio accurato, un buon letto su cui riposare e molta libertà di movimento: vuole ricevere proposte e opportunità ma è lui a scegliere se seguirle o meno. Accoglie bene l’idea di uno spazio tutto suo ma anche quello di uno spazio condiviso con altri. Insomma una persona che vuole avere la possibilità di una esperienza di lavoro temporanea speciale.

Il caso di Roberta inizia con una riflessione sulla propria dimora che nasce in un viaggio all’estero, uno di quei pensieri che emergono all’improvviso come un atto di serendipità, quando cerchi qualcosa e trovi una risposta ad un altro problema.

Lei è proprietaria, con padre e madre, di un casale in Calabria a Montalto Uffugo e vorrebbe attrarre ospiti temporanei, per periodi di una – tre settimane, offrendo loro un “percorso di vita”… impegnativo vero? E’ filosofa e perciò s’inventa un inizio del viaggio che chiama “Shake filosofico” e un’agenda di attività per offrire al proprio ospite sia una proposta di “potenziamento” di sè, sia l’opportunità di fare qualcosa insieme ad altri ospiti, diciamo una decina. Che cosa è questo “shake”: è una chiacchierata strutturata in tre sessioni per de-costruire la propria storia personale, che la persona si porta dietro, e per innescare un percorso LENTO di cambiamento”. Sembra e potrebbe essere impegnativo. Questo format è noto come “co-living”.

Il co-living è un nuovo modo di vivere e lavorare, condividendo i principi della sharing economy, valorizzando le relazioni umane, facendo esperienze contemporanee di ospitalità e imparando gli uni dagli altri.

Il co-living è la proposta di Roberta, che ha realizzato un percorso di “esperienze”, nel quale tutta la famiglia, i genitori, sono ingaggiati ed operano. I proprietari sono dunque presenti ed attivi, una situazione particolare che offre diversi vantaggi: una percezione diretta e un feedback continuo e diretto dai “clienti”, con la possibilità di aggiustamenti del servizio in tempo reale; un apprendimento continuo alla pari, con e dai Clienti. Roberta ha però pensato alla scalabilità del business e ha generato un modello di franchising, tanto che ha già aperto un “co-living” in Puglia in questi giorni, e per fare ciò ha avviato la formazione di altre persone a cui trasferire il modello e la capacità di attuarlo e gestirlo.

In sintesi le soluzioni che questo caso ti può ispirare per uscire dallo stallo sono:

– offrire un’esperienza speciale ai tuoi Clienti;

– gestire quotidianamente e direttamente il rapporto di servizio con loro.

Per continuare a pensare e dialogare su questo tema ti invito a registrarti nella nostra comunità BRIT, dove c’è anche Roberta:

https://www.facebook.com/groups/britcommunity/

Se anche tu hai una proprietà in un luogo “emarginato” e ti preoccupano gli ostacoli del luogo, la sua logistica, la sua distanza da grandi centri urbani, chiedici un “AUDIT” https://www.mundobrit.com/brit-audit/: analizzeremo insieme la tua situazione e individueremo il percorso di valorizzazione più adatto alle tue esigenze.

Ti aspettiamo per “cominciare”.

Renzo Provedel

Riferimenti on line di Roberta Caruso: http://www.homeforcreativity.com/

Per qualunque informazione o domanda di approfondimento sul nostro Audit scrivici nome, cognome, e-mail e un tuo contatto telefonico nel form qui sotto. Ti ricontatteremo per concordare un appuntamento telefonico o in video conferenza dove risponderemo ad ogni tua curiosità.